Operazione filibusta Salpa la Royal Navy

Operazione filibusta Salpa la Royal Navy La flotta britannica contro i pirati Operazione filibusta Salpa la Royal Navy Di pattuglia nei mari dell'Asia del Sud Centinaia di arrembaggi a mercantili «E' accaduto spesso che un pirata cui si era concesso di infestare i mari, perché considerato indegno dell'attenzione di un governo, è diventato così pericoloso da far spendere molto sangue e denaro per essere eliminato»: firmato Daniel Defoe, anno del Signore 1724. Nelle austere sale dell'Ammiragliato, a Londra, si sta meditando su quanto erano fondati gli avvertimenti dell'autore di Robinson Crusoe, adesso che la Royal Navy ha ricevuto l'ordine di prepararsi a pattugliare i mari del Sud-Est asiatico «a caccia di pirati». Spedite in magazzino le carte del Golfo Persico e le schede sulla flotta di Saddam, gli ammiragli di Sua Graziosa Maestà Elisabetta II ripassano storie di Sandokan, tigrotti di Mompracen, abbordaggi. In un un'epoca in cui sembrava che gli unici pirati fossero quelli, molto asettici e poco esotici, dell'etere o del computer, si torna a giocare a rimpiattino con i «fratelli della costa». In quel Mar Cinese dove all'inizio del secolo regnavano le giunche di Lai Cho San, bella piratessa cinese che aveva ereditato dal marito una flotta corsara e che distribuiva alle sue vittime sguardi assassini e altrettanto feroci coltellate. L'allarme è scattato perché, mentre nei cinema si applaude la sconfitta di Capitan Uncino, i Loyds fanno i conti: dall'inizio dell'anno più di cento arrembaggi a mercantili di tutte le bandiere solo in quel triangolo del terrore che va dal Mar Cinese meridionale a Singapore e all'inestricabile pulviscolo delle isole indonesiane. A Singapore nell'89 i tre attacchi messi a segno nella zona erano stati descritti come una anacronistica stramberia. Adesso che sono saliti a una ragguardevole media di cinquanta, nei grattacieli della Svizzera asiatica non si ride più. In queste classifiche, poi, rientrano soltanto gli assalti condotti contro mercantili di medio o grosso tonnellaggio, e non le migliaia di operazioni contro piccole imbarcazioni che non avranno mai diritto a una storia. La tecnica è sempre quella, il classico arrembaggio di Salgari: all'alba, quando a bordo l'attenzione è appannata, veloci imbarcazioni a motore si avvicinano ai lenti mercantili, con l'uso di leggere scale di bambù o di rampini un commando di pirati ben armati sale a bordo e cattura subito il comandante e gli ufficiali, costrigendo l'equipaggio ad arrendersi. Se qualcuno resiste viene eliminato. il carico è trasbordato su un'altra unità che subito si allontana. Ma in alcuni casi i pirati, dopo aver rapidamente camuffato la nave, si dirigono verso un porto vicino dove i complici provvedono a svuotare il carico con più calma. Alcuni mercantili sono stati trasformati in rottami per far sparire ogni traccia. Una pirateria molto profes-. sionale, quasi in guanti bianchi? Niente affatto, terrore ed orrore sono sempre quelli dei vecchi tempi di Barbanera e dell'Olonese. Su un mercantile di Taiwan a un marinaio hanno estratto i denti d'oro con un paio di tenaglie. L'equipaggio di un cargo giapponese abbordato nel Mar Cinese è stato interamente sterminato. Di molti marinai si è persa ogni traccia; gettati fuori bordo senza nemmeno la classica passerella. Finora le compagnie marittime si sono autodifese, diffondendo a bordo delle loro unità un codice di comportamento antipirati: tenere sempre in azione il radar, vedette in coffa come sui galeoni dell'oro, navigare in squadra, controllare i messagi radio con cui spesso i pirati mettono fuori rotta le unità che vogliono assalire. Risultati scarsi: tanto che adesso si fa ricorso alle cannoniere e agli elicotteri, mentre gli 007 dell'Intelligence Service daranno la caccia a complici e mandanti. Perché la Tortuga dei moderni fratelli della costa asiatici è in insospettabili palazzi di Hong Kong, di Giava e di Singapore, dove lavorano il crimine organizzato e la mafia cinese. La ciurma è invece formata da filippini, malesi, thailandesi, poveracci arruolati nelle favelas del sottosviluppo asiatico con la speranza di un abbordaggio ben riuscito che tenga lontana la fame. Il grande business della moderna pirateria è iniziato con la tragedia dei Boat People, decine di migliaia di disperati tenacemente renitenti agli splendori del comunismo vietnamita che cercavano la libertà accalcati su carrette del mare. Su queste navi della disperazione i pirati si sono lanciati come pescecani, depredando, uccidendo, violentando, a caccia dell'oro sfuggito ai rapaci doganieri di Hanoi e di ragazze e bambine da rivendere ai bordelli della regione. Un arrembaggio feroce che molti, troppi fecero finta di ignorare, perché, in fondo, serviva a setacciare quella marea di profughi che non si sapeva dove ospitare. Adesso la caccia alla flotta con il teschio è riaperta. Domenico Onirico mmmmm

Persone citate: Barbanera, Boat, Daniel Defoe, Domenico Onirico, Elisabetta Ii, Robinson Crusoe, Salgari

Luoghi citati: Asia Del Sud, Hanoi, Hong Kong, Londra, Singapore, Svizzera, Taiwan