Presa la banda del Banco di Roma di E. Mas.
Presa la banda del Banco di Roma La polizia ha trovato i complici rispondendo a un telefonino dimenticato Presa la banda del Banco di Roma Tre arresti dopo una lunga serie di rapine Diceva di avere un banco di frutta e verdura in un mercato rionale. Una bugia. Diego Romano, 23 anni, via Filangieri 5, non mentiva invece quando parlava della sua barca, una pilotina, ancorata nel porto di Alassio. Ora i funzionari della squadra Mobile lo accusano, con alcuni complici, due già arrestati, di una quindicina di rapine, tutte in banca: un bottino da mezzo miliardo. I tre sono stati fermati il 5 maggio, subito dopo l'assalto al Banco di Roma presso il Centro commerciale di Beinasco. Ma la notizia è stata tenuta segreta. I bancari, dopo quell'assalto, proclamarono una serie di scioperi: «Cosa fa la polizia? Voghamo più protezione». Ora il questore Barardino sorride e confessa: «Quel giorno dovevamo tenere le bocche chiuse, bisognava completare le indagini; abbiamo fatto il nostro dovere, recuperando soldi e armi». Di questa indagine partita da lontano parla ora il vice questore Aldo Faraoni. E ricorda vecchie rapine. Ad esempio quella di gennaio, al Banco di Roma, in corso Fi-ancia. Un assalto che fece esplodere molte polemiche in questura: una macchina della Mobile, una vecchia Citroen Axel, sulla quale si trovavano tre sottufficiali che correvano in corso Francia, si bloccò per un guasto in piazza Statuto. Eppure dalle indagini su quella rapina, i funzionari raccolsero precisi elementi che li hanno portati a due pregiudicati, armi, rapine: Livio Matis, 34 anni, via Azzi 10/33, e Antonio Giannatempo, 29 anni, Grugliasco via Radich 24. Sono stati pedinati. Poi il nome di Romano, un incensurato. E' stato lui la chiave di tutta l'inchiesta. Un mese fa è riuscito a sfuggire ad un inseguimento. Era alla guida della sua auto, una Ford Sierra che abbandonò in via Polonghera. Fece denuncia: «Me l'hanno rubata». Ma aveva commesso un errore: aveva lasciato sul sedile il suo radiotelefono. A quel cellulare, sequestrato dalla polizia, sono arrivare alcune chiamate. Persone che credevano di parlare con Romano, falso ambulante, rapinatore a tempo pieno. Romano girava tranquillo, portando la polizia che lo seguiva da un complice all'altro. Raccolti tanti indizi, il dottor Di Guida, capo della sezione antirapine, ha tirato la rete. In una soffitta di via Germanasca 15 sono stati trovati soldi e parrucche; nella casa di un'amica di Matis, a Villafranca d'Asti, altro materiale che porta alla rapina di Beinasco; in via Filangieri una pistola e una mitraglietta finte. E' stato recuperato parte del bottino, 30 milioni dei 79 rapinati. Gli agenti hanno catturato Diego Romano di notte, sui tetti di via Nizza 119: sorpreso da un amico, aveva tentato la fuga sotto le stelle, [e. mas.]
Persone citate: Aldo Faraoni, Antonio Giannatempo, Di Guida, Livio Matis, Matis
Luoghi citati: Alassio, Beinasco, Grugliasco, Villafranca D'asti
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