Eni-Montedison rinasce il flirt

Eni-Montedison, rinasce il flirt Il presidente dell'Ente di Stato: con gli sgravi fiscali, la spa funzionerà Eni-Montedison, rinasce il flirt Cagliari: «Pronti a collaborare» ROMA. Tira aria di riconciliazione tra Eni e Montedison. Il presidente dell'ente di Stato, Gabriele Cagliari, è disposto a dimenticare le burrasche familiari, la rottura del ménage Enimont ed a dividere lo stesso tetto con la Montedison dei Ferruzzi. «Non è uno scherzo» ha dichiarato al settimanale Panorama. «Abbiamo avviato trattative - ha precisato - con diversi partners su varie aree di business, incluso il nostro partner più vicino, la Montedison, con cui siamo pronti a stringere una collaborazione». Gli approcci sono già avvenuti, anche se l'esito non è stato brillante. Nei giorni scorsi i vertici delle due aziende hanno parlato a lungo di politene, il composto sul quale Montedison ha sviluppato tecnologie particolari e che potrebbe tornare molto utile a Enimont, ancora penalizzata nel campo delle tecnologie. Dice Cagliari: «Abbiamo proposto di di fare uno sviluppo commerciale insieme. Loro hanno invece preferito dare licenze ai coreani e sviluppare impianti in Louisiana. Lo giudico un errore che ci spinge verso altre opzioni». Una è certamente l'opzione inglese: sono confermate le trattative con British Petroleum per arrivare a ridurre le aree di perdita grazie alla fusione, in una joint venture della plastica, delle produzioni di politene, stirolo e polistirolo. La ricerca di nuovi partner, le opzioni di cui parla Cagliari, vanno nel senso della riorganizzazione della chimica di Stato ed avranno un prezzo alto, due-tre anni di ristrutturazioni severe: vendite, chiusure, rilancio di impianti. E' ad alto rischio il 50% dei siti chimici: «Penso che si debba chiuderne 20 su 40», pre¬ cisa il presidente e mette nel numero anche Savio e miniere. Saranno i piccoli impianti a pagare: «Non è pensabile che stabilimenti con appena 200 dipendenti siano competitivi. Poi ci sono i doppioni. Per questo si rende inevitabile un processo drammatico», aggiunge Cagliari; l'occupazione non dovrà necessariamente «essere dimezzata anche se il sacrificio sarà grande. Per fare un esempio, soltanto le due principali società chimi¬ che degli Stati Uniti hanno ridotto nel 1991 l'organico di oltre 24 mila unità». Cagliari, nell'intervista, fa risalire i guai della chimica a un «il vizio d'origine» nato 20 anni fa: l'avere voluto un'industria pianificata e incentivata per consentire grandi investimenti «soprattutto nel Sud tradendo così lo spirito imprenditoriale più genuino di questo settore: l'innovazione e la ricerca». Per la trasformazione dell'Eni in spa, secondo Cagliari bisogna infine «risolvere due problemi: quello dell'esclusiva e quello della neutralità fiscale»; non si tratta «di un favore a noi: potremmo trasformarci anche senza agevolazioni, ma lo Stato ci guadagnerebbe poco». Se invece all'Eni spa si applicassero le stesse agevolazioni fiscali che la legge Amato ha consentito alle banche «il titolo che collocheremo in Borsa sarebbe molto appetibile», [r. e. s.] Il presidente dell'Eni Gabriele Cagliari Giuseppe, Garofano presidente Montedison

Persone citate: Gabriele Cagliari, Gabriele Cagliari Giuseppe, Garofano

Luoghi citati: Cagliari, Louisiana, Roma, Stati Uniti