Marini apre le danze sui salari di Gian Carlo Fossi

Marini apre le danze sui salari Marini apre le danze sui salari E pensa a una mini-scala. Primo round il 2 giugno ROMA. Oltre 10 milioni di lavoratori privati e pubblici non hanno trovato ieri nella bustapaga, come previsto, lo scatto di maggio della scala mobile. Ma «non tutte le carte sono state ancora giocate», si sono affrettate a sostenere Cgil-CislUil mentre ieri il ministro del Lavoro Marini ha fissato per il 2 giugno il primo appuntamento con sindacati e imprenditori per dare il via alla trattativa sulla politica dei redditi e la contrattazione. In questo ambito sarà affrontato il nodo della scala mobile, che il governo non considera del tutto tramontata con l'accordo del 10 dicembre, e del mancato pagamento dello scatto di maggio. Una nota diramata da Marini non lascia dubbi. La nota sottolinea che è «urgente e indifferibile» una politica dei redditi per l'abbassamento strutturale del tasso di inflazione e la riduzione del suo differenziale rispetto agli altri Paesi europei, la difesa della competitività dei nostri prodotti, la stabilità del cambio e il rispetto degli obiettivi fissati con il trattato di Maastricht. Inoltre, con riferimento a quanto «chiaramente stabilito» dal protocollo di intesa del 10 dicembre, il governo ribadisce la necessità di giungere ad una riforma del sistema contrattuale e della scala mobile, con l'obiettivo di ridurre la rigidità dell'indicizzazione ed allargare gli spazi della contrattazione. La nota aggiunge: «Il protocollo del 10 dicembre non stabilisce, quindi, la fine di ogni indicizzazione, mentre la scadenza della legge del 13 luglio '90 n. 191 pone fine al vecchio meccanismo di scala mobile». Sarà la trattativa, il cui avvio è fissato al 2 giugno, a definire precisa la nota - un eventuale nuovo meccanismo, ovviamente ridotto, di copertura automatica dei salari. In ogni caso, tramite il negoziato, il governo «intende risolvere il problema della dinamica retributiva complessiva del '92 con riferimento al tasso di inflazione programmata», per cui appare chiaro il suo proposito di inserire tra gli argomenti di discussione anche la controversa questione dello scatto non pagato a maggio. E, qui, una valutazione di Marini. «La trattativa, ad avviso del ministro, si presenta conclude il comunicato - particolarmente complessa. Considerando i limiti oggettivi del governo dimissionario, la trattativa sarà prevedibilmente conclusa dal prossimo governo in pienezza dei poteri. Tuttavia, è opinione del ministro che occorre avviare subito un lavoro tanto utile quanto vasto e impegnativo proprio allo scopo di rispettare i tempi imposti dalla situazione dell'economia italiana». All'incontro del 2 giugno, oltre a Cgil-Cisl-Uil, sono state invitate Confindustria, Intersind, Asap, Confapi, cioè le associazioni rappresentative del settore industriale. Le organizzazioni imprenditoriali del commercio, dell'agricoltura, dell'artigianato, del credito ecc. saranno convocate successivamente e questo non mancherà di rinfocolare le polemiche. Mentre si attendono con interesse le dichiarazioni che oggi il neo-presidente della Confindustria Abete farà all'assemblea annuale, il segretario generale della Cisl D'Antoni insiste sulla necessità di un negoziato rapido e incisivo. Per la Cgil il segretario generale aggiunto Del Turco avverte che «la vera posta in gioco non è il punto di contingenza di maggio, ma il ritorno ad un sistema di relazioni industriali all'altezza di un Paese che vuole restare in Europa». E Larizza, leader della Uil, attendendo al varco il nuovo presidente degli industriali, commenta favorevolmente la nota del ministro del Lavoro. «L'intenzione di risolvere la questione dello scatto di maggio - dice - è un notevole passo in avanti per far cadere la pregiudiziale posta dalla Confindustria e che rischia di far naufragare il negoziato». Auspica, poi, che il governo risolva favorevolmente il problema per i dipendenti pubblici, indipendentemente dal fatto che gli imprenditori confermino la propria indisponibilità. Gian Carlo Fossi A sinistra il ministro del Lavoro Franco Marini

Persone citate: Del Turco, Franco Marini, Larizza

Luoghi citati: Europa, Roma