Il prete bello di Dublino di Foto Ap

Il prete bello di Dublino Il prete bello di Dublino Passione e rimorsi: la love story del vescovo IL CASO LO SCANDALO TRA I CATTOLICI LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE . Attizzato dalle ricorrenti rivelazioni di Annie Murphy dal Connecticut, lo scandalo dell'ex vescovo Eamon Casey, costretto alle dimissioni per una «love story» segreta e benedetta dalla nascita di un figlio «riconosciuto» solo dopo diciassette anni, ha avuto l'effetto di un terremoto^ in Irlanda. Perché nella cattolicissima e bigotta terra di Dublino è stato come scoperchiare d'un tratto una pentola che stava bollendo da tempo: il «caso» del vescovo Casey non è isolato, è soltanto il segnale più clamoroso di un dramma vissuto clandestinamente nella vergogna da centinaia di altri preti, votati al celibato ma tentati dalla carne, che hanno avuto altri «affari» segreti. E fra questi ci sarebbe anche un secondo vescovo, secondo la denuncia pubblica del padre Pat Buckley che assiste alcune comunità di ragazze-madri di cui ha raccolto le spinose confidenze. Il fenomeno non è certo nuovo. In un recente libro-denuncia scritto dall'ex frate domenicano David Rice (che ha lasciato il saio per sposarsi) almeno centomila preti negli ultimi vent'anni «hanno gettato la tonaca alle ortiche» per maritarsi. E sarebbero almeno il doppio i religiosi che rimangono in seno alla Chiesa pur avendo delle «relazioni» inconfessate. Naturalmente la stampa scandalistica anglosassone sguazza in questi giorni nel ricamare sui «vizi segreti» dei preti celibi cattolici, prendendo lo spunto dal dramma dell'ex vescovo di Galway. Ma la realtà irlandese si presta a queste strumentalizzazioni pruriginose perché mai come in questa occasione si conferma la definizione del commediografo Sean O'Casey, che ha parlato del suo Paese come «di uno sbalorditivo caleidoscopio di contraddizioni». Perché l'Irlanda è l'ultimo angolo d'Europa dove il divorzio, l'aborto, le pre¬ tiche omosessuali sono illegali. E' il Paese dove gli anticoncezionali vengono spediti solo per posta, dove le giovani irlandesi partono nascostamente per un breve viaggio a Londra dove abortiscono. In questa Irlanda, dunque, piena di contraddizioni, sospesa fra la tradizione militante di un fiero cattolicesimo di frontiera e i parametri della «nuova morale del Duemila», la love story segreta del vescovo con la giovane americana che gli ha dato un figlio ha rappresentato «il peggior tipo di tabù infranto». Con l'inevitabile corollario di strascichi polemici, di poche condanne o di ambigue comprensioni. Lui intanto, il sessantacinquenne vescovo dello scandalo, è sparito dalla circolazione. Nessuno più l'ha visto dopo il suo rientro dal Vaticano dove aveva preannunciato un paio di settimane fa le forzate dimissioni dettate da «ragioni personali», comunicate poi ufficialmente dalla sua diocesi di campagna. Anche la tardiva ammissione di essere il padre del diciassettenne Peter e la sconcertante rivelazione di aver attinto quasi 150 milioni di lire dalla cassa del vescovado per esaudire le pressanti richieste finanziarie della sua ex amica, è arrivata soltanto via fax. Il sorridente, gioviale pastore di anime di Galway, l'anticonformista paladino dei diritti delle minoranze oppresse, il sostenitore della «Chiesa della Liberazione» attiva nei tormentati regimi dittatoriali sudamericani, è come svanito nel nulla. Riprendendo la sua dichiarata volontà di dedicarsi ormai solo «a un lavoro missionario», i giornali lo hanno già dato in tutti i Paesi del Sud e Centro America, dal Perù al Guatemala. Chi, invece, parla a raffica e resta sempre sotto il riflettore dell'attualità è l'intraprendente Annie Murphy, che dal Connecticut racconta particolari sempre più boccacceschi sulla sua appassionata storia d'amore con l'intraprendente vescovo irlan¬ dese. Il «sesso in sacrestia» evidentemente è un argomento che si vende bene, e di cui la stampa anglo-americana sta facendo largo abuso in questi giorni. Ecco, dunque, la versione senza veli di questa «love story» che ha rovinato la reputazione della Chiesa irlandese. Tutto iniziò, riassumiamo, nella primavera del '73 quando la ventiquattrenne Annie fu mandata dalla sua famiglia americana nella campagna irlandese per riprendersi da un traumatico divorzio. Doveva assisterla in questo delicato frangente un amico dei genitori, appunto il vescovo Casey, che aveva conosciuto Annie quando aveva sette anni, durante uno dei suoi periodici giri negli «States». Ma ormai non ispirava più sentimenti paterni, era una bella brunetta, bisognosa di consolazione. E Casey era un uomo vigoroso e simpatico, nel pieno della maturità. Accolta all'aeroporto di Shan-. non e trasferita subito in un sug- ; gestivo «bad and breakfast» in punta alla romantica penisola di Dingle, Annie oggi confessa che rimase colpita fin dall'inizio da Eamon Casey. «E' stato un istantaneo tipo di amore o di infatuazione» ha confidato ai giornalisti, «era la cosa più magica che mi fosse mai capitata. Mi sembrava di vivere dal vero una di quelle canzoni romantiche di Cole Porter». Tempo tre settimane e il vescovo diventò il suo amante, perché lei era pronta, disponibile. Il racconto diventa a questo punto più audace, meno intriso di svenevole romanticismo. «Mi piombò in camera una sera che sembrava spiritato - ha ricordato Annie -, si infilò nel mio letto ma in realtà non accadde nulla.1 Eamon aveva 46 anni, ma mi confessò che non era mai stato con una donna. Non sapeva come si faceva. Io avevo esperienza e cominciai a insegnargli. Lui però era solo un novizio, un' principiante e imparava lentamente». Ma una volta appresa la lezione, il focoso vescovo non deluse più la sua compagna, che ricorda con una punta di malinconia: «Era così appassionato che sembrava mi trasportasse in un altro mondo». Lui .la chiamava la sua «tentatrice», il suo «frutto proibito»; insieme amoreggiava¬ no come due adolescenti, prendendosi furtivamente per la mano in pubblico, baciandosi rapidamente sui sedili posteriori dell'auto, quando lui l'andava a prendere in compagnia dell'autista del vescovado per portarla a Dublino. La «love story» durò oltre un anno.. Fin quando Annie diede alla luce il frutto di quell'amore proibito, Peter. «Era atterrito da quella paternità» rammenta Annie; «voleva che facessi adottare il bambino. Quando mi venne a trovare in ospedale dopo il parto non osò nemmeno toccarlo, come se bruciasse». Il resto della storia è già noto: la donna ritornò con il figlio in America, dove regolarmente ha ricevuto per anni piccoli pagamenti mensili per il mantenimento del bambino del vescovo irlandese. Poi, quando si è trattato di mandare Peter al college, le spese sono aumentate,, e le richieste economiche sono diventate più pressanti. Casey ha attinto perciò quasi 150 milioni alle casse del vescovado. Nessuno ha avanzato certo la parola «ricatto», ma di sicuro Annie, come una dea vendicatrice, si è servita di tutti i mezzi, di tutti i trucchi per «incastrare» il padre di suo figlio, filmandolo anche di nascosto durante un loro incontro a New York, un paio d'anni fa. Casey era ormai in una situazione insostenibile: assillato dai problemi di denaro, con il cuore gonfio di rimorsi, e alla fine ha gettato la spugna. Ha confessato tutto, nascondendosi. Ha chiesto perdono ad Annie, al figlio intravisto solo una volta per pochi minuti nello studio di un avvocato. Ha chiesto anche perdono alla Chiesa e ai suoi fedeli. Si è dimesso dalla carica di vescovo, è fuggito dall'Irlanda. Ma non ha rinunciato alla tonaca: espierà il suo peccato, ha detto, con un duro lavoro missionario. E nessuno saprà più nulla di lui, nascosto chissà dove, solo con la sua coscienza. Paolo Pattuito Peter, figlio del vescovo cattolico Eamon Casey (in alto) [foto ap]

Persone citate: Annie Murphy, Cole Porter, David Rice, Eamon Casey, Pat Buckley