Il plebiscito del parterre «Subito il superministro»

Il plebiscito del parterre «Subito il superministro» SONDAGGIO ECONOMIA Il plebiscito del parterre «Subito il superministro» ROMA. Il mondo dell'economia! vuole un superministro che met-i ta a posto i conti dello Stato, par-I tendo dal controllo della spesai pubblica. Potrebbe essere il Governatore di Bankitalia, Ciampi,; ma non si tratta di una candida-! tura unica. Anche altri nomij (Mario Monti, Beniamino Andreatta, Bruno Visentini) hanno! l'approvazione dei tecnici. Ieri in Banca d'Italia era riunito il top dell'economia italiana e «La Stampa» ha avvicinato ventuno persone scelte tra manager pubblici, privati, vertici di banche e esperti del settore. Il 90% di loro non si è limitato a rispondere si alla domanda «Siete d'accordo sulla nomina di un superministro per l'economia?», ma ha sottolineato che è ormai una scelta «necessaria da trent'anni». Gli unici due meno decisi hanno motivato la loro perplessità con l'esigenza di chiarire ruolo e funzioni del superministro. C'è infatti chi sostiene che debbano essere accorpati Tesoro e Bilancio, chi, invece, vede più utile una fusione Bilancio-Finanze e, ancora, c'è chi vorrebbe riunire tutti e tre i dicasteri sotto la guida del super-ministro. Chi potrà andare a sedere su una poltrona così importante, era la seconda domanda del sondaggio, il 48% ha votato per Ciampi, ma precisando anche che la scelta avrebbe un risvolto di non poco conto: trovare un altro Ciampi che possa guidare la Banca d'Italia. E' per questo che più della metà degli interpellati ha preferito fare altri nomi. Quello del rettore dell'Univer¬ sità Bocconi Mario Monti, ad esempio, (24%). O quello di Beniamino Andreatta (14%), ex ministro del Tesoro ed ex presidente della commissione Bilancio del Senato. Solo in due (il 9%) hanno risposto «non so». Infine, la terza domanda: la prima misura economica che il nuovo governo dovrà adottare. Quasi la metà degli interpellati (43%) ha risposto senza esitazioni: mettere sotto controllo la spesa pubblica. Un altro 20%, invece, se l'è cavata con un «non esiste un'unica misura» e con «la necessità che venga definito un piano concertato di provvedimenti». Gli altri si sono divisi tra la lotta all'evasione fiscale (14%), la politica dei redditi (9%), le privatizzazioni (9%) e la riforma delle pensioni (5%). Hanno partecipato: Victor Uckmar (tributarista), Guido Rey (Istat), Giovanni Palladino (finanziere), Luigi Coccioli (Banco di Napoli), Leonardo Mondadori (editore), Lorenzo Pallesi (Ina), Sergio D'Antoni (Cisl), Riccardo Gallo (Iri), Rinaldo Chidichimo (Cassa di risparmio di Calabria e Lucania), Mario Lupo (Iritecna), Giorgio Giovando (Cassa di risparmio di Torino), Pier Domenico Gallo (consulente aziendale), Mario D'Urso (Shearson Lehman), Giorgio Benvenuto (ministero Finanze), Innocenzo Cipolletta (Confindustria), Piero Barucci (Credito Italiano), Paolo Gnes (Icari), Maurizio Sella (Banca Sella), Bruno Corti (Iri), Sergio Marietti (Sige), Giuliano Graziosi (Tirrena). «F una scelta necessaria da 30 anni» Così la pensa il 90% degli intervistati Anche il rettore della Bocconi Mario Monti è tra i «gettonati» per il ministero-chiave

Luoghi citati: Calabria, Lucania, Napoli, Roma, Torino