Tante storie di vite smunte e unte di Osvaldo Guerrieri

Tante storie di vite smunte e unte Al Voltaire Tante storie di vite smunte e unte TORINO. Marco Cavicchioli è un portatore sano di piccole follie. Guardatelo al Cabaret Voltaire, dove è in scena ancora oggi con «Gusci», prodotto da Drama Teatri di San Geminiano, e scoprirete nei suoi occhi il lampo di una strana luce. Potrebbe essere il riverbero dei nostri giorni pieni di manie, di idolatrie, di fobie. Cavicchioli non è un vero comico. Forse è un moralista travestito da comico e, come tutti i moralisti, ha bisogno di un nemico e ritiene fondamentale depistare il pubblico. Eccolo perciò fingere di parlarci di lumache. Il personaggio che egli' interpreta vive per loro. Le studia, le cataloga. E' tale la sua passione per i gasteropodi e per la loro disossata civiltà, che ne conosce l'evoluzione fin nelle pieghe più misteriose. Sospettiamo che con alcune di loro intrattenga rapporti d'annunzia: una relazione totalizzante, che, per chissà quale impulso maligno, può condurre al delitto, ossia all'uccisione della più cara delle chioccioline. Ma tutta questa storia, irrorata da robuste esposizioni pseudoscientifiche, è un mascheramento. Se volete, è il mezzo per arrivare al cuore del problema, cioè all'analisi di una vitarella smunta. E allora Cavicchioli ci sommerge con il racconto di disavventure metropolitane, con lo spietato ritratto del single costretto a dibattersi tra cucine in-crostate d'unto e amori che svaniscono. Soprattutto ci turba col senso dell'incalzante putrefazione che ci assedia. Partendo dal puzzo di piedi che ammorba un vagone ferroviario, ci intrattiene sull'uomo che marcisce fin dal momento in cui richiude la porta dietro di sé. Ci offre anche un bel neologismo, marcificarsi. Dice: l'uomo chiude le porte esteme e apre quelle interne. Che sono tutti i suoi orifizi, le aperture da cui escono i soffi della decomposizione. Spettacolo tesissimo, divertente, amarognolo, che avrebbe bisogno di qualche riduzione. Non perché sia fluviale, ma perché, eliminate le zone morte, acquisterebbe una diversa consistenza. Osvaldo Guerrieri

Persone citate: Cavicchioli, Drama Teatri, Marco Cavicchioli

Luoghi citati: Torino