I cinghiali sono alle porte della città
I cinghiali sono alle porte della città Gli animali si moltiplicano e creano danni e pericoli: agricoltori indennizzati dalla Regione con 2 miliardi I cinghiali sono alle porte della città Un esemplare travolto allo stadio Cinghiali alle porte di Torino. Un esemplare di 50-60 chili è stato ucciso da un'auto sulla tangenziale nòrd, vicino all'uscita per lo stadio delle Alpi, e scaraventato vicino allo spartitraffico dove l'ha trovato Luciano Tuniolo, presidente dei cacciatori di Grugliasco. Si pensa che possa essere arrivato dal parco della Mandria: «Sono così numerosi che rappresentano ormai un pericolo anche sulle strade». Ne sanno qualcosa gli amministratori di Candido, che, l'altra sera, dopo un incontro con l'assessore provinciale alla caccia Besso Corderò, hanno chiesto di organizzare per la prossima settimana una «battuta» nella zona: «Per evitare problemi agli automobilisti, inviteremo l'Anas a chiudere per alcune ore un tratto della strada statale 23». Di recente nel parco di Stupinigi si è rifugiato un branco di 50 esemplari, che sta arrecando danni ai campi vicini. In provincia di Torino, nell'ultima stagione venatoria, sono stati abbattuti più di 1500 cinghiali. Lo scorso anno la Regione ha pagato quasi due miliardi ai contadini per i danni causati alle colture. «Nei campi di Orbassano, Candiolo e Nichelino - dice Giovanni Rollo della Coldiretti - i cinghiali sono arrivati un anno fa: all'improvviso sono anche comparse tre femmine gravide, forse portate lì da qualcuno». E si è formato un branco. Le guardie venatorie sono riuscite ad eliminare soltanto cinque esemplari. Chi ha interesse a liberare i cinghiali? Si dice che siano i cacciatori che poi hanno modo di sparare. In Piemonte operano 327 allevamenti (66 nella sola provincia di Torino) con quasi 3000 esemplari. Troppi. L'assessore provinciale Besso non concede più autorizzazioni. Ai 1500 esemplari abbattuti sulle montagne torinesi occorre aggiungerne altrettanti in quella di Cuneo; altri 2000 ad Alessandria, Asti, Novara e Vercelli. Ma non tutti sono cinghiali. Mario Piodi, esperto del Comitato internazionale caccia e ambiente, precisa che «moltissimi sono porcastri, ibridi, che figliano due volte l'anno con 6-8 esemplari». E assicura che «sui monti di Condove è stato visto un camion scaricare 40 animali». In Regione si preoccupano di far marchiare gli esemplari allevati, per controllare che non vengano commercializzati clandestinamente, e lasciati liberi. «Purtroppo il tatuaggio - osserva Mario Valpreda, responsabile dei servizi veterinari della Regione - non funziona e la legge sovente è disattesa». Per ammissione dell'assessore provinciale alla caccia sulle montagne torinesi ci sarebbero 15 mila esemplari allo stato brado. «L'invasione dei porcastri aggiunge Mario Piodi - è dovuta alle immissioni notturne. Una coppia costa 300 mila lire ed in un anno può figliare 10 esemplari. E' così che in breve invadono le vallate». Se gli esemplari allevati non vengono marchiati sulla coscia con l'azoto liquido, non si capirà mai da dove arrivano. Giuliano Doffini Il cinghiale di 60 chili travolto da un'auto sulla tangenziale Nord
Persone citate: Besso Corderò, Giovanni Rollo, Giuliano Doffini, Luciano Tuniolo, Mario Piodi, Mario Valpreda
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