Contrordine generali: niente parata

Contrordine generali: niente parata E' la prima decisione del presidente Scalfaro che ha optato per una cerimonia ridotta Contrordine generali: niente parata «Non è questo il momento di fare sfilate» ROMA. Contrordine, generali. La prima decisione del presidente Oscar Luigi Scalfaro è a suo modo clamorosa: non si farà la sfilata militare dei Fori Imperiali, prevista per il 7 giugno. «Non è il momento», sembra che abbia detto il Presidente, in qualità di capo delle Forze armate, quando gli hanno chiesto un parere sulla parata. Per la prima volta dopo cinque anni, infatti, il ministero della Difesa si apprestava a tornare all'antico. Alla cerimonia solenne con truppa che marcia a passo cadenzato, cannoni e lanciamissili. «Nella medesima giornata avrà luogo invece, come è avvenuto lo scorso anno, una solenne cerimonia militare ai piedi dell'Altare della Patria», comunica lo stato maggiore. Il Quirinale, nel primo giorno dell'era Scalfaro, non ha commenti ufficiali da fornire. Ci si limita a confermare la notizia dell'annullamento. Interrogando gli «ambienti della Presidenza», si riesce a sapere soltanto che il Capo dello Stato avrebbe optato per la cerimonia ridotta, con reparti fissi a piazza Venezia, che è diventata la tradizione degli ultimi anni. Non è stato però l'alto costo preventivato della sfilata - una decina di miliardi - a far prendere la decisione dell'annullamento a Scalfaro. No, le sue sono state valutazioni di altro tipo, considerazioni politiche: lo choc della strage di Palermo, in particolare, sconsiglia di organizzare cerimonie troppo pompose in questo momento tragico. Detto fatto, i soldati hanno già iniziato a smontare le impalcature che stavano allestendo tra piazza Venezia e il Colosseo. La decisione di Scalfaro - si nota in ambienti militari - va esattamente nella direzione opposta di quanto aveva sostenuto nell'ultimo periodo il suo predecessore Francesco Cossiga, che non ha mai fatto mistero di amare le parate militari. Ma Scalfaro intende fare della «sobrietà» il segno distintivo della sua presidenza. E tutte le sue scelte preannunciano una stretta terribile alle spese di rappresentanza che negli ulti¬ mi anni, proprio sotto l'impulso cossighiano, erano cresciute in maniera enorme,. La decisione dì Scalfaro, presa l'altra sera, ma tenuta segreta, è stata resa pubblica ieri pomeriggio ed è arrivata del tutto inaspettata. I parlamentari di Rifondazione comunista, ad esempio, insistevano ancora al mattino perché la parata venisse abolita come «atto di novità e di coerenza democratica». E adesso esultano, gli oppositori della parata. Il Verde Francesco Crippa, è soddisfattissimo: «Questa scelta ci conforta sulla bontà della nostra scelta verso il suo nome ed è un buon viatico per il mandato presidenziale». I Verdi, con diverse associa¬ zioni pacifiste, nei giorni scorsi avevano protestato vivacemente contro la sfilata militare. Temevano danni al patrimonio archeologico e il ministero si era affrettato a chiarire che nessun carro armato o mezzo pesante sarebbe transitato nella via, a fianco dei ruderi romani. Ma le proteste non si erano calmate. I contestatori avevano anzi chiesto l'annullamento della manifestazione in segno di lutto e un gesto di solidarietà verso le vittime della guerra civile jugoslava. Lo ricorda Crippa: «Avevamo proposto di devolvere i miliardi risparmiati in favore dei profughi». Ora sono soddisfatti. Sono perplessi, per non dire contrariati, invece, i repubbli¬ cani. Il pri ha annunciato un'interrogazione urgente al governo per conoscere le ragioni dell'annullamento «considerato che, al fine di evitare ogni danno al patrimonio monumentale e ambientale, precise disposizioni erano state impartite». E il quotidiano di partito, «La Voce Repubblicana», riporta un breve commento non firmato, forse rinviabile alla penna del segretario Giorgio La Malfa: «E' estranea ai repubblicani ogni facile retorica militaresca e patriottarda. Ma è pur vero che assai singolare è dare un simile segnale alle Forze armate e al Paese non appena eletto il nuovo Presidente della Repubblica», [fra. gii.] A sinistra: Giovanni Spadolini Qui a fianco: Ciriaco De Mita A destra: Antonio Gava

Luoghi citati: Roma