E'tutta colpa di Bogart

E' tutta colpa di Bogart La polemica sull'ebreo errante: D'Ormesson nega d'aver copiato Frutterò & Lucentini E' tutta colpa di Bogart «Sono allibito, ma è fatale che ora non mi si creda» PARIGI ONO allibito dallo sciovinismo di chi mi accusa». Così l'accademico di Francia Jean d'Ormesson definisce l'atteggiamento di Nico Orengo, che nella Stampa di domenica 17 maggio ha messo in luce le curiose analogie tra il suo ultimo libro, il Romanzo dell'ebreo errante dell'anno scorso (ora tradotto da Rizzoli), e Uamante senza fissa dimora di Frutterò e Lucentini (Mondadori), uscito in Francia nell'88. D'Ormesson, da Immortale qual è, non trascende e ci accoglie con la massima cortesia. Non riesce però a nascondere i fremiti della sua irritazione. «E' fatale che ora non mi si creda, ma è la verità: non avevo letto il libro di F&L quando ho scritto il mio. Mi indigna che si dica che ho copiato». E le coincidenze? D'Ormesson le nega. Tranne una: parecchi mesi dopo la pubblicazione del suo libro, su segnalazione del compagno di feluca Maurice Rheims - più attento di lui alla produzione fruttero-lucentiniana - ha poi finito per leggere L'amante senza fissa dimora. L'ha trovato un bel libro, divertente. Ma è rimasto in effetti «impressionato» dal fatto che David Silvera, protagonista di F&L, indossa lo stesso impermeabile di Simon Fussganger, suo protagonista. Non è alquanto strano? «La sola spiegazione possibile è che Frutterò e Lucentini abbia¬ no utilizzato la stessa mia fonte», dice d'Ormesson. Quale? «Humphrey Bogart». Io ho fatto indossare al mio protagonista quell'impermeabile perché avevo bisogno di un personaggio che a priori fosse il più neutro possibile, totalmente al riparo dalla caricatura, il contrario dell'antisemita. Come ottenere tutto questo meglio che con l'impermeabile di Bogart? Anche Frutterò e Lucentini devono averlo pensato. Del resto io li ammiro e ho trovato piacevoli certi loro libri. Ma se devo essere sincero, dovendo davvero copiare da qualcuno punterei più in alto. Il tema dellebreo errante non è di loro proprietà, tanti ne hanno scritto prima. Gli altri non ho esitato a citarli perché li conoscevo. Avrei letto probabilmente anche L'amante senza fìssa dimora prima di scrivere il mio libro, se solo avessi saputo che trattava dell'ebreo errante. Dal titolo, mica lo si capisce». E le altre coincidenze? «Non ce ne sono. Venezia è una città universale, del commercio e dei viaggi. E' inevitabile pensare a Venezia e alla "Dogana di mare", in relazione ali ebreo errante. Altri autori senz'altro l'hanno fatto, basterebbe andare a cercare». E Maria Maddalena? Come si spiega che anche in d'Ormesson, come in Frutterò e Lucentini, tra la peccatrice biblica e l'errante ci sia stata una storia? «Per la Maddalena, se io ho preso da loro vorrà dire che-loro hanno preso da Tristan Corbière». L'accademico cita a memoria una quartina del poeta ottocentesco amato da Verlaine. E' tratta dalla raccolta Les amours jaunes, parla di una «rapsoda ambulante, / che racconta per un soldo / la storia della Maddalena / dell'ebreo errante e di Abelardo». D'Ormesson l'aveva in mente scrivendo il libro, è lì che ha pescato l'idea - dice - di mettere in rapporto i due personaggi. «Forse che tra II deserto dei Tartari di Buzzati e Le rivage des Syrtes di Julien Gracq non ci sono convergenze? Eppure nessuno parla di plagio. E tra Byron e Molière? Non ci sono curiosi incontri?» dice d'Ormesson. Poi aggiunge: «Non che con questo voglia mettere Frutterò e Lucentini - con tutta la stima che ho per loro - allo stesso livello di Molière». E dopo una pausa: «Né mettere me a quello di Byron». Per il fatto delle lingue («Se l'errante Silvera di F&L può parlare cinese, ecco che il pedone Simon è in grado di recitare preghiere in lingua bashgali», notava Orengo): «E' un tema legato al mito», ribatte d'Ormesson. «Il giornalista de La Stampa dice anche che ho spinto l'erotico?». Qui l'accademico ride: «Ma se mi hanno rimproverato di averne messo troppo poco, di aver puntato troppo sullo storico». E, per tagliare la testa al toro, aggiunge: «Guardi, a ben pensare, data la convergenza di soggetto, c'è piuttosto da stupirsi che le coincidenze siano così poche». «Se poi si arriva a dire che "Ah" è un'esclamazione silveriana perché Silvera di Frutterò e Lucentini esclama così, come la mettiamo con tutti i "sì" e gli "ebbene"... Tutti plagi?». Per d'Ormesson, insomma, «la calunnia è un venticeb). E anche lui ci tiene a concludere con un «Ah!». Fussgangeriano, però. L'accademico Jean d'Ormesson

Luoghi citati: Francia, La Maddalena, Parigi, Venezia