Su Hochhuth fulmini del Cancelliere «Il suo dramma, inno al terrorismo» di Emanuele Novazio
Su Hochhuth fulmini del Cancelliere «Il suo dramma, inno al terrorismo» L'autore del «Vicario» fa di nuovo scandalo. Kohl: blandisce gli assassini Raf Su Hochhuth fulmini del Cancelliere «Il suo dramma, inno al terrorismo» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Davvero Rolf Hochhuth difende i terroristi e l'omicidio Rowedder? Davvero l'ultima opera del drammaturgo tedesco più controverso, autore de II Vicario («Der Stellvertreter, 1963), la commedia su Pio XII che sollevò scandalo, sta dalla parte degli assassini, il gruppo di fuoco della Raf che il primo aprile 1991 uccise il capo dell'Ente per la privatizzazione dell'ex Ddr? «Wessis in Weimar» ancora non è stato rappresentato, ma la polemica è già esplosa aspra: la pubblicazione sulla rivista Manager Magazin di alcune scene e di un'intervista all'autore rischia di diventare lo scandalo politico-letterario dell'anno, dopo aver spinto il cancelliere Kohl a esprimere al governo la propria «indignazione», e Hochhuth a minacciare querele, perfino contro un ministro. Emozioni eccessive, inutilmente rabbiose per una commedia che vuol provocare fin dal titolo? (Nel gergo dell'unificazione, i «Wessis» sono i cittadini dell'Ovest considerati aggressivi dagli «Ossis», gli abitanti delle regioni orientali). Il tema è delicato e scabroso, per un Paese che non è ancora uscito dall'incubo del terrorismo: «Wessis in Weimar» rievoca l'omicidio di Detlev Rowedder, il capo della «Treuhand», un uomo simbolo della riunificazione e dei suoi costi economici e umani. Ma lo fa con toni che molti considerano «di parte» e «schierati». Con parole, ha scritto la Frankfurter Allgemeine Zeitung, che «sembrerebbero quelle della Raf, se non sapessimo che sono opera di Hochhuth». Prima di ucciderlo, la terrorista Hildegard definisce Rowedder «un idiota utile agli speculatori», «un uomo che pratica un brutale darwinismo economico»; lo accusa di «condurre una guerra» per conto della Treuhand «allo scopo di saccheggiare i tedeschi dell'ex Ddr». E suggella il suo gesto con una allusione all'oppressore Gessler, che pretendeva il dieci per cento delle tasse dagli svizzeri sottomessi, e a Gugliemo Teli che lo uccise: «Rowedder ha lasciato agli abitanti della Ddr il dieci per cento e ha rubato il novanta». Ma «almeno Hildegard piange», annota la Frankfurter; Hochhuth invece no, come sembrerebbe dimostrare una frase dell'intervista: «Quelli che fanno quel che ha fatto Rowedder non devono meravigliarsi poi se qualcuno gli spara». Un'esplosione: all' «indignazione» pubblica del cancelliere Kohl sono seguite la riprovazione del mini¬ stro Bluem, secondo il quale la commedia è la giustificazione di un omicidio, e subito dopo la minaccia di querela da parte dell'autore, che se l'è presa anche con la rivista. Le locandine pubblicitarie che rilanciano la frase mcriminata, denuncia Hochhuth, sono una «diffamazione premeditata». Manca il contesto capace di attenuarne il senso e di far comprendere a fondo il pensiero che le anima: «Nell'intervista non c'è una sola frase dalla quale non trapeli profonda adesione al dramma della famiglia Rowedder». E poi, il capo della Treuhand è considerato un «integro esecutore della volontà governativa». Insomma le parole citate da Kohl ci sono, ma non vogliono essere un giudizio sulla vittima e neppure una legittimazione dell'omicidio, si difende Hochhuth. Sono soltanto un tentativo di far luce, di spiegare quello che l'unità ha provocato all'Est e nella mente dei «pazzi» o dei «banditi» che hanno risposto con la violenza delle armi. Ma la giustificazione non ha fatto cambiar parere al Cancelliere, e ha spinto il vertice della «Treuhand», ieri, a denunciare la «freddezza spaventosa con la quale Hochhuth falsifica gli scopi e i comportamenti di Rowedder». Accompagnate da polemiche un po' forzate forse, le prime critiche a «Wessis in Weimar» sono una sconfessione, una denuncia quasi. La commedia di questo «piccolo borghese di sinistra - scrive la Frankfurter - rappresenta l'attuale isterica tavolata nazionale alla quale non si argomenta più, ma si attizza il fuoco delle emozioni fino alla violenza». Hochhuth è dalla parte di «chi fa abuso della disperazione all'Est per commettere omicidi all'Ovest». E' «dalla parte degli sfruttatori, gli sfruttatori della disperazione». Emanuele Novazio Il cancelliere Helmut «ohi: fango sulla memoria delle vittime Il commediografo Rolf Hochhuth vuole querelare il ministro Bluem
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