Empoli resta un mito per i Comuni anti-fumo

Empoli resta un mito per i Comuni anti-fumo Altrove non decolla la guerra alle sigarette Empoli resta un mito per i Comuni anti-fumo EMPOLI DAL NOSTRO INVIATO Venite ad Empoli voi che odiate le sigarette, venite qui se vi viene mal di testa quando il vicino di banco s'accende la Marlboro come se fosse il sogno della sua vita: solo qui troverete tabaccai arrabbiati e fumatori pentiti, solo qui conoscerete la signora Angela Nanni che fonda comitati di lotta e controlla se qualcuno sgarra. Solo qui potrete incontrare una custode che si nasconde nella guardiola con la sigaretta tra le dita e leva due occhi da cane bastonato: «Non ce la facevo più...». Gli altri Comuni tentennano o fanno marcia indietro. A Empoli c'è un pool di medici coordinati da Nedo Mennuti che contatta i pazienti e li convince, c'è il sindaco Varis Rossi che ha smesso per dare il buon esempio e non importa se ingrassa a vista d'occhio: così è l'immagine della salute. Non resta che Empoli. Bologna l'hanno mazziata al Tar, Firenze tentenna, gli altri dicono partite che noi arriviamo. Siena manda i complimenti, La Spezia promette che parteciperà alla campagna, Treviso spedisce i saluti. E al gemellaggio dei Comuni che lottano contro il fumo, dietro il tavolo, a rincorrere un paese senza sigarette e senza nuvole azzurre, restano Bolzano, Barletta, Bologna, Empoli, Besancon e Toledo. Non è poco, ma non è nemmeno tanto. Anche perché alla fine, quando si devono snocciolare le cifre, solo Empoli ha i suoi numeri da leggere, il lavoro da mostrare, i frutti da cogliere. Gli altri dicono che cominceranno e provvederanno, e Bologna non può far altro che raccontare le sue grane con il Tar che gli ha appena bocciato l'ordinanza antifumo. «Leggete pure la sentenza», ironizza Mauro Moruzzi, pds, assessore alla Sanità sotto le due Torri, «scoprirete che noi stiamo attentando a un diritto costituzionale». Quattro pagine e qualche riga, per dire che non si possono vietare le sigarette: «E' inammissibile che il sindaco di Bologna invochi, quale presupposto della propria ordinanza, la mancanza di una diversa normativa nazionale, per legittimare una sorta di supplenza del potere legislativo statale... assolutamente contraria alle regole fondamentali dell'ordinamento costituzionale». Tutto questo, aggiunge Moruzzi, «mentre aumentano ogni anno i morti di tumore ai polmoni (532 contro 39 di Aids)». Altre cifre: Bologna spende per gli ospedali 1400 miliardi all'anno; «per la prevenzione primaria, invece, solo dai 4 ai 500 milioni». Conclusione: «Abbiamo una cultura giuridica e una cultura sanitaria arretratissime». Nel resto del mondo, cambia la musica. «In America, certe aziende preferiscono addirittura non assumere chi fuma», avverte Roberto Masironi, direttore della Banca dati mondiale sul tabagismo. «E comunque, nei Paesi anglosassoni e in quelli scandinavi c'è davvero una seria campagna contro le sigarette». In Italia, certo, come in Francia, il fumo è in leggero calo da qualche tempo, ma dopo aver raggiunto a metà degli Anni Ottanta cifre record: oltr'Alpe, si era passati persino da 70 milioni di sigarette nel 1970 a 106 nel 1985. «Nel mondo il consumo aumenta», aggiunge Masironi, «perché se cala dell'1% nei Paesi industrializzati, cresce del 2 in quelli del Terzo Mondo». Contro questi numeri, Empoli combatte la sua battaglia. Nedo Mennuti elenca, racconta, snocciola: 11 medici generali per 15.362 pazienti, e 18 mesi di lavoro. I risultati: sono riusciti a rinunciare del tutto alle sigarette il 17,6% dei pazienti, e solo in parte il 16,6; hanno smesso di fumare più donne che uomini (20,9 e 16%), più gente con la licenza elementare (19,3) che con la laurea (13,8). Quelli più duri da convincere sono i vedovi e le donne. «Alla resa dei conti», commenta Mennuti, «si tratta di risultati più che confortanti». In un anno, aggiungono in Comune, la vendita è calata del 5%. Riccardo Alberighi, invece, che di professione fa il tabaccaio è su tutte le furie e presenta altri dati: «Le sigarette hanno subito un crollo: meno 25-30%. Al posto di perseguitare i fumatori, dovrebbero preoccuparsi della disoccupazione, della droga, della criminalità, delle piaghe serie del Paese». Come Alberighi la pensano tutti gli altri tabaccai. Ma Empoli da quest'orecchio non ci sente. Varis Rossi, il sindaco, annuncia che lo stuolo degli imitatori cresce a vista d'occhio. Certo, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Ma tant'è. Moruzzi lancia appelli, promette iniziative. Chiede a tutti i grandi Comuni d'Italia di adottare la legge contro il fumo, e poi invita le 12 città metropolitane quest'autunno a Bologna: «Quel giorno Empoli non sarà più sola». Pierangelo Sa pegno Il Tar emiliano «Incostituzionale imporre divieti» In autunno summit di 12 grandi città Fumatrici in calo ad Empoli, il 20% ha spento la sigaretta

Persone citate: Angela Nanni, Besancon, Mauro Moruzzi, Mennuti, Moruzzi, Nedo Mennuti, Varis Rossi