Coca-party altri due arresti
Coca-party, altri due arresti Scoperta dai carabinieri una vasta organizzazione di spaccio di droga Coca-party, altri due arresti Erano clienti «eccellenti» delDavid's Coffee Altri due arresti «eccellenti» nell'inchiesta sui coca party con i due poliziotti della Digos e il traffico di droga nei locali notturni. Ieri mattina, il sostituto procuratore Cristina Bianconi ha chiesto al giudice delle indagini preliminari Acordon la custodia cautelare per Pasquale Silvestri, 26 anni, di Collegno, corso Francia 63, titolare di una ditta per ricambi Fiat, e per Alessandro Fili, 22 anni, pure di Collegno. L'accusa contestata dagli inquirenti ad entrambi è spaccio e detenzione di non modiche quantità di cocaina. Sembra che Silvestri e Pili (difesi dall'avvocato Perla) fossero tra i clienti più assidui del bar «David's Coffee», il locale gestito dalle mogli dei due poliziotti della Digos, Alessandro Gagliardi e Pasquale Carrella, che avevano rilevato la licenza nel marzo scorso per 400 milioni di lire. I due poliziotti hanno ammesso di essersi riforniti di droga dal capo dell'organizzazio- ne, Michele Bianchi, e di averla spacciata nel loro bar e in altri locali, il «Korova Milk Club» di Silvio Archili, e il «Bahia Bianca» dei fratelli Giampiero e Antonio Capodicasa. Silvestri e Pili potrebbero far parte del giro degli acquirenti delle partite di coca (dai 20 grammi al mezzo etto per volta) che servivano per animare i festini notturni della Torino-bene. Il pm Cristina Bianconi ha concesso gli arresti domiciliari al commerciante Giovanni Rabino, il primo tra gli indagati che ha beneficiato di questo provvedimento. Michele Bianchi, il presunto capo dell'organizzazione, sarà interrogato per la seconda volta domani. Frattanto, i carabinieri del nucleo operativo hanno effettuato altri 26 arresti nell'ambito di una grossa inchiesta su una organizzazione che spacciava a Torino cocaina, eroma e hashish. Si conosce soltanto il nome di uno degli arrestati, Luca Bervero.- I «David's Coffee» era gestito dalle mogli dei due agenti Digos finiti in manette
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