L'Italia batte la Grecia tra i fischi (89-85) di Roberto Beccantini

L'Italia batte la Grecia tra i fischi (89-85) BASKET Skansi accusa di gioco duro gli azzurri che concludono alle spalle dei croati il torneo di Trieste L'Italia batte la Grecia tra i fischi (89-85) La Knorrfa ricca Verona: conferma Morandotti e prende Moretti TRIESTE DAL NOSTRO INVIATO Italia del basket, giù dal Pero. Skansi, il Pero della situazione, sculaccia la pallacanestro italiana. Fresco vincitore di uno storico scudetto a Treviso, freschissimo allenatore della Croazia, entra subito nel vivo dei 27 punti di scarto che, mercoledì, hanno suggellato la prima disfida in assoluto fra noi e loro. «Mi meraviglio della vostra meraviglia. La realtà è che concepite ancora la pallacanestro come una premiata busseria. Più che ai fondamentali, badate, da sempre, a menare, a giocare sporco. E allora, di grazia, cos'altro può uscire da una nazionale specchio fedele di un campionato esageratamente fisico? Sbaglio, o per anni il vostro simbolo è stato Dino Meneghini una divinità, non discuto, ma di una religione che a me non piace». Skansi chiama in causa Dino Radja («mi ha confessato di essere regredito, e per questo vuole lasciare Roma») e attacca gli scudetti di Milano: «Deleteri, per il mio modo di concepire il basket. Milano dormiva sino a primavera e poi giù botte, invariabilmente. Mi sbaglierò, ma resto dell'idea che gli anni Ottanta, e il modello Milano, siano stati decisivi nel deterioramento del livello di gioco in Italia». Intanto, la sua Croazia si aggiudica a mani basse il trofeo Stefanel: dopo Italia (106-79) e Grecia (90-73), tocca alla Spagna subirne fascino e lezione: 109-96, senza Kukoc e Tabak, l con 31 punti di Petrovic, 22 di Radja e, fra le furiette rosse, 31 di Aldama. E l'Italia? Sbriciolata la Spagna sperimentale (9670), la squadra di Gamba batte in volata la Grecia fra i fischi (89-85) e chiude al secondo po- sto, davanti a iberici ed ellenici. Privi di Rusconi, Iacopini, Brunamonti e Fucka, infortunati, e con Riva a riposo, gli azzurri confermano un'allarmante tendenza al masochismo. A ogni lampo (di Niccolai, di Pittis, di Magnifico, di Bosa) segue, immancabilmente, un errore. E così la Grecia orfana del dio Galis (una barca di soldi, se no ciccia) da -14, (47-33 al 1' della ripresa), si porta a -1 (86-85) quando mancano non più di 10' al termine. Decisivi, così come le bordate di Boudouris, 3/3 da due, 2/2 da tre, Giannakis e Cri stodoulou - suo l'errore chiave, al culmine della rimonta - i «liberi» di Pittis e Coldebella. Carlton Myers ( 1 su 5) non replica le squisitezze del debutto. Alti e bassi di Costa, guai assortiti con la zona, piccoli passi avanti, ripetiamo: piccoli, nel gioco sotto canestro. Viceversa, ancora problemi, e grossi, in regia. Qualche cifra, adesso: per Pittis, il migliore, 25 punti, 6 su 13 nel tiro ( 1 su 2 da tre), 5 rimbalzi, 6 palle recuperate (1 persa) e 3 assist. Poi Magnifico, 12 punti, Bosa, 8 punti e 8 rimbalzi (come il grezzo Vianini). Più in generale, i greci - 23 punti Giannakis, 21 Cristodoulou, 13 Fasoulas, 12 Boudouris - tirano meglio di noi (il 51 per cento contro il 43), ma catturano meno rimbalzi (47 a 37) e sprecano di più (16 palle perse ali), lunetta compresa (24 su 41 nei «liberi»). L'operazione Spagna riprende lunedì a Milano, senza Iacopini e senza Rusconi, a Varese dal suo medico di fiducia. Una chicca di mercato, per concludere: Morandotti resta alla Knorr Bologna, che prende anche Moretti (più Gallinari), girando a Verona il pivot Dalla Vecchia e tanti miliardi. Roberto Beccantini