Sindaco con le tangenti di Cesare Martinetti

Sindaco con le tangenti Sindaco con le tangenti «Chiesa puntava a Palazzo Marino» MILANO DAL NOSTRO INVIATO Come va? «Ogni giorno è una battaglia», risponde ridendo Sandro Antoniazzi, seduto sulla poltrona di Mario Chiesa (sotto lo sguardo fiero del grande ritratto ad olio del principe Gaetano Trivulzio, 1705, fondatore del Pio Albergo), in questa stanzetta piccola, piena di carte e di misteri, la stanza dei bottoni e dei sogni di grandezza dell'ingegner Chiesa. Ma oggi è un giorno di festa. Non ci sarà Pillitteri, che quando veniva non rinunciava a un giro di valzer con le vecchiette, ma la musica sì, e le autorità, i Lions, «Milano per Milano», tutti alla cerimonia di donazione delle apparecchiature sanitarie. Una festa in questi giorni in cui «la cara e vecchia Baggina appare ingiustamente abbandonata dai più», come dice Antoniazzi, il quale, dopo un mese trascorso su questa poltrona, si è fatto un'idea di cosa voleva fare Chiesa: «Diventare sindaco, pensava di usare la Baggina per acquistare potere, denaro e scalare il psi, come si fa con una spa. Prima o poi sarebbe diventato azionista di maggioranza». Eccoci dov'è cominciato tutto, dove ogni conto toma, dice Sandro Antoniazzi, 52 anni, per 34 sindacalista Cisl, dal 27 aprile nominato dal sindaco Borghini commissario del Pio Albergo. Antoniazzi è simpatico, frenetico nel suo pragmatismo lombardo, pronto all'autocritica da ex sindacalista: «Mi sento più sul fronte qui. Il sindacato rischia di diventare un esercito da retrovie. Non per corruzione, ma perché non sa mostrare un'alternativa a questo sistema, si accontenta di contrattare piccoli favori, accordi tra gli enti del sottogoverno...». Ma come funziona la Baggina? «Ha la tradizione di una struttu¬ ra efficiente, chi l'ha vista dieci anni fa e la vede ora dice che non c'è paragone ed è vero». Ma gli appalti, Te tangenti? «Gli appalti sono formalmente ineccepibili. Le tangenti, qui, non si vedono, se le gare sono falsate, deve dirlo il giudice. Io confermo soltanto di aver trovato i nomi delle aziende che sui giornali compaiono come quelle delle tangenti: la ristrutturazione dei padiglioni l'ha fatta la Tettamanti, la fornitura di gasolio è stata affidata alla Diana, l'appalto per la lavanderia alla Bertini, il cui titolare si dice fosse socio di Chiesa. Ma non ho prove. C'era un impegno ad assegnare alla Tettamanti anche la ristrutturazione di altri padiglioni senza ulteriore gara. Non è irregolare». Dunque Chiesa era un buon amministratore? «Era uno che voleva usare il Trivulzio per accrescere il suo potere, per farne una bandiera da sventolare. Per esempio, ha dato molto impulso al settore sanitario, ne ha fatto quasi un ospedale senza che fosse riconosciuto come tale dalla Regione, andando però incontro ad un bisogno vero, perché a Milano nessun ospedale ha un reparto geriatrico. Ha costruito un reparto operatorio (mai aperto) spendendo tre miliardi e mezzo, proprio per mettere la Regione di fronte al fatto compiuto, senza permessi e rischiando il collasso economico perché un reparto operatorio costa più gestirlo che costruirlo... Puntava sulle protezioni politiche, perché andando avanti così la Baggina scoppiava: nel '90 ci sono stati cinque miliardi di debiti, nel '91 ce ne sono nove, il '92 lo chiuderemo con 15. Ventinove miliardi in tutto». Tanti soldi per i vecchietti, nessuno per i giovani, i «martinitt» del vecchio cuore milanese, anch'essi sotto l'amministrazione del «Consiglio degli orfanotrofi e del Pio, Albergo». Dice Antoniazzi: «Li aveva trascurati perché lì non c'era niente da guadagnare, occorreva farci un investimento umano, non di denaro». E in questo l'ingener Chiesa era piuttosto debole. La vecchia Baggina sta tutta qua intorno: 1300 dipendenti, 1050 «ospiti». Vecchi stanzoni e nuovissimi reparti, molto belli, molto attrezzati, come ci mostra il primario di Fisiopatologia e terapia cardiorespiratoria, Salvatore Corallo, l'unico reparto a Milano in cui è possibile la degenza riabilitativa. La filosofia è quella di fare della Baggina un istituto geriatrico-riabilitativo: «A Milano mancano 4 mila posti per anziani non autosufficienti dice Corallo - e noi cerchiamo di far sì che siano sufficienti e possano continuare a vivere a casa loro». Professor Corallo, che giudizio dà di Mario Chiesa? «Da lui mi sento tradito. Ci teneva ai nummi di stipendio, ma faceva funzionare la Baggina, era efficiente, magari per i suoi scopi, però faceva in modo che le cose camminassero. Badava al sodo, fabbricava consenso. Una volta mi chiese perché c'erano due letti liberi. Era domenica, due ricoverati erano morti il sabato e li avremmo rimpiazzati lunedì. Aveva fretta». , E sotto elezioni cosa vi chiedeva? «Niente. Noi medici venivamo invitati una volta all'anno ad una riunione politica, nel suo quartier generale, a Quarto Oggiaro. Una volta venne il sindaco Pillitteri, ha detto quattro cose ed $ finita lì». Cesare Martinetti

Luoghi citati: Milano, Quarto