La Chiesa scomunica Milosevic

La Chiesa scomunica Milosevic Il Sinodo ortodosso contro il leader serbo. Sarajevo infestata dai cecchini La Chiesa scomunica Milosevic Croazia, bomba su un parco uccide 3 bimbi ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Sarajevo non può nemmeno piangere i suoi morti. Il mercoledì di sangue è già offuscato da nuovi crimini, da nuove vittimo innocenti dell'aggressione delle truppe serbe. Nel parco giochi della città croata di Slavonski Brod hanno trovato la morte tre bambini, mentre altri quattro sono rimasti gravemente feriti dal micidiale colpo di mortaio che ha centrato il campo dove stavano giocando a pallone. Ma la guerra dilania sempre di più la capitale bosniaca dove i cannoni serbi tuonano senza un attimo di tregua. Le granate esplodono nel cuore della città devastala dagli incendi. A mezzogiorno nell'esplosione di un ordigno sono state uccise tre persone e sei sono state ferite. Le fiamme stanno divorando l'Istituto tecnico e la Scuola di edilizia. Brucia anche un'ala della caserma «Maresciallo Tito». Dal suo interno i militari sparano all'impazzata contro tutto quello che si muove. Nelle prime ore del pomeriggio è stato colpito il palazzo della Presidenza bosniaca. Nell'attacco sono stati gravemente feriti tre agenti di guardia. Mentre i cecchini continuano a seminare morte e terrore tra gli abitanti stremati della capitali bosniaca, all'ospedale sono in fin di vita 5 tra i 112 feriti della strage di via Miskina. Beffandosi degli accordi raggiunti con le autorità bosniache l'esercito serbo-federale ha evacuato una delle caserme cittadine portando via tutto il possibile, e distruggendo le armi pesanti che dovevano essere consegnate alla difesa territoriale di Sarajevo. Nella città è stata annunciata la visita di un emissario speciale del presidente francese Mitterrand, ma fino a ieri sera non è apparso nella capitale bosniaca. Secondo fonti vicine alla Presidenza sarebbe stato trattenuto dai militari nella caserma di Lukavica. «Siamo isolati da tutti». Im¬ pensabile fino a poco tempo fa, il titolo in prima pagina del quotidiano «Borba» riflette il nuovo stato d'animo e i timori crescenti di Belgrado per via delle sanzioni internazionali. Ma questa pubblica presa di coscienza annuncia soprattutto la crisi in cui sta sprofondando sempre di più il regime di Slobodan Milosevic. Ufficialmente il potere politico sembra più forte che mai. Malgrado il parere sfavorevole di una commissione della Csce che ritiene tutta la procedura antidemocratica, il Parlamento serbo ha infatti confermato la data delle prossime elezioni. Domeni¬ ca 31 maggio si voterà per gli 11 partiti che si presentano con le loro liste. Primo fra tutti il partito socialista del presidente serbo che non ha dubbi sull'esito del voto. La sicurezza degli ex comunisti deriva più che altro dal fatto che tutti i grandi partiti dell'opposizione in Serbia hanno deciso di boicottare le elezioni. L'unico presunto concorrente di Milosevic è Vojislav Seselj, presidente del partito radicale, capo delle sanguinare milizie cetniche che devastano la Bosnia. In realtà i due leaders politici sono molto vicini: Seselj è considerato l'esecutore dei piani politici di Milosevic, disposto a «sporcarsi le mani» mentre il presidente rimane sempre «pulito». Ma alla vigilia del voto un improvviso colpo di scena potrebbe far crollare lo scenario politico costruito dai due. Ieri, a sorpresa, la Chiesa ortodossa serba ha ufficialmente «scomunicato» la dirigenza di Belgrado. In un memorandum adottato al termine del suo regolare Sinodo, e presentato alla stampa, la Chiesa dichiara apertamente di non appoggiare il regime serbo-montenegrino. «Con rimpianto constatiamo che i partiti al potere ricalcano le strutture del sistema comunica del dopoguerra» dicono i prelati ortodossi sottolineando che tutti i mali e le disgrazie che hanno colpito il popolo serbo derivano proprio dal regime comunista, quello passato e quello attuale. «Ecco perché prendiamo le dovute distanze da questo potere e dalle autorità che lo rappresentano, dalla Costituzione e dalle imminenti elezioni che non ispirano fiducia né per la velocità né per il modo con cui sono preparate». La Chiesa ortodossa invita infine alla costituzione di un governo di fiducia, unità e salvezza nazionale, ricordando a ((tutti quelli che sono al potere, specialmente in Serbia, che nessuna poltrona è più importante del destino di tutto il popolo». Ingrid Badurìna

Persone citate: Brod, Ingrid Badurìna, Milosevic, Mitterrand, Seselj, Slobodan Milosevic, Vojislav Seselj

Luoghi citati: Belgrado, Croazia, Sarajevo, Serbia, Zagabria