Strappo anche in Kosovo

Strappo anche in Kosovo Strappo anche in Kosovo Gli albanesi votano il loro Parlamento ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «Gli albanesi sono decisi a risolvere i problemi del Kosovo con il dialogo», lbrahim Rugova, leader della Lega democratica del Kosovo nonché unico candidato nelle prime elezioni presidenziali di questa regione autonoma dell'ex Jugoslavia autoproclamatasi Repubblica, confida tuttora nei metodi della lotta democratica. Invece di aprire il fronte meridionale contro il potere di Belgrado i dirigenti albanesi del Kosovo hanno infatti scelto la via politica, convinti di avere dalla loro parte la giustizia. Dopo la dichiarazione di indipendenza votata l'anno scorso nell'illegalità, ieri sono state organizzate le prime elezioni libere e pluripartitiche per l'assemblea della «Repubblica del Kosovo». Più di un milione di elettori, ovviamente tutti albanesi, con percentuali insignificanti di musulmani, turchi e croati, sono stati invitati a votare per i 130 deputati del nuovo Parlamento. Sfidando il divieto di Belgrado e le ingenti forze della polizia serba, più del 70 per cento degli aventi diritto al voto si è recato alle urne nelle prime ore del mattino. Si è votato nelle case, nelle moschee, nelle scuole, spesso in posti segreti. In un paese vicino a Urosevac gli agenti di Belgrado hanno arrestato il capo locale della Lega democratica, chiudendo il seggio. Lo stesso hanno fatto in numerose altre località. In ima scuola di Titova Mitrovica hanno sequestrato le schede, impedendo alla gente di votare. A Janjevo, l'unica enclave croata del Kosovo, 0 voto è stato impedito. Dopo esser stata arrestata dalla polizia serba, tutta la delegazione del forum democratico per i dirit¬ ti umani giunta dalla vicina Macedonia è stata espulsa dalla regione. A sua volta l'ex ambasciata jugoslava di Tirana ha negato a una delegazione parlamentare albanese il permesso di recarsi nel Kosovo in occasione delle elezioni. «Si trattadell'ultima farsa della cricca secessionista albanese contro la Jugoslavia» è stato il commento della televisione di Belgrado, che ha accusato i giornalisti stranieri di appoggiare questa sceneggiata contro la Serbia con l'intento di dimostrare che il potere di Belgrado opprime le minoranze. Nel nuovo complotto contro il regime di Milosevic, afferma lo speaker serbo, non potevano mancare gli emissari di Tudjman, fedelissimo della Germania. Ingrid Badurìna

Persone citate: Milosevic, Rugova, Titova, Tudjman