Chiuso il Salone dei record

Chiuso il Salone dei record Boom di vendite, 120 mila visitatori e tanti studenti al Lingotto Chiuso il Salone dei record Brindisi finale, Zeri taglia la torta ETORINO EGGERMENTE raffreddato, Federico Zeri è arrivato a mezzogiorno per spegnere le candeline e tagliare una grande torta alla frutta. «E' stato un Salone riusci-1 to - ha detto il critico d'arte -. Ottima organizzazione, bello il po-. sto. Quest'anno è scomparsa l'abominevole distinzione tra piccoli e grandi». Si è concluso così il quinto Salone del Libro, con un grande successo di pubblico, 120 mila persone (14 mila in più rispetto allo scorso anno, uguagliato il record dell'89, con 10.400 professionali e 10.300 studenti) e un buon collaudo della nuova sede. Ci sono già anche le date delle prossime edizioni. Sempre in maggio, dal 20 al 25 nel '93 e dal 19 al 24 nel '94 (non più in contemporanea con l'Aba, la fiera dei librai americana). Gli editori se ne sono andati soddisfatti. Hanno venduto molto, moltissimo. «Il 30% in più dello scorso anno - dichiara Giovanni Ungarelli, direttore generale della Rizzoli -. Numerosi i giovani, che si sono concentrati poco sulle novità e molto sui titoli del catalogo. Sono finite tutte le 300 copie del libro di Falcone Cose di cosa nostra che avevamo. Avremmo potuto venderne molte di più, ma abbiamo scelto idi non farne arrivare altre, perché eravamo troppo amareggiati. Sono andati benissimo i tascabili, e soprattutto i classici latini e greci con testo a fronte. E' l'effetto maturità». L'attesa degli esami ha fatto affluire sciami di studenti anche negli stand specializzati in manuali, dai Bignami alla Hoepli ai Manolibri. Grande soddisfazione anche alla Mondadori, 90 mila libri venduti, un terzo in più dello scorso anno: «E' andata meglio del previsto - dice Alessandro Bacci, direttore commerciale - i titoli preferiti sono quelli che avevano gli autori allo stand. Ci sono stati nugoli di visitatori che hanno quasi paralizzato le vendite». I più venduti? «Ferrini, De Crescenzo, Bevilacqua, ma anche i classici, Pirandello». Feltrinelli è stata beneficiata dall'effetto Gordimer, perché il premio Nobel è venuto al Salone; ma nel suo stand graticolato, sempre zeppo, si sono venduti bene i volumi dell'universale economica, la Allende, Benni, Requiem di Tabucchi. Da Einaudi si cercavano Vassalli Marco e Mattia, e Campana I giardini della Favorita; da Adelphi, soprattutto Quinzio La sconfitta di Dio, l'Uomo scimmia di Lewis, i consigli di Schopenhauer per ottenere ragione, il romanzo di Fleur Jaeggy I beati anni del castigo. Bollati Boringhieri ha incrementato del 10% gli affari, con vendite di catalogo, e qualche punta per Luisa Pérez-Pérez Il generalissimo, la Irigaray, gli intramontabili Jung e Freud. Garzanti ha lanciato bene il Crichton, Sol Levante appena uscito, e Lievi imprecisioni di Gnocchi, l'assente sempre presente nel cuore del pubblico. «Siamo contenti, ma quest'anno eravamo in fondo. Quando la gente arrivava da noi aveva già le borse piene e il portafoglio vuoto. Molti guardavano i libri costosi, li sfogliavano. Poi si tiravano indietro perché avevano esaurito il denaro». Nei grandi flussi del weekend c'è stato un effetto «formiche». Il pubblico seguiva itinerari casuali, incolonnandosi con caparbietà. Con qualche fenomeno curioso. Sellerio, per esempio, si affacciava su due corridoi: ha venduto molto da una parte e poco dall'altra. Le vendite torinesi hanno riprodotto le classifiche. Ma non solo. Nella più grande libreria d'Italia sono avvenuti incontri ravvicinati del terzo tipo con piccoli editori. Emilia Lodigiani, di Iperborea, la casa specializzata in letteratura scandinava, ci con¬ ferma: «Molta gente non ci conosceva ancora - dice -. Il Salone ci permette di stabilire contatti diretti con il lettore». Sandro Ferri di e/o dopo un avvio cauto gongola: «Domenica si è fermato sopra il nostro stand l'anticiclone delle Azzorre che ci ha portato un tornado di compratori». Fantascienza e fumetti. Sergio Fanucci dell'omonima casa editrice specializzata in fantascienza ha raddoppiato quest'anno il volume degli affari. Il loro bestseller è Le porte di Anubis, Tim Powers, lo stesso autore di La leggenda del re pescatore. «Abbiamo esaurito 42 titoli - dice. - Venivano a trovarci lettori preparati. Cercavano titoli precisi, disposti a spendere molto, comprando 10-15 volumi per volta». Grande successo anche per i fumetti con i Manga giapponesi (proposti da Granata Press) e I volti segreti di Dylan Dog offerti dall'editore Scarabeo di Torino (dieci disegnatori, da Jacovitti a Toppi, per la creatura di Sciavi). I felpini. Li chiamano così perché indossano felpe. Sono i venti ragazzi e ragazze vestiti di verdeblù che curavano il servizio organizzativo. Per far parte della squadra, hanno affrontato lunghe selezioni. Quest'anno sono contenti: «Il pubblico era disciplinato. Nessuna discussione antifumo. L'anno scorso eravamo trasformati in vigili del fuoco». Bambini Ogni giorno se ne perdevano una decina. Tanti piccoli choc. Forse lettori perduti per sempre. Peggio per gli adulti: se ne smarrivano tra le colorate copertine almeno il triplo. Un nemico invisibile. I ragazzi sono stati i grandi protagonisti, ridanciani, colorati, festosi. Editori e maghi del marketing se li mangiavano con gli occhi. Saranno amici del libro? Chissà. George Gay dell'Ecole primaire di Grenoble ha avvertito: attenti a non sottovalutare un nemico invisibile del libro, il videogame. Ora il Salone continua in libreria. Se son lettori fioriranno. Bruno Ventavo!i «Effetto Gordimer» per la Feltrinelli Bene i best seller ma anche i Bignami Nell'immagine grande Zeri e, sulla sinistra, Accornero. Accanto, Vassalli. Sopra, Bevilacqua e Benni, fra i best seller del Salone

Luoghi citati: Adelphi, Azzorre, Brindisi, Falcone, Italia, Torino, Zeri