Gli agenti: troppe scorte

Gli agenti: troppe scorte Gli agenti: troppe scorte E' rivolta, ora Marmino vi rinuncia PALERMO. Le indiscrezioni hanno trovato conferma. Nelle indagini sull'attentato a Falcone c'è una «pista toscana». La procura di Caltanissetta ha chiesto alla magistratura fiorentina gli atti dell inchiesta su un traffico di armi, destinato alle cosche catanesi, smantellato a maggio, e il procuratore Piero Luigi Vigna ne ha già disposto l'invio. Tutto ruota intorno alla segnalazione di un possibile attentato contro un giudice, ricevuta dall'Alto Commissariato Antimafia, e alle indagini sul traffico di armi che, da Jugoslavia e Belgio, arrivava in Sicilia passando dai «centri di smistamento» di Montecatini e Mordano. Su questa segnalazione, raccolta probabilmente attraverso intercettazioni telefoniche, si sono appresi nuovi particolari. Inviata il 7 luglio dello scorso anno al Gruppo investigativo criminalità organizzata della Finanza e da qui girato alle procure di Pistoia e Catania, parlava di un carico di esplosivo destinato ad un attentato contro un giudice siciliano. Nell'informativa si precisava anche che il carico era stato mandato, o stava per essere mandato, alle cosche catanesi da Remo Giacomelli. Avrebbe potuto essere lui l'uomo-chiave dell'inchiesta sull'attentato al giudice Falcone. Cinquantanni, originario di Pescia, ma residente a Mordano di Romagna, sarebbe il punto di collegamento tra l'organizzazione che importava armi dall'estero e gli «acquirenti» di Cosa Nostra. Ma, per un ritardo burocratico di notifica, è stato scarcerato poco prima che gli arrivasse il nuovo ordine di cattura e oggi è latitante. Intanto a Palermo i poliziotti sono in rivolta: denunciano «carenze di uomini e mezzi». E' una protesta senza clamore, con l'atteggiamento di chi vuol collabo¬ rare e non giuocare a rompere m un momento in cui, dopo la strage, lo Stato dev'essere unito per vincere la guerra ai boss. In un incontro con i giornalisti, i responsabili dei sindacati di polizia hanno parlato chiaro: 450 poliziotti proteggono 60 personalità «a rischio», numerose delle quali non ne avrebbero bisogno. «Nessuno però vuol rinunciare ad avere la scorta» hanno detto i sindacalisti dei poliziotti precisando che, per la verità, un'eccezione c'è stata: il ministro per il Mezzogiorno, Manniho. E ancora: la metà delle autovetture assegnate dal servizio scorte non è blindata e ognuna ha percorso più di 100 mila chilometri. Hanno sottolineato anche che in città solo 220 uomini sono addetti al «controllo del territorio», cioè le perlustrazioni e i pattugliamenti: pochi, se si considera l'espansione di Palermo che ha un milione di abitanti, [a. r.] tjlvl ' !CT88 Is .HflffOhF

Persone citate: Falcone, Piero Luigi Vigna, Remo Giacomelli