Quando il volto diventa racconto di Angelo Dragone

Quando il volto diventa racconto I ritratti dipinti da Sergio Vacchi Quando il volto diventa racconto Un'intera galleria di ritratti dipinti da Sergio Vacchi (Castenaso, Bologna, 1925) - gli stessi di cui Giovanni Testori ha scritto in «Volte Face» (Fabbri Editori) - sono proposti da Silvano Gherlone alla «Davico» (Galleria Subalpina) fino al 6 giugno. Per Testori «ciò che viene avanti non è «una figura... qualcosa che appartenga al dominio dell'icona; bensì una sorta di lutulenta palude, forse un dissacra tissimo Stige...». E' il «dominio della materia». E parla di «coesistenza "oppositorum"» sino a piegare «gli elementi di gusto, in ragioni di disgusto». Nota la viscerale chiave di lettura cui Testori è, da sempre, incline, al pari della drammaturgia ispiratrice del pittore e il suo gusto del quotidiano, con cui si cala tra naturalismo informale e disfacimento materico-surreale, la mostra ha un fascino indubbio, davvero straordinario. Uomini e donne, vivi e morti - dallo stesso Testori a Momi (Francesco Arcangeli), dal meditato Calvino a Gadda, severo, pensieroso, il Griinewald rivisitato con la Morante e Siciliano, il ben cifrato Savinio, la Duse e Madre Teresa di Calcutta - non c'è personaggio che, in un riflesso d'oro o violaceo, non sappia dell'appropriazione esercitata dal pittore (a cominciar da se stesso e da Marilena, la moglie). Angelo Dragone Cosi Vacchi ha visto Eleonora Duse in un olio su cartone del 1989

Luoghi citati: Bologna, Calcutta, Castenaso