Sui taccuini le passioni più sfrenate di Angelo Dragone
Sui taccuini, le passioni più sfrenate Sui taccuini, le passioni più sfrenate Dalle armi della seduzione ai trionfi di Tiziano ~^w\ TORINO I N principio v'è il verbo. I Ed è la parola - LOVE I usata da Robert Indiana Mi in senso visivo, nel serico suo tessuto, ad esser stata scelta come avvio. Nella mostra son messi a fronte YErote romano e le pitture rinascimentali o barocche, i dipinti e le sculture del Gabinetto segreto del Museo di Napoli e le più sfrenate pagine erotiche d'un Fùssli o di Hayez nelle quali s'avverte il vigore d'uno spirito che creativamente s'abbandona al gesto della matita: sul robusto foglio di carta o sulla velina più sottile, da leggersi come in filigrana, a specchio d'un sentimento autentico che dovette penetrare le fibre più intime dell'essere. L'«Eros-Love», vien così zigzagando attraverso i tempi: dal secentesco arazzo dei Putti che giocano a bocce che apre la via alla serie degli Eroti, in bronzo o in marmo, all'attualità d'un bronzo, Les plaintes de l'Amour di Arman. Subito dopo Venere dormiente e Venere con attributi di Giunone, i due deliziosi Boucher del parigino museo Jaquemart André, rincalzano la Venere di Botticelli (già della Collezione Gualino) e quella di Cranach il Vecchio che nel dipingerne il lunare incarnato l'ha voluta nuda sotto il rosso velluto d'un cappello di favola. A far da controcanto l'attualità della duplice cascata di cuori dovuti a Giosetta Fioroni, nei primi Anni 60, e dello Schifano dipinto Per Aldo, per Sognare. Si torna poi all'antico con altri amorini e la possente coppia di Putti reggitorcia usciti dall'atelier di Donatello. Una decina son le sequenze in cui s'articola la mostra. «Le armi della seduzione» appaiono più costanti di quel che non si creda, basta rifarsi ai preziosi volumi ispirati dai casi di Lancillotto e Ginevra, di Tristano e Isotta. Ma ecco anche gli antichi pettini d'avorio, e lo splendido paravento in legno dipinto di Man Ray; con i ricettari botanici sulle droghe medicinali. Ne «Il patto» emerge il ruolo d'una società che incide nell'intimità amorosa. E la mostra, come in un chiaroscuro, contrappone le donne virtuose di Burne-Jones votate all'altare e L'adultera di Palma il Vecchio, mentre Valerio Adami celebra Le gioie dell'adulterio. Assai vasta e variata «L'intimità svelata»: con gli amplessi di Picabia e di Manzù, il Bacio di Hayez, casto al confronto delle Scene d'atelier, e le donne di Le Corbusier che danno quasi un senso nuovo al «modulor» dell'insigne architetto, così come nelle composizioni spaziali del veneziano de Luigi (e d'altri) l'erotismo non manca di tentare anche le vie dell'astrazione. Antiche sono le immagini del «Possesso»: innumeri le donne soccombenti alla violenza maschile, fin dai miti di Europa e di Leda col cigno, di Proserpina con le Sabine e le Leucippidi, gli amori di Tritone ed ancora amori satireschi. Le Odalische. Un'intera ala del matroneo è dedicata al Gabinetto erotico di Pompei (e in catalogo, il saggio di Renata Cantilena, con i ricordi garibaldini) mentre «Il teatro dell'amore» mette in scena una serie di letti storici e bellissimi, evocando anche ambienti come in Corso Massimo d'Azeglio di Nino Aimone, nella Sadica di Dix e nella Coppia, duplice installazione polimaterica di Laura Panno. Non senza indugiare nei «Luoghi del Libertinaggio»: tra edifici e ambienti progettati dai grandi architetti della rivoluzione, Lequeu e Ledoux, comprese alcune celebri suppellettili ideate per i più suntuosi luoghi di piacere parigini. Con i «Feticci» si torna a guardare al moderno e al contemporaneo, protagonisti alcuni grandi artisti, da Brauner e Dali a Picabia e Alien Jones, con Cremonini e Gnoli. Il «Trionfo dell'Amore», tema del commiato, s'annuncia con preziosi manoscritti della Biblioteca di Torino e da antichi testi dell'Alighieri e del Petrarca, oltreché dal Poliphilo (commentato da Calvesi), per affidarsi infine a un gruppo di emblematici dipinti: Venere e Marte, il gioiello del Veronese alla Sabauda, la Venere della tartaruga di Giovanni da Sermoneta, e Venere e Cupido di Tiziano e bottega, tornando così ad alcune delle forme visive più alte in cui si siano inverati i sentimenti e le fantasie di una società rinascimentale. Alla fine l'idea stessa dell'amore è quasi di prepotenza ricondotta al presente con Twins in theforest di Jim Dine: possente, gigantesco duo con Adamo ed Eva prigionieri del ferrigno nostro mondo: a sognare forse un Eden simile a quello di Defosse ( 1861 ) colmo d'una natura lussureggiante, dall'uomo non ancora corrotta, che per 12 metri accompagna il visitatore fino all'uscita. Angelo Dragone
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