Attenti a Indurain viene per battervi
Attenti a Indurain viene per battervi Banali e Moser ai favoriti italiani del Giro Attenti a Indurain viene per battervi Indurata, poi Chioccioli e poi Chiappucci. Sono i tre uomini d'oro di Francesco Moser per il Giro che prenderà domenica il via da Genova. Lo spagnolo Miguel Indurain viene per primo perché è uno che gioca e vince col cronometro: «E credo che venga per correre, non per allenarsi al Tour. E' di gran moda la puntata unica e clamorosa. Viva la Francia e il resto vada come vuole. Il Tour diventa un alibi. Non alludo a Bugno. Per Bugno il Tour non è un alibi, ma un fardello che s'è caricato sulle spalle. In questa stagione non ha vinto nulla, se non prende neppure la maglia gialla è un disastro. Un fardello e una condanna. A me questo genere di scelte non piace e ritengo che non piaccia neppure al pubblico». Bene, ma parliamo del Giro. «Dunque, Indurain. Nella prima cronometro di Genova, Chiappucci non perderà molto, il percorso è troppo breve. Le altre due, e specialmente l'ultima, possono essere decisive. Tra Indurain e Chiappucci, diciamo che, cronometro alla mano, ci sono tre minuti, tre minuti e mezzo di distacco. Ma sono ragionamenti da tavolino, In corsa quasi sempre le previsioni si frantumano. C'è di mezzo la salute, la fortuna, dipende da come hai dormito, mangiato, digerito, dai pensieri che ti frullano in testa. Insomma, alla vigilia di un Giro i pronostici hanno il peso di un piumino». Comunque, andiamo avanti. «Indurain a cronometro le suona anche a Chioccioli. Il duello Chioccioli-Chiappucci è in un certo senso più interesante e Chiappucci, sempre in teoria, dovrebbe reggere il confronto». E siamo a Lelli, così giovane e già tra i favoriti. .«Lelli ha corso l'altr'anno un bel Giro e ha l'età delle speranze. E' normale che ci sia desiderio di nuove scoperte, di gente nuova. E sappiamo bene che appena uno lancia un acuto o un acutino, subito lo piazzano in cima alla Usta. Cose di oggi, di ieri, di sempre. Questa volta Lelli dimostrerà quanto vale. Auguri». A quanto pare, e Chioccioli l'ha dimostrato, si pedala forte anche dopo i trent'anni. E' l'era delle maturazioni ritardate? «Ogni atleta è un caso a sé. E' nota ad esempio l'esistenza di ventenni di pappa e di trentenni di ferro. Succede. Ci sono di mezzo il carattere, la tenacia, gli stimoli, la vita che si fa, le situazioni e il modo di affrontarle. Il ciclismo non è soltanto forza di muscoli è anche e soprattutto tattica, lucidità di scelte. Chioccioli ha saputo aspettare e ha saputo crescere. Ci sono corridori che inseguono la vittoria per anni e non si smontano. Tra un secondo e un primo posto ci può essere un soffio, un nulla, ma quanta terribile fatica, che dolori per abolire quel nulla. Ti aiuta e ti sorregge la costanza e la cura del proprio fisico. Chioccioli non è un vecchio corridore logoro. Al grande successo è approdato tardi, ma le ferite del cuore che senz'altro avrà avuto le ha sempre guarite». Da Francesco Moser a Gino Banali di cui sta uscendo in questi giorni «La leggenda» a dispense («Piena di inediti, tutta da leggere»). Chiappucci, Chioccioli, Indurain, Lèlli, in ordine sparso, anche per Banali. Indu¬ rain gareggia sul serio? «Certo che gareggia sul serio. Le corse le fanno per scherzo soltanto quelli che hanno paura di perderle. Le buscano e dicono: tanto era un allenamento. E, per chiarire, tra questo Giro d'Italia e il Tour non c'è paragone. Il Tour fa ridere, gli hanno tolto le montagne che è come se a un quadro togliessero la tela e gli restasse soltanto la cornice. Indurain è favorito dalle cronometro che sono una scemenza. Una scemenza spettacolare perché, bisogna riconoscerlo, le cronometro fanno spettacolo. Dovrebbero metterle fuori concorso, con un. premio a parte. Che cosa c'entrano con una corsa a tappe le cronometro? Nulla». Ma qui le montagne ci sono. «Fortunatamente. Il Giro è bellissimo. Ma non ci sono gli scalatori. Anzi, precisiamo. Gli scalatori ci sono, mancano gli arrampicatori. Io ero un arrampicatore. Li vedete voi adesso gli arrampicatori? Io no. GU scalatori al Giro non sono pochi, stanno lì, sulla media, Chioccioli, Chiappucci, Indurain. E Lelli, un ragazzo bravissimo che merita attenzione e fortuna». Gianni Ranieri
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