Parigi riconquista la «reliquia» dei coiffeur di Enrico Benedetto

Parigi riconquista la «reliquia» dei coiffeur Fu il re del taglio femminile negli Anni 20 e 30, pettinò Coco Chanel e Sarah Bernhardt Parigi riconquista la «reliquia» dei coiffeur Dopo 14 anni, Varsavia restituisce una mano del celebre Antoine PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Religione parrucchiere. Certo la coiffure è fede un po' troppo secolare, ma questo non le impedisce di avere le sue brave reliquie. Ieri ne ha intronizzata una, ovvero la mano (destra) che appartenne al celebre Antoine. Quattordici anni dopo il decesso, l'arto è ricomparso sulla Senna, lasciando in Polonia le mortali spoglie residue che ivi proseguiranno il sonno eterno, complice il discepolo Alexandre. Per qualche mese verrà ospitata dalla chiesa polacca di Parigi, quindi si prevede l'inumazione solitaria a Passy, cimitero vip. Come tutte le reliquie, le si attribuiscono miracoli, benché profani. Quelle cinque dita pettinarono meravigliosamente Coco Chanel e Sarah Bernhardt. Nel '17 tennero a battesimo lo stile garsonne, ovvero maschietta. E anche le prime colorazioni furono opera di Antoine. Il quale si chiamava in realtà Cierplikowski, appellativo che giustifica ampiamente lo pseudonimo. La storia è troppo incredibile per non essere vera. Nel 1978 il novantaduenne coiffeur passa a miglior vita. Viene da Siedraz, Polonia centrale, e lì vorrebbe che lo seppellissero. Tuttavia le clausole lasciano perplessi: «Il mio cuore rimanga in terra di Polonia, gli altri resti tornino a Parigi». E' un messaggio poetico, emotivamente condivisibile, ma la giurisprudenza funeraria non contempla i sentimentalismi. Inizia dunque un non facile contenzioso sulle disjecta membra. Alla Polonia di Solidarnosc subentra Jaruzelski, poi ritorna Walesa, ma il nodo resta insolubile. Ora, infine, l'onorevole compromesso. L'ultimo allievo di Antoine, Alexandre, si è recato nei giorni scorsi in loco, presenziando l'esumazione. «Mi hanno chiesto che cosa volevo portare via. Ho scelto la mano destra, per il grande valore simbolico», racconta. Ma altri guai attendono il traslatore. Tra i becchini e l'agenzia di pompe funebri scoppia una feroce bagarre per banali questioni economiche. Testimoni, le misere spoglie ormai open air e la reliquia in partenza. A darle man forte - se così possiamo dire - interviene addirittura la polizia. Infine, Alexandre lascia Varsavia con l'urna fatale. Provvisoriamente, adesso conserva la teca in casa. Ma a settembre raggiungerà la destinazione finale, una tomba proprietà della famiglia Cierplikowski. Stupisce come monsieur Antoine desti tuttora nostalgie così fervide, inclini al feticismo. Ma è altrettanto vero che attrici, chanteuses, modelle, nobildonne, per quasi mezzo secolo riconobbero in lui il sacerdote laico della bellezza muliebre. Se riprendiamo le cronache mondane Anni 20 e 30, ne emerge incontrastato Figaro. Più che acconciare la donna, voleva ricrearla. E il coraggio non gli mancò. La sua Rivoluzione del '17 fu rasare le chiome. La stampa borghese insorse contro una moda che fatalmente appariva eversiva, ambigua, demoniaca. Le dame ne approfittarono tuttavia senza eccessivi arrière pensées. Idem per le tinture. Una bruna che si facesse scandalosamente bionda era una manna nel mondo salottiero. Antoine vide giusto. Oggi nessuna delle sue «invenzioni» giace nel dimenticatoio. Anzi. Ma deificarne la mano è forse eccessivo. In ogni caso il settantenne Alexandre - alias Louis Raimon, padre (1946) dello «chignon storico», villa a Saint-Tropez - stravedeva per il maestro. Ne ha ereditato le mani d'oro. Per scrupolo, adesso conserva anche l'originale. Enrico Benedetto

Persone citate: Coco Chanel, Jaruzelski, Louis Raimon, Passy, Sarah Bernhardt, Walesa

Luoghi citati: Parigi, Polonia, Varsavia