Primo obiettivo l'Europa
Primo obiettivo, l'Europa Ecco la Under 21: in attèsa dei Giochi, a Ferrara l'andata della finale continentale con la Svezia Primo obiettivo, l'Europa Corini: poi penseremo a Barcellona FERRARA DAL NOSTRO INVIATO Stasera si scomoderanno i boss del calcio, da Matarrese a Nizzola, da Abete a Giulivi e Pierro, per questa Italia-Svezia Under 21 che anticipa le Olimpiadi ed assegna un posto nella storia dell'Uefa. Ci saranno anche gli immancabili avvoltoi del mercato, perché al «Mazza» di Ferrara si esibisce il futuro del calcio, e anche gli svedesi potrebbero stuzzicare certi appetiti. E' di scena l'unica squadra italiana che possa conquistare qualcosa in Europa. Per gli azzurrini si possono ignorare rancori e torti passati. Corini e compagni sono al di sopra della mischia, così come il loro tecnico Cesare Maldini. Matarrese ha dimenticato gli schiaffi e i licenziamenti che aveva minacciato dopo Stavangen; l'Italia ha dimenticato quell'umiliazione, le pesanti diffide e ora si appresta a cavalcare l'ultimo dei «broncos», anche se si presenta camuffato da vikingo. Battuti cecoslovacchi e danesi, ecco gli svedesi, sicuramente gli avversari più difficili. Maldini li ha affrontati quattro volte, rimediando altrettanti pareggi. Due motivi giocano a favore dell'Italia. Il fattore campo ed i rimaneggiamenti fra gli avversari. Miglior città di Ferrara non poteva essere scelta in considerazione della fresca promozione in B, che potrà essere festeggiata sventolando tante bandierine azzurre (uno dei due colorì della Spai). Già ieri all'allenamento dell'Italia c'erano centinaia di giovani entusiasti, che poi hanno invaso il campo come per una partita di campionato. Quanto alla Svezia, si presenta priva di quattro titolari, dirottati nella Nazionale A. Fra questi anche il «parmigiano» Brolin, che poteva risultare cliente scomodissimo. Inoltre altri tre elementi sono infortunati: due di loro sicuramente non giocheranno. Maldini, però, ha frenato ogni eccesso di ottimismo, ricordando che a sua volta non potrà schierare lo squalificato Luzardi e gli infortunati Bertarelli, Malusci e Albertini. Quest'ultimo è stato sottoposto ieri ad un test dal dottor Tranquilli, ma non c'è stato nulla da fare: forse recupererà per il ritorno in Svezia (3 giugno). Nessuna illusione, dunque. Di fronte ci sarà un'avversaria risultata imbattibile in Italia, ma forse più malleabile sul proprio campo. Ecco perché stasera potrebbe bastare un gol per fare la differenza. Trovato il motivo conduttore della gara, sarà bene segnalare subito che 9 azzurri su 11 sono diffidati: per loro un eventuale cartellino giallo significherà saltare il ritorno in Svezia. E' necessario giocare di forza, ma con giudizio. Anche il fischietto olandese potrebbe rivelarsi un osso duro. Fortunatamente Maldini ritrova Melli, uno dei suo bomber, per ricomporre il tandem con Buso. «E' la mia spalla ideale - dice il parmigiano - perché giocavamo assieme già nell'Under 16. Lui è un gran lottatore, io preferisco partire da lontano». E capitan Corini (stasera 28a partita in azzurro) dà i voti a se stesso e ai compagni: «Se vinciamo, meritiamo un 7. Se conquistiamo il titolo, beh, allora 8. Il titolo olimpico? Sarebbe il massimo: 10. Ma non esageriamo, pensiamo a questi svedesi che ricalcano il gioco dei norve¬ gesi. Molto attenti ed organizzati. Anche uno 0 a 0 non sarà da snobbare, ma il nostro obiettivo è la vittoria. Senza Albertini, giocheremo come ad Avellino, cioè con Dino Baggio mediano e Sordo all'estrema: fece un gol favoloso, speriamo che si ripeta. La concentrazione è quella giusta, anche perché sappiamo che questa è un'occasione che si presenta una sola volta nella vita». Poi Corini ha parlato della sua ultima stagione juventina, ha ringraziato Trapattoni e Boniperti per avergli fatto capire tante cose ed è pronto a conoscere «un altro grande presidente come Mantovani». Nel frattempo, sotto con la Svezia, a due passi dalla storia. Giorgio Gandolfi «mar L'attaccante parmigiano Melli (in basso a sinistra) rientra nella Nazionale di Maldini dove ritrova l'altra punta Buso (a fianco); a lanciarli il regista Corini (in basso)
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