Mao, ragazze giovani per vivere a lungo

Mao, ragazze giovani per vivere a lungo Dalle memorie del suo medico personale, gli ultimi vent'anni di un satrapo erotomane Mao, ragazze giovani per vivere a lungo // suo segreto per tenersi in forma? Orge con le infermiere Ipettegolezzi esplosero a Pechino dopo la morte nel settembre 76. Ora la conferma: la stagione del sesso si scatenò con la rivoluzione culturale JIETRO la rivoluzione culturale lanciata da Mao nell'agosto del '66 non si celava solo l'aspro scontro politico tra i vertici del partito: c'era anche l'inquietante doppiezza del leader. Il Grande Timoniere aveva trasformato la Cina in un immenso monastero a lui devoto e sottomesso, ma nel segreto della Città Proibita coltivava abitudini e mollezze degne dei più inetti imperatori, e non certo in armonia con la sua figura di cristallino rivoluzionario. Che Mao non fosse un asceta, si sapeva. I suoi robusti appetiti sessuali non sono mai stati un mistero per nessuno. Ora però le memorie del suo medico personale, che lo ebbe in cura negli ultimi vent'anni di vita, confermano quelle che finora erano solo voci, pur attendibili. Il Daily Telegraph annuncia che la Random House di New York e la Chatto & Windus di Londra stanno per pubblicare il volume di ricordi del dottor Zhi-Sui Li, che negli ultimi anni è riuscito a lasciare il Paese, stabilendosi in California. Il volume, dal titolo La vita privata del presidente Mao, è un tuffo nell'intimità del Grande Timoniere. Fornisce ampie e dettagliate riprove dei sussurri che hanno finora circondato le abitudini sessuali di Mao: robusti e inesauribili appetiti, predilezione per le giovanissime e grande passione per dipinti erotici, secondo le migliori tradizioni imperiali. Mao, dai settant'anni in poi, continuò, raccontano gli editori di Li, a dormire con una gran quantità di donne. «Aveva la sensazione che le ragazze giovani gli infondessero energia, allungandogli la vita», spiega il medico personale. E forse non era neppure una sensazione sbagliata. Le voci avevano cominciato a circolare a Pechino subito dopo la scomparsa del Presidente, il 9 settembre 1976. Aveva 82 anni, ed era afflitto dal morbo di Parkinson. A poco a poco era emerso un quadro pettegolo della sua vecchiaia, vissuta da erotomane imperiale nei suoi inaccessibili padiglioni affiancati alla Città Proibita. Malfermo sulle gambe, Mao passava le.giornate a letto, attorniato da giovani infermiere accuratamente selezionate. Si alzava solo per un giochino che era diventato la sua passione: farsi bendare e tra festosi gridolini delle astanti brancolare nel buio con le braccia protese, per abbrancare una ragazza a caso e trascinarla nell'alcova. Era una «tecnica» di scelta che aveva il vantaggio di evitare favoritismi e lasciare al caso la scelta del piacere. Già Harrison Salisbury, in un'opera recentemente uscita negli Stati Uniti, aveva accen- nato a tutto questo: e si sa che l'anziano e autorevole giornalista americano gode a Pechino di entrature ad alto livello, anche per la delicatezza con cui ha sempre trattato nei suoi scritti i dirigenti cinesi. Basandosi su confidenze evidentemente attendibili, Salisbury riferisce che per ogni viaggio di Mao si dovevano approntare diverse ragazze da fargli trovare nella residenza in cui si sarebbe fermato: fanciulle in fiore sul bordo di una piscina, affinché il Grande Nuotatore potesse continuare a tenersi in forma e ritemprarsi. A Pechino Mao viveva invece nel complesso di Zhongnanhai, affiancato alla Città Imperiale, autentica Città Proibita della Cina Rossa: vi risiedevano lui e gli altri dirigenti, vi avevano sede la direzione del partito e dello Stato. E' un vasto Cremlino di padiglioni dai tetti dorati e dalle architetture tradizionali. Come il Cremlino, è sempre stato impenetrabile. Il leader cinese fece costruire all'interno una palazzina mo- derna, con annessa piscina. La abitò da solo, mentre Jiang Qing, l'attricetta di Shanghai da lui sposata a Yanan negli Anni Trenta dopo aver ripudiato la terza moglie, si dedicava alla rivoluzione culturale da lui lanciata mettendo alla tortura il Paese. Sappiamo ora dal suo dottore che nel chiuso del suo padiglione inaccessibile, dove talvolta riceveva importanti visitatori come Nixon, Mao non si limitava a preparare i discorsi che infiammavano le masse, e non si piegava soltanto sui classici: in questo era aiutato, oltre che dal suo naturale temperamento, dagli effetti collaterali delle cure contro il morbo di Parkinson. Sono basate infatti su una sostanza che sembra favorisca la stimolazione sessuale. Fernando Mozzetti Mao Tse-tung e, a fianco, la terza moglie, Jiang Qing. Mentre la donna infiammava la Cina con la «rivoluzione culturale», il Grande Timoniere si dedicava a giochi erotici •degni d'un imperatore antico