Un «montone» a seimila lire

Un «montone» a seimila lire All'asta gli oggetti dimenticati in treno dai viaggiatori Un «montone» a seimila lire Cinquanta persone alla ricerca dell'affare al dopolavoroferroviario Oggi vanno all'incanto ipreziosi, poi sarà la volta di biciclette e radio Gli aspiranti architetti e ingegneri hanno la testa fra le nuvole. Perlomeno da quello che si può vedere all'asta ferroviaria, che mette all'incanto gli oggetti dimenticati sui treni o spediti e mai ritirati. Cinque mega-cartelle con righelli, squadre e compassi e tanti tubi per i fogli da disegno sono stati offerti ieri mattina, in via Sacchi 61, nel primo giorno di asta pubblica dell'ente ferroviario di quest'anno. Nella stanzetta vicino al dopolavoro, una cinquantina di persone si sono assiepate sotto al «balconcino» dove il battitore presentava la merce. Sugli scaffali degli oggetti dimenticati c'è un po' di tutto. Una tappeto persiano, un radiatore di rame, due belle trombe fiammanti, prezzo di partenza 200 mila lire: ci si stupisce che si possa dimenticare su un treno cose del genere. Il battitore incomincia. Uomini, donne, anziani pensionati si contendono valigie, borse da viaggio, zainetti, occhiali e numerosi ombrelli, un vero «classico» nella lista degli oggetti smarriti. Si vede che il battitore non è del mestiere: presenta ogni cosa, dalla borsa di plastica al giaccone alla moda, senza fissare un prezzo di base. Così c'è sempre qualcuno che alza una mano e dice «Duemila». Si parte da duemila lire anche per una piccola mantellina di pelliccia (visone? murmel?) che se ne va tra le braccia di una signora che sorride felice: ha pagato 12 mila lire. Un ragazzo alto si aggiudica l'affare del giorno, un montone integro, taglia 50, per 6 mila e 500 lire. «Con 50 mila lire di tintoria è come nuovo», commenta un po' invidioso il suo vicino. Lui risponde «Mio cugino ha la tintoria e lo lava gratis»: ha davvero pensato a tutto. C'è chi si accanisce sui capi di vestiario sparsi, raccolti in scatole di cartone che vengono offerte «al buio». Finiranno probabilmente sui banchetti al mercato. «Duemila», dice il solito tra il pubblico, e la lotta incomincia. E' una ben piccola lotta, a colpi di 500 lire per volta: più che altro è un gioco. Gioca persino il battitore, che dalle scatole tira fuori ammiccando una manica di pullover o di giacca a vento, per poi richiudere il tutto con aria misteriosa. A quattro, a cinque, a sette mila lire le scatole «magiche» vanno via tutte: da una salta fuori una pelliccia di lapin. E' un po' malridotta, cola un liquido grasso. «E' l'antipulci» urla un uomo dal pubblico, e tutti ridono. Anche zaini e valigie vengono aggiudicati chiusi: con poche lire la gente si compra un po' di mistero. Per tre ore si procede così, chi va e chi viene, chi fa offerte chi sta soltanto a guardare ridendo. Poi si chiude. Le trombe lucenti e il tappetino persiano rimangono sugli scaffali ma la loro storia non finirà lì. L'asta continua in settimana. Gli orari: lunedì e venerdì dalle 9 alle 12,30; martedì e giovedì 9-12,30 e 15-17. Oggi saranno presentati oggetti preziosi e bigiotteria. Il 28 tocca a radio, tv e mangianastri. Il 2 giugno sarà la volta di biciclette e macchine fotografiche. Un'unica clausola: si paga subito e in contanti. Cristina Caccia

Persone citate: Cristina Caccia