Cuore granata a S. Patrignano di Claudio Giacchino
Cuore granata a S. Patrignano Ieri Bresciani & c. in visita ai ragazzi della Comunità che lotta contro la droga Cuore granata a S. Patrignano Muccioli: grazie Toro ci hai resi felici Mondonico: volevo portarvi l'Uefa S. PATRIGNANO DAL NOSTRO INVIATO «Allora, com'era il menù di Berlusconi? Migliore del nostro?». Lentini fa una smorfia, scuote la testa, continua a pranzare nella vasta sala-mensa della comunità di S. Patrignano. Il chiarissimo oggetto dei desideri di Sua Emittenza e dell'Avvocato è il più osservato, complimentato e fotografato dei giocatori del Toro venuti quassù, sulla collina da cui s'abbraccia il mare di Rimini, per festeggiare le vittorie pallonaro insieme ai ragazzi che hanno vinto, o stanno vincendo, la droga. Il gruppo di Mondonico era stato invitato un mese e mezzo fa, aveva subito accettato. Così, eccolo, appena sbarcato dal pullman, sfilare in mezzo alla curiosità silenziosa e ammirata dei giovani e mescolarsi a loro. L'atmosfera è di festa grande, genuina: accompagna il convivio, la visita ai tesori dell'immensa comunità, quasi una repubblica a sé. Quindi, via via, tra stupori degli ospiti e nell'orgoglio dei «padroni di casa», i torinisti scoprono le scuderie e i cavalli campionissimi che andranno alle Olimpiadi (i cavalieri, però, non saranno italiani ma francesi, spagnoli, colombiani si rammaricano i sanpatrignanesi). Poi, ecco lo zoo con ghepardi e pantere nere, l'allevamento cani, le stalle, la falegnameria: ovunque, pulizia, organizzazione, entusiasmo, non diresti di essere in Italia. L'apice della festa: l'amichevole che il Toro gioca alle 15,30 contro il S. Patrignano, formazione militante nel campionato di 3a categoria (l'ha finito al 4° posto) e composta interamente di ex tossicomani. L'incontro si disputa nel campagnolo stadio di Ospedaletto di Coriano, due chilometri fuori dalle mura della comunità. Pienone sulla tribunetta, sugli alberi circostanti, attorno alla rete di recinzione. Logicamente, la disfida non ha storia, gli eroi della A s'impongono 10-1, goleador è Bresciani, con 4 centri. Però, il pallone offre anche qui sorprese belle, toccanti. Il Patrignano ha la sua brava stella, la punta Luciano Chianese, 22 anni. La stella brilla pure tra le maghe dei granata, due volte fa urlare invano al gol compagni in campo e i compagni sugli spalti. Poi, al terzo tentativo, sigla la rete della soddisfazione. Veloce, agile, buon intuito, Chianese meraviglia coloro che hanno fatto del football una professione. Se non avesse incontrato l'eroina, probabilmente Luciano sarebbe un collega di Bresciani. Giocava nelle giovanili della Cavese, lo comperò l'Atalanta, la droga gli ha spezzato gioventù e sogni di gloria. Nel 2° tempo, tra i tanti avvicendamenti, c'è anche quello del portiere della squadra della comunità. Il titolare cede il posto a Marco Vieri, 29 anni, figlio d'arte: il padre è Lido, il numero 1 granata negli Anni 60 e adesso allenatore di Marchegiani. Marco entra, Bresciani gli promette: «Ora ti sotterriamo, ci penso io» e aggiunge: «Vedrai, tuo papà ti airà di uscire». Il papà è in panchina, ride e poi si commuove quando il suo ragazzo respinge con una prodezza una palla gol e dalla panchina del Toro si leva l'urlo: «Accidenti, buon sangue non mente». L'amichevole finisce nella gioia, un omone abbraccia Mondonico, lo ringrazia: «Non potete immaginare quanto bene ha fatto a questi giovani la vostra venuta. Noi abbiamo sempre fame di solidarietà, oggi ci avete sfamato». L'omone è Vincenzo Muccioli, padre fondatore di S. Patrignano: cominciò su questa collina, nel '79, con 20 drogati che volevano affrancarsi dalla schiavitù del buco, oggi la comunità conta 2000 anime. Muccioli loda tutti e tutti ringrazia. Anche Mondonico ringrazia; «E' stato bello. Invece di festeggiare con la solita amichevole di lusso, o presunta tale, abbiamo celebrato il 3° posto e la finale Uefa nel modo più degno. Avremmo voluto portare la Coppa, abbiamo portato solo una vittoria morale. Che è piccola cosa se raffrontata alle vittorie che questi ragazzi stanno conquistando qui». Claudio Giacchino Lentini festeggiato da alcuni ragazzi della comunità di ex tossicodipendenti di San Patrignano
Luoghi citati: Coriano, Italia, Ospedaletto, Rimini
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