Gli ultimi doni di Vincitorio di Mirella Serri

Gli ultimi doni di Vincitorio Il critico ricordato a Roma Gli ultimi doni di Vincitorio EROMA N critico contro le mode. Francesco Vincitorio, critico d'arte scomparso tre mesi fa a settantanni, è stato ricordato così nella manifestazione che si è tenuta nel Palazzo delle Esposizioni a via Nazionale. A Vincitorio, uno dei maggiori esperti di arte contemporanea, critico «militante» ì cui giudizi, pronunciati dalle colonne de La Stampa, erano tra i più temuti e attesi da galleristi, scultori, pittori, è stata dedicata l'iniziativa «Arte contemporanea: il progetto di Francesco Vincitorio» promossa dalla Associazione per l'economia della cultura. All'incontro hanno partecipato tra gli altri Vittorio Ripa di Meana (presidente dell'associazione), Vittorio Fagone, Maria Chiara Turci, Marisa Dalai Emiliani, Maria Elisa Tittoni, Achille Perigli. «Un gentiluomo dedito a una rigorosa difesa dei Beni culturali» ha definito Vincitorio lo storico e meridionalista Giuseppe Galasso, in un intervento trasmesso a Ripa di Meana. «Un outsider libero e anticonformista, capace di far pesare nel mondo dell'arte le sue opinioni», in questo modo l'ha descritto il critico d'arte Vittorio Fagone ricostruendo il ruolo di punta di NAC (Notiziario di arte contemporanea), la rivista fondata da Vincitorio. «Per la quale - ha fatto ancora notare Fagone - non voleva le sponsorizzazioni di nessuna galleria e tramite la quale non tendeva a formare una sua personale scuderia». Vincitorio per anni ha affiancato alla sua attività di dirigente di banca quella di grande conoscitore di arti figurative. E' stato anche critico dell'Espresso, collaborazione che poi abbandonò, ritenendo che non sussistessero più i presupposti di un contributo senza condizionamenti. «Tra i suoi meriti ha sottolineato Achille Perilli, artista a lui molto vicino - vi fu anche non solo un'approfondita conoscenza dell'arte moderna ma una dote ineguagliabile: sapeva riconoscere la qualità delle opere». Le iniziative sostenute dal critico marchigiano nel mondo dell'arte sono sempre state numerose: grazie alla sua volontà di organizzatore energico e infaticàbile è potuto nascere un Centro di documentazione arti visive, patrocinato dal Comune di Roma. Il ricco repertorio del Centro, i materiali raccolti dal 1978 a oggi saranno visibili al pubblico, a partire dall'autunno, presso il Palazzo delle Esposizioni, come ha annunciato Maria Elisa Tittoni, dirigente dei musei comunali di Roma. Il contributo dato da Vincitorio alla fondazione dell'Associazione per l'economia della cultura è stata una delle ultime avventure culturali che lo ha visto protagonista. «Vincitorio si era dedicato molto a sostenere questa impresa - dice Vittorio Ripa di Meana -, era un uomo indipendente e molto aperto al dialogo. Credeva nell'importanza degli obiettivi che ci siamo destinati. Prioritario, tra tutti, quello di far crescere una classe professionale, operatori culturali in grado di contribuire alla conservazione delle opere d'arte. Aveva fiducia che si potesse impostare in modo corretto il rapporto tra arte ed economia, che si potessero evitare, cioè, fenomeni di accaparramento da parte dei privati, ma avere sponsor e sostegni validi per salvare il nostro patrimonio artistico. Mi ricordo che era uscito, poco tempo prima che morisse, il primo numero della nostra rivista, che si muoveva su questa linea di politica culturale. Vincitorio era molto malato, ma l'ho visto rallegrarsi per la pubblicazione: andava in porto un'altra delle iniziative cui si era dedicato con passione». Mirella Serri

Luoghi citati: Comune Di Roma, Meana, Roma