Manette all'ex re delle gomme di Carlo Colombo

Manette all'ex re delle gomme L'amministratore della «Colombo» è accusato di bancarotta fraudolenta Manette all'ex re delle gomme Dalla cassa spariti otto miliardi L'imputato: «E' colpa degli usurai» Negli Anni Ottanta per molti dire Colombo significava dire pneumatici: gomme per auto, moto, camion, equilibrature, vulcanizzazioni. Una ditta che, nel periodo di massima fortuna, contava una cinquantina di dipendenti. Poi la crisi e tre anni fa il fallimento. Ieri l'ex titolare e amministratore unico Carlo Colombo, 61 anni compiuti lo scorso dicembre, è stato arrestato per reati legati alle leggi fallimentarie. Bancarotta fraudolenta: avrebbe distratto 8 miliardi. Colombo è stato fermato all'alba. Erano le sei quando gli agenti della squadra mobile hanno suonato alla sua porta, in corso Sclopis 6. Stava ancora dormendo. «Polizia, per favore apra; c'è un prowedimento di misura cautelare nei suoi confronti». Poco dopo Carlo Colombo ha scoperto che quelle parole significavano «carcere». E' ora in una cella delle Vallette, verrà presto interrogato dal magistrato che quel provvedimento ha firmato, Aldo Cuva. Mentre era in attesa di venir trasferito in carcere, è stato fatto sedere nell'ufficio del vice capo della mobile, Salvatore Longo: «Dottore, è possibile avere un caffè?». Poi ha mormorato: «Io non ho rubato nulla, sono innocente; alla rovina mi hanno portato gli usurai, mi hanno ucciso mese per mese». Dietro al suo fallimento c'è l'ombra di alcune società che impongono interessi composti sul 120 e in certi casi fino al 360 per cento. Una realtà già emersa in alcune recenti inchieste. Operano grandi e piccole organizzazioni. A gennaio, a Grugliasco sono state denunciate nove persone: i clienti, ricevuti dieci milioni, dovevano restituirne, nel giro di pochi mesi, 300. Lo scorso mese è stato denunciato uno dei portinai dell'ospedale Sant'Anna: prestava soldi ai compagni di lavoro con interessi fino al mille per 100. Carlo Colombo ereditò la ditta, sorta quasi cento anni fa, dal padre Ugo. La sede era in corso Traiano, il negozio si trasferì poi in via Lamarmora. Una clientela differenziata: accanto ai privati, c'erano infatti importanti ditte con grosse ordinazioni. L'azienda si ingrandì e si ampliò, raggiungendo una cinquantina di dipendenti. Poi, lentamente, la crisi. Forse una serie di operazioni non fortunate, le banche che non concedevano più prestiti. E Carlo Colombo bussò alla porta di una prima ditta capace di dare, in ventiquattro ore, qualsiasi prestito. Ora dice: «E' stata la mia fine, mi hanno soffocato». Nel dicembre dell'89 lo stesso Colombo presentò istanza di fallimento. In questi anni periti e giudici hanno registrato alcune gravi irregolarità: una contabilità (secondo l'accusa) non perfetta e una distrazione di 8 miliardi. Per questo Carlo Colombo, già re delle gomme, è finito in carcere. Ezio Mascari no Negli Anni Ottanta boom degli affari e 50 dipendenti Poi la crisi e la richiesta di fallimento Maurizio Camerano (a fianco) avrà una stagione di processi A sinistra Carlo Colombo

Persone citate: Aldo Cuva, Carlo Colombo, Ezio Mascari, Maurizio Camerano, Salvatore Longo

Luoghi citati: Grugliasco