L'Opera da tre soldi? Opera di una donna di Mirella Appiotti

L'Opera da tre soldi? Opera di una donna Londra, esplosive rivelazioni di uno studioso: il drammaturgo era circondato da un harem di «negre» L'Opera da tre soldi? Opera di una donna «Brecht autore solo per il 15%, il resto è di Elisabeth Hauptmann» "TSjlHI ha scritto l'Opera da ■ ' tre soldi? Bertolt Brecht, I oppure Elisabeth HauptI i marni, l'intellettuale te\A I desco-americana, vissuta all'ombra del drammaturgo sin dagli Anni 20, sinora ritenuta soltanto «co-autrice» della storia di Mackie Messer? «Per il 15% l'ha scritta Brecht, per l'85 la Hauptmann». L'affermazione esplosiva viene da John Fuegi, professore universitario e regista cinematografico d'origine inglese, studioso brechtiano di lunga data, autore del libro Brecht & Co che uscirà il prossimo anno, ma che già fa «scandalo». Anche perché in discussione non è soltanto la commedia ritenuta il capolavoro di Brecht. Nel mirino c'è tutto il suo lavoro tea- trale, compiuto quasi sempre insieme con collaboratrici, spesso a lui legate da rapporti amorosi oltre che professionali. Fuegi si è chiesto: quanta parte dell'opera di Bertolt è stata scritta dalle donne che dividevano il suo letto e i suoi ideali marxisti? La risposta è ampia e severa: Brecht avrebbe fatto lavorare moltissimo le sue «signore», assai più di quanto sinora si sapeva. Avrebbe biecamente profittato del suo celebre «harem di amanti» come di collaboratori non pagati. La più importante voce del teatro europeo negli ultimi 50 anni si sarebbe comportata con assoluto cinismo. La storia, dice Fuegi, è stata troppo gentile con lui, sinora. Fuegi, un personaggio solo in apparenza «privo di presunzione» come scrive ì'Independent on Sunday, ha potuto leggere una per una le carte dell'archìvio Brecht. Grazie ad uno stratagemma. Alla casa madre di Berlino Est non ha chiesto l'accesso ai documenti sapendo che quasi con certezza gu sarebbe stato negato; ha voluto soltanto cono- scere il catalogo dei soggetti, spulciando tra le voci «privato» e «politico». Con queste indicazioni sicure è tornato a Harvard, dove vive, e dove ha potuto comodamente consultare il duplicato deU'archivio, consegnato in fotocopia all'università americana dal figlio di Brecht. Saltano subito fuori molti nomi, in specie quelli di Ruth Berlau e di Margarete Steffin: entrambe ricordate, insieme alla Hauptmann, come collaboratrici in tutte le edizioni delle commedie brechtiane. Il problema non è mai se i lavori di Brecht siano scritti a quattro mani oppure soltanto da lui, ma quanto grande sia stato l'apporto altrui. Davvero la Berlau, attrice danese finita alcolizzata anche «per le violenze psicologiche subite da Brecht», fu parte determinante nella stesura di II cerchio di gesso del Caucaso, dei Giorni della Comune, delle Visioni di Simona Marchandl E che per quest'ultima opera avrebbe dovuto avere il 20% sui diritti del film, somma destinata invece all'acquisto della villa californiana dello scrittore? Un po' meno facile, sostiene l'autore di Brecht & Co, documentare con assoluta precisione l'apporto della Steffin. Comunista, figlia di operai berlinesi, poetessa e traduttrice si era unita giovanissima al collettivo brechtiano. «Fra lei e Brecht come racconta Klaus Volker nella sua Vita di Bertolt Brecht - esisteva una relazione amorosa molto sincera. Contrariamente ai molti con altre donne, questo legame aveva un che di cospirativo e di teneramente intimo...». La Steffin muore di tisi a Mosca durante il viaggio dei Brecht verso gli Usa. Fuegi afferma che l'amante si è appropriato di opere della poetessa e sottolinea l'enorme contributo che essa diede a L'anima buona di Sezuan, all'Arturo Ui, a Madre Coraggio. Dolorosa esperienza anche per I-Iella Wuohjoki. Nei primi Anni 40 la scrittrice finlandese formava, con la Berlau e la Steffin, la triade amorosa ruotante, insieme alla moglie legittima Helene Weigel, attorno al drammaturgo. Insistentemente, e pare senza successo, Hella chiese royalties come «coautore» e non soltanto come collaboratore del Puntila. Ma il destino peggiore è toccato alla Hauptmann: secondo Fuegi anche la Santa Giovanna dei Macelli è in gran parte sua. La discussione sembra destinata ad arroventarsi, mentre la Bbc sta per mandare in onda un «serial» brechtiano parzialmente ispirato all'opera dì Fuegi. Prima che si aprano le ostilità, è forse bene ricordare le parole di T. S. Eliot: «Il piccolo poeta imita, il grande ruba». Bertolt, per l'Opera da tre soldi, aveva copiato L'opera del mendicante di John Gay. Non si fece problemi ad attribuirsi le fatiche del suo harem. Mirella Appiotti Cinico sfruttatore delle sue amanti che costringeva a scrivere per lui Bertolt Brecht. Il libro-scandalo di John Fuegi uscirà nel '93

Luoghi citati: Berlino Est, Londra, Mosca, Usa