Marilyn il mistero fa il business

Marilyn, il mistero fa il business L'attrice moriva 30 anni fa: l'America la ricorda con una valanga di libri e con molte «verità» Marilyn, il mistero fa il business La vestale del sesso e i suoi nemici NEW YORK. La stella di Marilyn Monroe non tramonta mai. Libri, televisione e giornali rinnovano il mito dell'attrice, mentre il giallo della sua morte riaccende le discussioni. Fu suicidio, overdose da barbiturici, assassinio? La terza ipotesi oggi è la prevalente. Sulla Monroe è stata pubblicata sinora un'ottantina di libri. Fra questi c'è il recentissimo «Marilyn and Me» (sottotitolo: Sorelle, Rivali, Amiche) della Warner Books. Lo firma l'attrice Susan Strasberg. La Monroe, stufa di ruoli da bionda stupidotta, sognava di interpretare Grushenka ne «I fratelli Karamazov» (Lee Strasberg, direttore dell'Actor's Studio l'aveva convinta): così lasciò Hollywood e volò a New York dove s'iscrisse, come allieva privata, ai corsi di Strasberg, entrando anche a far parte, quasi come una figlia adottiva, della sua famiglia. Il racconto è particolarmente attento ai comportamenti sessuali dell'attrice, ritenuto all'avanguardia per i tempi. Quando Susan le rivelò di avere una relazione con Richard Burton (devastante), poi seguita da un flirt con Warren Beatty, la Monroe osservò: «Gli uomini non hanno troppa immaginazione (a letto). Le donne sono molto più libere». Insieme le due giovani (sedicenne la Strasberg, 12 anni in più la Monroe) guardarono attentamente una copia del Kamasutra e, vestite, ne provarono le posizioni: «Marilyn agiva come se il sesso fosse naturale, niente di cui vergognarsi». Un'altra volta ebbe a lamentarsi con un'amica che toccava sempre a lei «prendere l'iniziativa perché gli uomini non sanno come comportarsi con me» e quell'amica aggiungeva: «Naturalmente Marilyn non si sentiva mai in colpa in materia di sesso. Lo usava... Quel suo potere le dava un enorme piacere, lo apprezzava come un gioco». Sbalordì perfino il personale di un negozio di vestiti, perché non portava biancheria intima. «Collezionava esperti, sempre uomini al top delle loro pro¬ fessioni - prosegue la Strasberg -. Beveva lo champagne più pregiato e pensava coi migliori». Sempre secondo il libro avrebbe avuto almeno naso e mento rifatti: «A un amico che era andato a trovarla, Marilyn urlò "Attento, stai per sederti sul mio mento!"». Laurence Olivier, Arthur Miller e John Huston sono ritratti come incomprensivi nei suoi riguardi ed ostili con Paula Strasberg, moglie di Lee. «Queen of Desire» (Regina del desiderio), del giornalista Sam Toperoff, edito da HarperCollins, è un romanzo liberamente ispirato alla vita della diva, un miscuglio di realtà e di invenzione, di personaggi veri e di altri finti. Vi si descrivono, tra l'altro, la violenza sessuale subita a 9 anni da parte dell'amante della madre e l'aborto della sua migliore amica, in un losco motel, durante la seconda guerra mondiale. Nell'autobiografia di Varyl Gates, «My Life with the Lapd», uscita da pochi giorni, l'autore scrive che lui e i suoi colleghi della centrale di polizia sapevano della presenza di Bob Kennedy a Los Angeles quel fatidico giorno d'agosto, fatto sempre negato dalla famiglia Kennedy. «Ma non possiamo dire se si recò nell'alloggio dell'attrice», aggiunge. Da San Francisco il procuratore John Bates ribatte: «Impossibile. Bob ha passato nel mio ranch l'intero weekend, lo provano alcune foto che io stesso ho scattato». E' imminente «Why Norma Jean Killed Marilyn Monroe», di Eddie Jaffe e Lucy Freeman, un'esperta di psicologia. Lo pubblica la Global Rights, e vi ha collaborato lo psichiatra di famiglia della Monroe che vede lo «stato di suicidio» legato all'infanzia della donna. Un giorno prima dell'anniversario del 5 agosto (30 anni dalla morte) apparirà il volume di Peter Harry Brown e Patte Barham, «Marilyn: The Last Take», edizioni Dutton, dove si sostiene che l'attrice fu distrutta da 2 complotti, di Hollywood e del giro politico dei Kennedy. La St. Martin's metterà invece in circolazione, il 20 agosto, «"Marilyn's Men": The Private Life of Marilyn Monroe», di Jane Ellen Wayne: una guida ai suoi tanti amori, che getta la colpa morale della morte sui fratelli Kennedy, e a settembre sarà la volta di «Crypt 33: The Saga of Marilyn Monroe», della Birch Lane, scritto dal ricercatore monroiano Milo Speriglio, assieme ad Adela Gregory. Un nuovo home video della Kvc, di quasi un'ora, «The Marilyn Files», riporta un'indagine di Robert Slatzer, pure autore di un imminente libro dallo stesso titolo. Vi si vede Jack Clemmons, un ufficiale di polizia accorso sul posto della tragedia: sostiene la teoria del complotto, e parla di partecipazione di membri del governo fe¬ derale, degli studi hollywoodiani, di almeno un dottore, e della polizia di Los Angeles. Un altro intervistato, l'exguidatore di ambulanza James Hall, dice di averla trovata ancora in vita, e pensa che sia stato un medico, poi identificato per lo psichiatra della Monroe, scomparso nel '79, a somministrarle la dose letale: «Aprì la borsa, prese la siringa con l'ago già inserito. Chi altro poteva farlo in maniera più facile e tranquilla?». Il complotto sarebbe stato ordito dai Kennedy per evitare una conferenza stampa che lei aveva in mente da tempo per rivelare la relazione con entrambi; e si esortano le autorità a riaprire le indagini. Giuseppe Ballaris Marilyn non ha pace. Su di lei sono stati pubblicati circa 80 libri: adesso il personaggio è tornato di moda. L'ultimo lo firma Susan Strasberg, figlia di Lee, fondatore dell'«Actor's Studio». Lei ebbe una storia con Warren Beatty e l'attrice disse: «Gli uomini a letto non hanno fantasia»

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