Il Papa: orrore per la strage

Il Papa: orrore per la strage Il Papa: orrore per la strage «E ora Dio benedica la vostra Patria» CAPUA DAL NOSTRO INVIATO «Orrore»: così Papa Wojtyla descrive i suoi sentimenti dopo la strage di Palermo. A due riprese ieri Giovanni Paolo II ha parlato della strage di Palermo: un lungo intervento all'«Angelus», e una breve risposta al Presidente dell'Iri Nobili, conclusa, dopo il «requiem» per «i nostri defunti, così tragicamente defunti», con una frase più che significativa: «Dio benedica la vostra patria». Ma per la seconda volta in questi due giorni in Campania, all'ombra della violenza, il Pontefice ha lanciato un messaggio e un appello: «Auspico che, in questo momento tanto delicato della vita del Paese, la reazione a questo gesto faccia convergere l'impegno di tutte le persone di buona volontà nella riaffermazione dei valori della giustizia, della pacifica convivenza e della solidarietà, che costituiscono il patrimonio più vero del caro popolo italiano». Un'esortazione densa di significati, e in cui è possibile leggere la preoccupazione del Papa e dei vescovi per le incertezze della situazione politica. «Devo aggiungere una cosa triste e preoccupante». Così ha iniziato a parlare Giovanni Paolo II dopo la recita dell'Angelus. «La gioia di questo giorno è turbata dal tragico attentato che ieri ha stroncato la vita del giudice Giovanni Falcone insieme con quella di altre quattro persone. Numerosi sono altresì i feriti». Il testo distribuito alla stampa è lievemente diverso: oltre alla vita di Falcone gli assassini hanno stroncato «quella della consorte e di altre tre persone». All'ultimo momento probabilmente qualcuno ha fatto notare che Francesca Morvillo era stata sposata in seconde nozze, non valide per la Chiesa, e il Papa ha leggermente modificato il suo intervento. «Non c'è parola che possa esprimere in modo adeguato l'orrore che invade l'animo di fronte a così efferata crudeltà - ha proseguito Giovanni Paolo II -. Un nuovo atto di spietata violenza si aggiunge ai molti che hanno insanguinato l'Italia in questi anni, seminando sgomento in tutti i citta- dini onesti». Anche il presidente dell'Iri, Franco Nobili, nel suo discorso di saluto, ha parlato dell'attentato di Palermo, e ha riaffermato l'impegno del Gruppo a «concorrere alla lotta contro malavita e corruzione di ogni tipo, fornendo, insieme a tutte le forze sane della società, un contributo solidale alla costruzione di un'alternativa di speranza». In almeno altre due occasioni, negli ultimi anni, Papa Wojtyla ha dovuto dedicare le parole del «dopo Angelus» alle vittime della violenza: per ricordare Roberto Ruffilli (a Verona, il 17 aprile dell'88), ucciso a Forlì; e per gridare il suo sdegno, da Ferrara, il 23 settembre 1990 dopo l'uccisione mafiosa del giudice Roberto Livatino. «Basta con il sangue innocente» disse allora Giovanni Paolo II. Ieri ha parlato di «deplorazione per questo ulteriore episodio di ferocia». Ma tutta la «due giorni» campana del Papa è nel segno di mafia e camorra. «Non si costruisce nulla di serio e di duraturo con la violenza, che tutto distrugge», ha detto ieri mattina ai «mille» di Mons. Nogaro, i ragazzi anticamorra che da un anno vanno in missione nella città, a «recapitare il messaggio» ovunque, a credenti e non credenti, «nelle scuole, nelle famiglie, nelle caserme ed anche nei bar, nei locali ormai scristianizzati». «Andate avanti con coraggio» li ha esortati il Papa, elogiando il presule, attaccato ancora in questi giorni dai notabili della de, da lui criticata. E ieri pomeriggio è andato a visitare un carcere minorile. «Non siamo criminali, Santità - gli ha detto uno degli "ospiti", Giuseppe - Siamo ragazzi sbandati e confusi. Quando usciamo fuori di qui, è un inferno. A combattere col pregiudizio ci sembra di stare come in una guerra nella quale quasi sempre perdiamo, ricadendo nel delitto e nel malaffare». E ha concluso: «Dalla vita abbiamo avuto poche cose, e spesso anche quelle sono risultate false e cattive». E' l'altra faccia della camorra, intrisa di disperazione. «Non credete a chi offre una felicità a basso prezzo li ha esortati il Papa - disarmate la vendetta col perdono». Marco Tosarti Il Pontefice nel discorso dopo l'Angelus omette il riferimento alla moglie di Falcone perché era sposata in seconde nozze Il Papa a Capua: «In queste ore occorre l'impegno di tutti gli uomini di buona volontà»

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