«Delusa dagli uomini Romy amò Simone»

«Delusa dagli uomini Romy amò Simone» Il rapporto tra la Schneider e la Signoret rivelato in una biografìa dall'ex direttore di Stern «Delusa dagli uomini Romy amò Simone» MILANO. «Simone è stata la donna forse più importante nella vita di Romy Schneider. Romy, dopo le delusioni a cui gli uomini la costrinsero, scivolò in rapporti molto ambigui con le donne. Cercava amicizia, ma quando Simone Signoret entrò nella sua vita, il rapporto trascese nell'erotismo». Parola di Michael Jurgs, già direttore di «Stern», il settimanale tedesco, e autore di una biografia sulla diva austriaca di cui «Novella 2000» pubblica un ampio stralcio: «Der Fall Romy Scheider» ovvero «Il caso Romy Schneider», epopea sciagurata di una principessa di celluloide. Amore proibito e segreto, quello con Simone Signoret, moglie trascurata di Yves Montanti, compagna di sventura di uomini troppo amati. «Un grande amore - afferma Jurgs -. Vivevano in simbiosi profonda e passavano interi giorni chiuse nelle loro quattro mura ingoiate dalla depressione». Anche Romy portava i segni di una ferita passionale: quell'Alain Delon che la ferì con tanti tradimenti. Già, nella biografia della mitica Romy, occhi verdi velati di tristezza, c'è questo e anche di più: i rapporti fallimentari con Curd Jurgens, la passione sfortunata per Herbert Von Karajan, le meschinerie di Daniel Biasini, l'ultimo marito. Nemmeno la «principessa Sissi» regge alla prova dell'anniversario. Dieci anni fa, il 29 maggio 1982, moriva l'attrice austriaca. E, puntuale, arriva la biografia non autorizzata della diva, una delle protagoniste più sfortunate della stona del cinema, almeno nel privato. E già si annuncia l'inevitabile coda di polemiche, almeno tra i numerosi fans, fedeli al rispetto di quel destino maledetto, culmi¬ nato nell'assurda morte del figlio e in una fine-sciagurata. A questo pubblico il giornalista tedesco dedica il racconto di una vita segnata «da un tragico alternarsi di eccessi». Molti produttori, nell'ultimo scorcio della sua carriera, ingaggiavano uomini a pagamento perché si occupassero di lei durante le riprese: fiori, piccole attenzioni gradite almeno fino al giorno in cui la diva capì. E da allora non volle più girare un film. Povera Romy, una vita segnata dalla disperata ricerca di un padre che non aveva mai avuto. E dalla ripulsa per quel patrigno che, quando era ancora molto piccola, dovette respingere dal proprio letto. Chissà, lei era convinta che la madre, ex attrice, fosse compli¬ ce del patrigno Herbert Blatzheim. Povera Romy. Una sera cercò di «concretizzare» il rapporto platonico con Herbert Von Karajan: andò nel suo albergo ma, al momento di bussare, venne sorpresa da una cameriera. Paralizzata dalla vergogna, la principessa fuggì. E poi l'amore segreto per Simone Signoret. Due prime don¬ ne sconfìtte dalla vita. «Dal rispecchiarsi nella personalità di Simone - racconta l'autore tedesco - è nato un grande amore. Lei, Romy, la sentiva molto simile a sè soprattutto per quella sua maledetta dipendenza dagli alcolici, per le sconfìtte angoscianti con gli uomini e per il rifugio negli psicofarmaci». E, infine, povera Romy alla caccia dell'ultima passione, quella per il marito Daniel Biasini, attento a sfruttare i vantaggi economici di quel legame e che, dopo la sua morte, ha sfruttato la figlia Sarah per motivi pubblicitari, come accusa lo scrittore tedesco. / Povera Romy, rosa dal senso di colpa per la morte del figlio David, del marito Harry Meyer. All'apertura del testamento si scoprì che lei, la divina che aveva incassato più di 8 miliardi di lire in vita, aveva lasciato quasi due miliardi di debiti. Alla fine, resta solo la leggenda, capace di reggere alle rivelazioni del decimo anniversario. Patrìzio Fracassi L'attrice si consolò dalle ferite di Alain Delon e Von Karajan Von Karajan (a sinistra) e Alain Delon (sopra), due uomini che suscitarono in Romy Schneider (nella foto grande) profonde passioni. Ma con Simone Signoret (in alto) la sfortunata attrice trovò la comprensione e l'affetto che le delusioni d'amore le avevano negato. E' quanto riferisce nel suo libro Michael Jurgs, autore di una biografia sulla Schneider

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