L'umorismo non è di parte la satira sì di Oreste Del Buono

L'umorismo non è di parte la satira sì RISPONDE O.d.B. L'umorismo non è di parte la satira sì Caro sig. Del Buono, un quesito per lei. Dal 1921 (fondazione del pei) in poi i nostri comunisti non sono mai stati famosi per senso dell'umorismo. Nel 1948 persero quella fatale elezione anche perché massacrati da un umorista, Giovannino Guareschi. Poi una decina di anni fa, paf!, mutazione genetica. Oggi gli umoristi italiani sono quasi tutti comunisti: basta scorrere la «bibliografia» dei libriccini di Gino & Michele. Mi interesserebbe la sua spiegazione (se ne ha una!) per questa metamorfosi... Lino Sacchi, Torino GENTILE signor Sacchi, si tratta semplicemente di ripercorrere il periodo storico in questione. Lei parla di senso dell'umorismo, ma poi cita la campagna di Guareschi nel 1948. Allora Guareschi fu soprattutto autore satirico. Infatti, il senso dell'umorismo colpisce imparzialmente destra e sinistra, non le distingue neppure, non sceglie, non è di parte. E' la satira che sceglie, che è di parte. E allora perché lei non ricorda che le leggi cosiddette fascistissime sulla stampa, dal 1924, proibirono la satira politica esercitata sino ad allora vigorosamente da periodici come l'Asino, supplemento dell'Avanti!, e // becco giallo? Scalarmi e Galantara, i due grandi in cui si identificava tutta l'opposizione, non poterono certo più lavorare, almeno facendo satira. A Scalarini, bastonato a morte, fu seque- L'umonon è dla sat rismo i parte ira sì strata la leggendaria matita all'entrata nel carcere di San Vittore e a Galantara solo l'indulgente ricordo di un'antica amicizia socialista da parte di Mussolini concesse di fare ancora qualche disegno, non satirico e non firmato, sul giornale umoristico Marc'Aurelio. Dopo la fine della guerra, quando si riaffacciarono in edicola i fogli satirici, l'opposizione fu tutta, per così dire, di destra per quel tanto d'innovazione che temeva di riconoscere nel governo Parri. Quando De Gasperi riuscì a buttar fuori dal governo i compagni scomodi, la satira si concentrò contro il comunismo attentatore alla libertà. Guareschi però cambiò presto idea, non nei riguardi dei comunisti, ma dei democristiani a partire da De Gasperi. E il perdurare della de al vertice ha provocato, alla fine, la nascita di una satira antidemocristiana da parte di una nuova leva di autori. Una questione di generazioni, d'età. Questo, però, non è cominciato appena dieci anni fa, come dice lei, gentile signor Sacchi, è cominciato alla metà degli Anni 60. Come passa il tempo. Di gente che, comunque, si riconosca oggi comunista c'è solo quella di Rifondazione, quella del Manifesto e, quando le va, quella di Cuore. Oreste del Buono

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