Bunker a cinque stelle per il Congresso

Bunker a cinque stelle per il Congresso Lo fece costruire Eisenhower nel '59, un giornale svela il segreto e i parlamentari si infuriano Bunker a cinque stelle per il Congresso In Virginia il rifugio per resistere all'atomica, ma senza famiglie NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Sono incerti se arrabbiarsi o semplicemente «rattristarsi», i senatori e deputati americani per la rivelazione che da almeno trent'anni esiste un bunker pronto ad accoglierli tutti in caso di guerra nucleare. L'impianto, che si trova nel West Virginia, è stato scoperto dal «Washington Post», che ha pubblicato un articolo descrivendolo per filo e per segno e suscitando molta divertita curiosità. La costruzione del bunker fu decisa nel 1958 e realizzata un anno dopo. Alla Casa Bianca c'era Eisenhower e la percezione del «pericolo atomico» era molto presente nella vita quotidiana americana. Le sue pareti sono fatte di cemento armato e acciaio e sono spesse circa 60 centimetri. Si trova in una località chiamata White Sulphur Spring, nei monti Allegheny, sotto ii complesso alberghiero «Greenbrier». Per raggiungerlo da Washington ci vogliono cinque ore di auto e una di elicottero, un tempo che in caso di attacco atomico dei sovietici sarebbe stato più che sufficiente perché tutti i deputati e senaton in fuga ne fossero vittime. Dotato di computer, di tutti i comforts e autosufficiente per un anno, può ospitare fino a 800 parlamentari ed è collegato con i maggiori comandi militari americani dislocati nel mondo. Inoltre, ha una sala dalla quale si possono azionare i bottoni dell'arsenale atomico Usa. Sin dalla concezione iniziale il bunker ha avuto un difetto, di «non essere in grado di resistere a un'esplosione atomica diretta». Insomma, se una bomba fosse caduta proprio sopra al bunker non ci sarebbe stato niente da fare. E' per questo che la segretezza della sua ubicazione era così indispensabile. I depositari di quel segreto hanno fatto sapere cosa pensano della rivelazione con una dichiarazione sofferta. Firmata dai leader di ambedue i partiti alla Camera e al Senato, la dichiarazione esprime il «rincrescimento» per la decisione del «Post» di pubblicare comunque l'articolo, nonostante le pressioni subite, perché ora che l'esistenza del bunker è diventata nota la sua efficacia è finita. Il direttore del giornale, Léonard Downie, repli- ca che lui e lo staff hanno deciso di dare alle stampe l'articolo perché raccontava «una storia significativa e interessante, che non costituiva nessun grave pericolo per la sicurezza nazionale o per la vita umana, cioè il criterio che noi seguiamo in queste circostanze». Un criterio, fa capire Downie, che invece non è stato seguito da quelli che a suo tempo decisero la costruzione del bunker, «senza verificare la volontà di senatori e deputati di salvare se stessi ma non i loro familiari». Dell'esistenza del bunker erano al corrente pochissimi: i leader dei due rami del Parlamento e pochi personaggi dell'amministrazione. Ora che lo sanno tutti, ad essere messa a repentaglio è la serietà del progetto. Nella Washington pettegola, questa storia del bunker è diventata la barzelletta del giorno. Franco Patitarelli

Persone citate: Downie, Eisenhower, Franco Patitarelli

Luoghi citati: New York, Usa, Virginia, Washington, West Virginia