E l'arcivescovo licenzia il parroco di Daniela Daniele
E l'arcivescovo licenzio il parroco Duello tra tonache a Ravenna, sospeso un curato che difende il sacerdozio coniugato E l'arcivescovo licenzio il parroco //prete va dal magistrato per «avere giustizia» RAVENNA. Guerra di tonache nell'hinterland della cattolica Ravenna. Il colpo di grazia l'ha inferto (almeno per ora) la massima autorità, l'arcivescovo Luigi Amaducci che ha rimosso dall'ufficio di parroco don Angelo Duranti, da tempo spina nel fianco della diocesi e curato della chiesa Santa Maria degli Angeli, a Cannuzzo, frazione di 700 anime del Comune di Cervia. Oggetto del contendere la rivista «Hoc facite», mensile del «Centro proposte ecclesiali della Santa Sede su sacerdozio cattolico coniugato», di cui don Duranti fu ispiratore. Il prete, definito in ambienti ecclesiali «persona buona e generosa (ha costruito addirittura un ricovero per anziani), ma dotato di un carattere al pepe», non si è cosparso il capo di cenere, pronunciando il fatidico «obbedisco». Tutt'altro. Per prima cosa ha continuato a celebrare la messa alla domenica e a tenere l'omelia, considerandosi a tutti gli effetti parroco in carica - anche se il decreto arcivescovile era entrato in vigore il 17 febbraio scorso e in più, fedele ai propri principi, sempre secondo quanto riferiscono autorità ecclesiastiche, si sarebbe recentemente sposato (con rito civile, naturalmente) con una donna indiana, regolarizzando così la posizione di una bambina nata dall'unione cinque anni fa. Un alto prelato confida: «Tutta questa faccenda ci affligge e vorremmo che si risol¬ vesse in pace. Anche perché, in paese, ora c'è una vera e propria rivolta». Pare che don Duranti si sia rifiutato di celebrare due funerali, uno dei quali di persona morta suicida. L'atteggiamento avrebbe fatto montare la rabbia di molte delle 700 anime affidate al prevosto. La vicenda è finita sulle colonne di «Hoc facite» con il titolo «Il vescovo di Ravenna e la sua ultima vittima». Si sono anche moltiplicate le voci in difesa di chi non considera l'amore per una donna e per la famiglia incompatibile con il servizio dedicato a Dio e al suo popolo. E in un articolo è attaccato, insieme con l'arcivescovo Luigi Amaducci, monsignor Ersilio Tonini, che è anche volto noto della tv: entrambi sono accusati di «inaudita prepotenza». Se l'attacco ai vescovi è duro, il decreto contro il parroco ribelle non è certo tenero. Vi si legge, tra l'altro: «Il sacerdote ha perso, per tali ragioni (l'aver sostenuto e l'aver dato copertura giuridica a riviste quali «Hoc facite», ndr) la stima dei buoni parrocchiani, anche ospitando improvvidamente un raduno di sacerdoti coniugati, che egli ammise in giorno festivo di precetto a concelebrare l'Eucarestia in chiesa, in orario per i fedeli, con grave scandalo degli stessi». Don Duranti, raggiunto per telefono, alla domanda sul perché abbia fatto resistenza all'ingiunzione dell'arcivescovo, risponde: «Perché mi sospendono ogni due anni. E' una vecchia storia. Ma adesso ho deciso di ricusare l'autorità ecclesiastica e di rivolgermi alla giustizia civile». Il parroco «licenziato», dunque, ha presentato un esposto alla pretura di Ravenna. «Ho appuntamento con il giudice Taroni che esaminerà il mio caso e vedrà che cosa si potrà fare». Ma è vero che lei è sposato e che ha una figlia, nata da una donna indiana? «Siamo a questo punto? E già, mater semper certa, con quel che segue... No, tutte storie. E sono in grado di documentare la verità. Molte indiane passano dal nostro istituto per anziani, ma soltanto per lavorare». E annuncia querele ai vescovi «per tutte le menzogne dette sul mio conto». Ed è vero che ha rifiutato di benedire due salme? «Una non è entrata in chiesa, perché ritengo che un suicida non debba essere benedetto in chiesa: ma anche l'autorità ecclesiastica, se non sbaglio, dovrebbe pensarla così, non è vero? L'altra era di un militante comunista: mi sono presentato ai parenti, ho portato le condoglianze e ho messo a disposizione la parrocchia per la funzione. Ma non s'è visto proprio nessuno». Daniela Daniele La rivista Hoc facite e l'arcivescovo monsignor Tonini, di Ravenna
Persone citate: Angelo Duranti, Duranti, Ersilio Tonini, Luigi Amaducci, Taroni, Tonini
Luoghi citati: Comune Di Cervia, Ravenna
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