Semafori, stop in giunta
Semafori, stop in giunta Impianti super-intelligenti previsti da un progetto Cee Semafori, stop in giunta L'assessore Lupi: «Soldi mal spesi» Tornano i semafori intelligenti, anzi super-intelligenti stando a quanto affermano i tecnici. E subito dividono la giunta. Uno dei tre assessori competenti pone il veto alla decisione, altri storcono il naso. Risultato? La delibera è ferma. Questa vicenda ha un nome, «Progetto 5T», che sta per «Tecnologie telematiche per il Traffico ed i Trasporti di Torino». Fa parte di una iniziativa della Comunità europea, denominata «Quartet», che vede Torino impegnata con Atene, Birmingham e Stoccarda. Quartet rientra a sua volta nel progetto «Drive», originato dal capostipite di questa strana famiglia, di nome «Polis». La pratica fu istruita dal sindaco Magnani Noya, si sviluppò nell'era Zanone ed è ora all'esame della giunta-Cattaneo. La nostra città dovrebbe ospitare uno dei progetti-pilota per migliorare le condizioni del traffico. In particolare si tratterebbe di arricchire 150 semafori (individuati lungo tre direttrici). Una adeguata rete di sensori consentirebbe agli impianti di «sentire» l'inquinamento, «vedere» gli ingorghi, «controllare» i mezzi pubblici. I risultati sarebbero in parte visibili agli automobilisti attraverso display luminosi, che consiglierebbero questa o quella direzione, segnalando code, lavori in corso, incidenti. A seconda delle esigenze i semafori sarebbero in grado di auto-modificare i tempi del verde o del rosso. Un'altra parte del progetto prevede segnalazioni dei parcheggi pubblici più vicini e dei posti liberi. Tutti accessibili attraverso un'unica tessera. Costo dei lavori: 21 miliardi. Tre e mezzo offerti dalla Cee, altrettanti dal ministero dell'Ambiente. Agli altri 14 penserebbe una società a capitale misto: 4 miliardi arriverebbero dai privati (Fiat, Italtel, Solari, Mizar e Olivetti), 10 dal Comune, dei quali uno e mezzo direttamente dalle casse di Palazzo civico, i restanti dall'Atm (il cui deficit è comunque ripianato dalla città). Sia la giunta che il Consiglio comunale hanno già approvato la partecipazione al Comitato promotore per «costituire un ente a partecipazione mista pubblico-privata per lo studio, la realizzazione e la sperimentazione del Progetto 5T». Al momento di stringere i tempi, però, il meccanismo si è inceppato. L'assessore all'Ambiente, Maurizio Lupi, non firma la delibera: «Spenderemmo in malo modo i soldi del ministero». Lupi intenderebbe sfruttare i quattrini per un progetto sulla «fluidificazione del traffico in centro», proprio nel momento in cui la città sta predisponendo il «Piano urbano del Traffico». «Quelli sì che sarebbero soldi mal spesi» obbietta il socialista Matteoli, che in proposito ha già inviato una lettera al sindaco. Perplesso è anche il de Deorsola, responsabile dei Lavori pubblici: «Non ne faccio un caso politico, ma quella delibera non la voto» ha detto ai colleghi. Tra le sue preoccupazioni c'è l'aspetto economico della vicenda: «E' un sistema sofisticato. Chi pagherà la manutenzione? Non vorrei rivivere la storia dei telefoni». Così la delibera si è incagliata, e da settimane si ripetono senza esiti gli incontri tra dirigenti tecnici e amministrativi. Il primo firmatario è l'assessore Dondona che l'ha ereditata dopo molti passaggi: «Non la vogliono approvare? Benissimo. Faremo un'altra figura da cioccolatai, questa volta a livello europeo». Giampiero Pavido L'assessore Lupi (in alto) e il libérale Dondona
Luoghi citati: Atene, Birmingham, Stoccarda, Torino
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