Pochi giudici per indagare e arriveranno fra un mese

Pochi giudici per indagare e arriveranno fra un mese Carenze a Caltanissetta. I magistrati di Palermo: caccia ai latitanti e impunità ai pentiti Pochi giudici per indagare e arriveranno fra un mese PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Con l'omicidio di Giovanni Falcone, della moglie e dei tre agenti della scorta si vuole uccidere la speranza di noi magistrati. Tutto quanto si è fatto fino ad ora, che è costato lacrime e sangue, non ha intaccato la potenza criminale di Cosa nostra»: Roberto Scarpinato, sostituto procuratore, legge lentamente il documento approvato al termine di un'assemblea spontanea dei magistrati impegnati in processi di mafia. I colleghi di Falcone, dopo il pianto ai funerali, ora avanzano tre proposte a Parlamento e governo: «Una legge che garantisca l'impunita dei pentiti, della durata di almeno 10 anni, in subordine un aumento delle attenuanti e la possibilità di espiare la pena agli arresti domiciliari; un impegno eccezionale dello Stato per la cattura dei grandi latitanti che da 20 anni vivono a Palermo, e che sono i mandanti di questa strage come delle stragi precedenti e future; modifiche tecniche al Codice penale ed al Codice processuale penale per ottenere subito condanne». «Ma se su questi temi calerà il silenzio - conclude il documento - si compirà il disegno di Cosa nostra di spegnere la speranza di noi giudici siciliani». Intanto le indagini sulla strage di sabato non registrano successi. Gli 007 dei servizi segreti, della Criminalpol, dei Ros, dei carabinieri, e dell'Alto commissariato antimafia, piombati da Roma, girano a vuoto. E circola una voce: i boss avrebbero addirittura assoldato un geologo per preparare con cura l'agguato al giudice e alla scorta. E a Caltanissetta scoppia un'altra polemica: il titolare dell'inchiesta, il procuratore Salvatore Celesti, per ora può avvalersi di un solo collaboratore, il sostituto Francesco Polino; gli altri due che collaborano con lui non hanno maturato l'anzianità richiesta per entrare in una procura distrettuale antimafia, la sola abilitata ad occuparsi dei gravi delitti di Cosa nostra. Uno dei due è Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici. Per dare il senso della dimensione dell'organico giudiziario responsabile dell'inchiesta, in tribunale a Caltanissetta circola voce che i 4 sostituti attesi come rinforzo da Catania e Messina non potranno mettersi a disposizione di Celesti prima di un mese. Intanto all'Assemblea siciliana, convocata dal presidente della Commissione, il socialista Luigi Granata, il Consiglio di presidenza dell'Antimafia denuncia «inerzie e connivenze all'interno di organismi dello Stato» e rileva che la mafia «è un nemico più organizzato del terrorismo». A Palazzo di giustizia il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Di Lello, del direttivo di M.D., che lunedì ha abbandonato per protesta l'aula magna mentre parlava Martelli, osserva che «il braccio armato della mafia non accetta di ricevere colpi su colpi, mentre i suoi alleati politici non vengono lambiti». Poi, spruzzando vetriolo, Di Lello va oltre: «Falcone è stato ucciso - dice - perché fosse chiaro dopo il delitto Lima che la classe politica di governo, che tanta parte del proprio potere deve alla mafia, non può impunemente tentare di scaricare solo sul braccio armato la momentanea necessità di repressione finalizzata a legittimarla come non collusa». Sfiduciato il procuratore Pietro Giammanco riconosce che l'ufficio del pm con il nuovo Codice ha le unghie spuntate e ammette «non possiamo fare soltanto i blitz se poi le nostre strutture non ci consentono di fare i processi e il materiale che acquisiamo, comprese le intercettazioni telefoniche, è inutile perché la prova deve essere portata in dibattimento». E come se non bastasse, si lamenta Giammanco, «prima di arrivare in aula possono anche trascorrere anni». Antonio Ravidà LA "VEDETTA" CONTROLLA L'ARRIVO DEL CORTEO DEL GIUDICE FALCONE E ATTIVA LA TRAPPOLA Salvatore Celesti, ' procuratore della Repubblica a Caltanissetta: è lui il titolare dell'inchiesta sulla strage di sabato. A destra la ricostruzione dell'attentato, secondo la versione che prevede l'uso di fotocellule per l'esplosione

Luoghi citati: Caltanissetta, Catania, Falcone, Messina, Palermo, Roma