Brucia l'altare: avvertimento di Marco Accossato

Brucia l'altare: avvertimento Raid in chiesa a Nichelino contro il fondatore della comunità Nicodemo Brucia l'altare: avvertimento Prete anti-droga nel mirino degli spacciatori Il terzo «avvertimento» a don Paolo Ganglio, parroco della chiesa Santissima Trinità di Nichelino e fondatore di una comunità-alloggio per il recupero di tossicodipendenti, questa volta ha addirittura varcato il portone della sua chiesa. Ieri mattina qualcuno ha appiccato le fiamme all'altare della piccola navata centrale. Come dire: «Don Paolo, sappi che stai giocando col fuoco». Per la comunità cristiana di via Stupinigi 6, don Ganglio è un sacerdote modello: da tredici anni alterna il suo impegno di guida spirituale nei gruppi di catechesi per i ragazzi delle medie e delle superiori con quello per la comunità «Nicodemo». Ogni anno accoglie una ventina di giovani tossicodipendenti dai 19 ai 25 anni tentando di strapparli a un futuro buio o comunque incerto e inserirli nel mondo del lavoro. Ma per i numerosi spacciatori che vorrebbero fare di quei giovani la manovalanza dei loro traffici, don Gariglio è figura scomoda: un prete testardo, che ha già dimostrato di non cedere ai ricatti. Ieri mattina, gli hanno ricordato di guardarsi le spalle. Don Paolo allarga le braccia: «Non mi preoccupa certo il danno materiale, e per fortuna le fiamme non hanno avuto il tempo di propagarsi, l'incendio ha intaccato soltanto il bordo dell'altare e una parte della pedana in legno. Il vero problema è il significato del gesto: senza dubbio il solito avvertimento». Il «solito avvertimento» che ormai dal 1989 accompagna le ricorrenze per la nascita della cascina «Vita nuova Nicodemo», in via del Castello, a pochi metri dalla parrocchia Santissima Trinità. Qui, tre anni fa, è sorto un laboratorio di stampa e gra- fica che è già riuscito a strappare alla microdelinquenza una dozzina di giovani drogati, che hanno trovato lavoro, con profitto, in alcune aziende grafiche della provincia. Ancora don Paolo: «Adesso che anche la Regione ha riconosciuto il laboratorio offrendoci maggiori sbocchi professionali, rappresentiamo un'alternativa ancora più allettante alla strada, ma soprattutto un grande affronto ai numerosi spacciatori di Nichelino ai quali impediamo un facile reclutamento dei tanti giovani sbandati». Prosegue: «Due anni fa, in occasione del primo anniversario, avevano preso a sassate la sede della comunità di via del Castello. L'anno scorso, ci siamo trovati i muri della chiesa pieni zeppi di insulti». Per don Paolo Gariglio, come per le tre suore vincenziane che con lui collaborano alla gestione della comunità «Nicodemo», questi brutti episodi sono un'ulteriore conferma del successo del loro operato. E della necessità di «non mollare». Marco Accossato Don Paolo Gariglio, l'incendio dell'altare è una sfida al suo impegno

Persone citate: Don Paolo, Gariglio

Luoghi citati: Nichelino