PACCHETTINI AZZURRI E BETONIERE di Roberto Cotroneo

PACCHETTINI AZZURRI E BETONIERE PACCHETTINI AZZURRI E BETONIERE il probabile che le «perle» di " questo quinto salone, da ricordare oltre la sua chiusura, siano quelle in- I filate dal vicedirettore dell'area libri della Mondadori Gian Arturo Ferrari durante la conversazione pubblica con Roberto Cotroneo. Guascone e brillante, Ferrari ha tracciato il decalogo dell'editore che oggi vuol affrontare il futuro, ha suggerito il profilo di una casa editrice capace di affrontare marosi di una navigazione in carta. Ha detto: «L'Editoria è un mestiere superficiale», «I libri sbagliati vengono presto dimenticati, i successi ricordati», «Bisogna scegliersi dei collaboratori che siano degli spiantati, che abbiano fame». Della casa editrice che vice-dirige: «La Mondadori è un ministero», «La Mondadori è una betoniera». Ferrari è un uomo intelligente, esperienze con Boringhieri e Rizzoli, prima che in Mondadori, ma il suo è un atteggiamento cinico e svilente che infastidisce chiunque abbia o desideri avere un rapporto con il libro. Anche quel suo credo: «Voglio trasformare lo spirito in soldi», suona eccessivamente laico, senza una briciola d'avventura intellettuale, di scommessa misteriosa. Lettori e autori sono dunque solo un pastone da betoniera. Forse Cotroneo, maliziosamente, gli ha fatto slittare un po' l'acceleratore. Meglio andarsi a leggere l'intervista di Wimbledon nel supplemento quotidiano del salone, dove Ferrari ragiona sull'allargamento del pubblico dei lettori, sui rapporti fra libro e tivù. Che aria affascinatamente culturale si respirava invece all'omaggio dedicato a FrassineUi, il tipografo-editore della Torino Anni 30, ricordato da Luisa Monti Sturani, Guido Davico Bonino, Angelo d'Orsi. Si parlava di architettura grafica, di affanni economici, di Franco AntoniceUi e Leone Ginzburg, di Sturani e Pavese, le editrici Ribet e Slavia, Gobetti e Persico. Storie di pacchettini azzurri che sembravano scatole di cioccolatini ed erano le pagine di Moby Dick. Storie che mettono voglia di leggere. Nico Orango