Polemiche di Mario Baudino

Polemiche Polemiche I super-sconti della Rusconi e il fantasma del magazzino |t| TORINO I N fantasma si aggira per I il Lingotto, evocato a I I mezza voce, fra bisbigli e x. I allusioni. E' il Golem che tutti gli editori costruiscono pazientemente, che a un certo punto prende a crescere da solo e infine si rivolta contro i suoi creatori: il magazzino. Là si accumulano le rese, i libri invenduti che tornano dalle librerie e con il loro peso minacciano di affondare l'editore. I costi salgono, le acrobazie per far quadrare i bilanci si fanno vertiginose, le furbizie infinite, ma il risultato è sempre lo stesso. In questi mesi il fantasma sta turbando molti sonni, perché il mercato librario è nello stesso tempo drogato e depresso, le rese di fine anno si annunciano imponenti, si teme un record negativo «storico». Nervi tesi dietro i sorrisi, al Salone del libro. E quando la Rusconi annuncia la sua campagna per i prossimi mesi del '92, sul fronte degi editori serpeggia un moto d'insofferenza. La novità Rusconi al Salone è clamorosa: d'ora in poi la casa editrice abbasserà il prezzo a dieci titoli del suo catalogo ogni mese. Alla fine dell'anno saranno una settantina le opere «deprezzate» fra il 30 e il 50 per cento. «E' uno sconto vero, che va al lettore e non al libraio, perché si applica sul prezzo di vendita spiega il direttore commerciale, Marco Mattio -; non riguarda titoli "fermi", ma volumi che si stanno vendendo normalmente». Fra i primi dieci ci sono biografie (per esempio Giulio Cesare di Jerome Carcopino, o La Grande Caterina di Henri Trovati, testi di filosofia come Induismo e Buddismo di Coomaraswamy o Téchne di Emanuele Severino. Proprio bestseller non sono mai stati. Ma, insiste Mattio, «non sono fondi di magazzino». «E' da vent'anni che l'editoria italiana si piange addosso perché le cose non vanno bene. Cominciamo a lanciare un messaggio al lettore, e vediamo se cambia qualcòsa». Gli altri editori apprezzeranno? «Spero che non gli piaccia per nulla», sorride il responsabile commerciale della Rusconi. E non si sbaglia. Fra gli stand, grandi scuotimenti di capo. Molti ricordano un'iniziativa analoga tentata da Elvira Sellerio su una collana piuttosto elitaria, e presto rientrata. Altri somministrano una «bocciatura» senza mezzi termini. «E' un sistema per tentare di alleggerire il magazzino - taglia corto Roberto Calasso, dell'Adelphi -; quando un editore sceglie un prezzo lo deve tenere fino all'ultimo». «Mi piacerebbe vedere le facce di quelli che hanno comperato gli stessi libri a prezzo pieno», aggiunge Antonio Colombo, responsabile marketing per i «rilegati» della Mondadori. E il direttore generale della casa di Segrete, Gian Arturo Ferrari, rincara la dose: «Queste promozioni sono un modo per far fuori un po' di rese». In giro per il Salone, nessuno sembra disposto ad abbassare i prezzi: non al modo della Rusconi, almeno. Franco Caramanti, direttore commerciale della Feltrinelli, squaderna un largo sorriso e allarga le braccia: «Non lo farei; perché secondo me i volumi hanno il prezzo che si meritano al momento in cui escono. Se vengono restituiti, molto meglio il macero o la vendita agli stockisti». Ma, sembra suggerire, indietro alla Feltrinelli poco torna. Vero? Falso? Chissà. Mentre Piero Gelli (Einaudi) si assume il ruolo di voce fuori dal coro («Io quella promozione la farei. E magari con i classici»), il fantasma del magazzino continua instancabile a visitare gli stand. Tutti lo accolgono con deferenza: è sempre un ospite, mai il padrone di casa. Mario Baudino

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