Affari d'oro con le lapidi riciclate di C. M.

Affari d'oro con le lapidi riciclate Affari d'oro con le lapidi riciclate Nella Milano delle mazzette non c'è pietà per i morti MILANO. Si scopron le urne, si levano i morti. E si rivendon le lapidi. Come nuove: un milione, due milioni. Pronta cassa. L'aggiunta apocrifa al celebre inno appartiene alla cronaca dei sotterranei di Tangentopoli. Un gruppo di dipendenti del Comune di Milano ha denunciato nei giorni scorsi il racket delle tombe «usate». Lapidi in marmo, monumenti in bronzo, qualcuno dice perfino casse da morto in legno e zinco, verrebbero riciclate in una sorta di orrido secondo mercato, allo scadere del decimo anno dalla sepoltura, quando le salme vengono riesumate e i resti trasferiti all'ossario. Le lapidi dovrebbero essere distrutte a picconate, ma a volte spariscono e ricompaiono in un luogo diverso, magari soltanto qualche fila più in là. E' un'amara Spoon River alla milanese, con nomi e storie che per ora giacciono nei cassetti dei magistrati. Le tombe «riciclate» sono appena l'ultimo e più macabro capitolo. S'indaga anche sulle strane «convenzioni» di case di cura e ospedali con aziende di pompe funebri. Si cerca di far chiarezza sulle voci di tangenti pagate dai familiari dei defunti per avere un posto al camposanto. Milano fatica a ospitare i vivi e i morti. Al Cimitero Maggiore le inumazioni sono bloccate eli bare sono insepolte da mesi. Altre 39 urne con resti cremati attendono accatastate. Si aspetta anche che «vuoti il sacco» Walter Armanini, ex assessore psi allo stato civile, ora in carcere dove medita sul pro- «ietto del nuovo cimitero di Mianofiori, una faraonica necropoh (170 miliardi) che non si farà mai più. Ma il business del caro estinto continua e distribuisce decine di miliardi, alimenta un poderoso indotto di costruttori, marmisti, muratori, lapicidi, bronzisti, restauratori, floricoltori, giardinieri, imprese di pulizia. E arricchisce le 60 imprese di pompe funebri che controllano il 70 per cento del mercato: 11 mila funerali sui 15 ce¬ lebrati ogni anno a Milano. Altri 3 mila sono a carico del Comune (il 10 per cento gratuiti). Meno di mille ad altre imprese minori. Il settore mortuario è diventato impero da quando, nell'88, il Comune ha deciso il taglio dei necrofori (da 160 a 60) e la contemporanea «liberalizzazione» dei funerali, sui quali deteneva il monopolio. Scatenando l'assalto e il selvaggio aumento dei prezzi. L'ultimo viaggio, secondo la Cgil, costa in media 5 milioni sul mercato libero, contro i 2 - 2,5 chiesti dal Comune per un «servizio del tutto equivalente». La guerra per gli appalti ha come teatri ospedali, ospizi e case di cura, dove avvengono il 72 per cento dei decessi. Un vero boss del ramo è Mario Sciannameo, titolare di due imprese, Sofam e Varesina, che si aggiudicano 1500 funerali all'anno, il 10 per cento del mercato. Molto amico di Mario Chiesa, Sciannameo era monopolista assoluto delle anime morte del Pio Albergo Trivulzio. Come pure all'Isti¬ tuto dei tumori e all'ospedale Sacco. A Niguarda le imprese sono quattro, fratelli Selmi, Fusetti, San Paolo e Madonnina, a seconda dei reparti. Al San Carlo ritroviamo Sciannameo, al 50 per cento. L'altra metà spetta a un altro potente, Alcide Cernito (ex ciclista notissimo nell'ambiente sportivo come aspirante presidente della lega), titolare della San Siro. Si parla di sontuose mance agli infermieri: 100 mila lire per la segnalazione, oltre mezzo milione ad affare fatto, una volta convinti i congiunti. I «dolenti» come li chiamano gli specialisti. Le vere vittime del racket. «Una situazione intollerabile» ammette il nuovo assessore allo stato civile, Diego Maso, che ieri ha proposto un piano per «calmierare» il mercato. Tra l'altro, con tabelle fisse di prezzi, «chiavi in mano» dice lui, (da 1,8 a 4,1 milioni) da imporre con una convenzione alle imprese. Un requiem per l'affare dei loculi d'oro? Pochi vi credono, a tangentopoli. [c. m.]

Persone citate: Alcide Cernito, Diego Maso, Fusetti, Mario Chiesa, Mario Sciannameo, Nella Milano, Selmi, Walter Armanini

Luoghi citati: Comune Di Milano, Milano, San Paolo