A Vienna decidono gli xenofobi di Tito Sansa

A Vienna decidono gli xenofobi Eletto presidente il candidato cattolico, appoggiato dall'estrema destra A Vienna decidono gli xenofobi A Waldheim succede il semi-sconosciuto Thomas Klestil Socialdemocratici strabattuti anche nelle zone «rosse» VIENNA DAL NOSTRO INVIATO Il diplomatico Thomas Klestil, 59 anni, sconosciuto fino a sei mesi fa, ha stravinto nel ballottaggio di ieri e sarà il prossimo Presidente della Repubblica austriaca. «Frana» e «terremoto» sono stati i primi commenti man mano che arrivavano i risultati delle elezioni alle quali erano chiamati 5 milioni e mezzo di cittadini. Klestil, presentato dal partito cattolico-popolare, ha ottenuto circa il 57 per cento dei suffragi, il suo antagonista, il socialdemocratico Rudolf Streicher, ha raccolto soltanto il 43 per cento. Gli istituti di sondaggio demoscopico, che avevano pronosticato un testa a testa con «fotofinish» e si erano prudentemente rifiutati di fare previsioni, hanno sbagliato ancora una volta. Ha vinto la matematica, poiché al candidato del partito popolare, che era in svantaggio di 3,5 punti rispetto al grande favorito Streicher, sono andati in blocco i voti che «non olent» del partito, cosiddetto liberale, del nazionalista Jòrg Haider, e una parte dei voti verdi e di coloro che si erano astenuti alla prima tornata elettorale. Klestil ha insomma ramazzato da ogni parte. Come mai è avvenuto questo terremoto che non ha precedenti nella storia della Repubblica austriaca? Secondo il trionfatore che ha abbandonato la modestia dei giorni scorsi, l'elettorato ha votato «la persona» che (molto astutamente) si era sempre distanziata dal partito popolare. Il suo antagonista Streicher non ha avuto invece quest'accortezza ed era stato identificato con il partito socialdemocratico. Ma secondo diversi analisti, un ruolo non insignificante ha giocato il fatto che Klestil, a differenza da Streicher, non si era voluto distanziare dai «liberali». Streicher ha perso dapper¬ tutto, perfino a Vienna «la rossa», che per la prima volta in questo secolo ha espresso una maggioranza «nera». A Braunau, la città natale di Hitler, il candidato popolare ha guadagnato addirittura il 37 per cento dei voti in più del primo turno elettorale. Frane analoghe sono avvenute nelle altre regioni tradizionalmente conservatrici, soltanto la città industriale di Linz ha preferito il candidato socialdemocratico. Per cui non è davvero il caso di parlare, come fanno tutti, di «voto personale». La realtà è che a dirìgere il gioco sono stati ancora una volta i partiti e che l'elettorato ha fatto una chiara scelta poli¬ tica esprimendo un voto borghese, conservatore, di destra. Ha vinto - s'insiste a dire colui che gli elettori considerano il migliore per rappresentare degnamente l'Austria dopo l'infelice esperienza del discusso, per il suo passato nazista, Kurt Waldheim. Ma il vero vincitore potrebbe rivelarsi l'uomo che sta dietro le quinte, il capo del partito liberale Haider il quale ha gettato tutto il peso del suo elettorato del primo turno (il 16,4 per cento del totale) sul piatto della bilancia dalla parte di Klestil. Certamente chiederà ora ai cattolico-popolari una ricompoensa per questo favore. Intervistato dalla televisio¬ ne, il temuto «terzo uomo» della politica austriaca, ha detto che il voto di ieri è stato un «chiaro rifiuto» dei socialdemocratici che governano con i democristiani e può venire considerato come una «apertura» al suo partito. «Gli austriaci hanno segnalato che vogliono liberarsi del socialdemocratici», ha detto, prevedendo elezioni anticipate in autunno. Haider (non è un mistero) mira a entrare in una «piccola coalizione» conservatrice democristiano-liberale, con i socialdemocratici all'opposizione. Il «voto personale» di ieri sembra consolidare questo suo piano. Tito Sansa I neopresidente austriaco Klestil con la moglie davanti all'urna [FOTO API

Luoghi citati: Austria, Braunau, Vienna