Brucia l'Armani del mobile
Brucia l'Armani del mobile L'allarme è scattato nella notte: una scintilla o la vendetta del racket? Brucia l'Armani del mobile Danni per un miliardo e mezzo a Borgaro Una scintilla provocata da una saldatrice o un'azione dolosa tutta da decifrare? Sono gli interrogativi al vaglio degli inquirenti per spiegare l'incendio che ha completamente distrutto, la notte scorsa, il mobilificio «Armani Arredamenti», l'ex «Casa del Mobile» di via Lanzo 48 a Borgaro. I danni si aggirano sul miliardo e mezzo, coperti da una polizza assicurativa. L'allarme è scattato alle 2,40, quando un automobilista ha visto levarsi le fiamme dal tetto del salone d'arredamento. Il rogo, sviluppatosi da un locale adibito a magazzino, ha divorato i 1700 metri quadrati del salone: crollate le coperture in ferro e mattoni, sono andate in fumo cucine, camere da letto e soggiorni, oltre agli uffici e ai locali di deposito. Le fiamme hanno anche distrutto una ventina di vetture dell'«Auto Ingros srl», una concessionaria di automobili attigua all'esposizione; per spegnere gli ultimi focolai, i pompieri di Torino e Caselle hanno lavorato fino alle 10 di ieri. Il salone d'arredamento di Borgaro è uno dei sei puntivendita aperti in Piemonte e Lombardia da Dino Armani, 52 anni, che vive in via Ricasoli 25 a Carpignano Sesia (Novara), dove ha sede, in via Torino 25, anche la casa madre. «Da un mese - spiega - avevamo chiuso l'esposizione al pubblico, dopo una vendita promozionale a marzo, per dare il via ad alcuni lavori di ristrutturazione». Qualcuno ha appiccato le fiamme introducendosi da una delle finestre del locale di deposito? Difficilmente, in un rogo di grandi proporzioni, si riescono a trovare tracce che possano dar seguito a quest'ipotesi. Secondo la ricostruzione fornita dai Vigili del Fuoco e dai carabinieri di Caselle e Venaria, avvalorata dall'assenza di segni di scasso sugli infissi e sul cancello d'ingresso, a provocare le fiamme sarebbe stata una scintilla sviluppatasi durante alcune operazioni di saldatura avvenute lunedì pomeriggio nel magazzino. Il fuoco avrebbe covato per ore, trovando facile presa su alcune parti di imballaggio in polistirolo e legno pressato, e propagandosi poi alla moquette della superficie di vendita. Nell'incendio le due bombole di ossigeno e acetilene utilizzate per la saldatura si sono trasformati in ordigni esplosivi, scagliate all'esterno del magazzino, a cento metri di distanza dal punto in cui hanno perforato i muri. «Un incendio doloso? No davvero, non ho mai ricevuto minacce da nessuno» dice Dino Armani. [g. fav.] Dino Armani (sopra) proprietario del mobilificio distrutto dalle fiamme dell'altra notte «Non ho mai ricevuto minacce, è stato un incendio doloso»
Persone citate: Armani, Dino Armani
Luoghi citati: Borgaro, Carpignano Sesia, Lombardia, Novara, Piemonte, Torino, Venaria
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