Marlowe ucciso da un «killer di Stato»

Marlowe ucciso da un «killer di Stato» Uno storico inglese annuncia: fu assassinato per ordine del favorito di Elisabetta I Marlowe ucciso da un «killer di Stato» Fatale al drammaturgo l'ostilità per gli immigrati olandesi 7^1 LONDRA I ' HRISTOPHER Marlowe, I il drammaturgo, poeta e I i spia inglese del '500 che jUJ secondo qualche teoria un po' fantasiosa avrebbe prestato la penna a Shakespeare per Romeo e Giulietta, non è morto per un banale litigio con Ingram Frizer su chi doveva pagare il conto, ma per una «questione di immigrati». La tesi ispirata da documenti ufficiali non aveva mai convinto, ma nessun biografo era stato in grado di trovarne una più realistica. In passato, l'ipotesi della congiura politica era stata subito accantonata. Ora lo storico inglese Charles Nicholl, con un articolo sul prossimo numero del mensile The Reckoning an¬ ticipato dal Sunday Telegraph, svela i retroscena che portarono all'omicidio del drammaturgo per ordine del conte di Essex, il favorito di Elisabetta I. Nicholl ha ricomposto le tessere del puzzle partendo dalla cospirazione ordita da «religiosi fanatici e faccendieri». La fine di Marlowe ebbe inizio con il manifesto della campagna razzista che incitava i londinesi alla violenza contro i rifugiati olandesi. Il documento venne bollato con l'accusa di tradimento perché quegli inunigrati erano protestanti alleati della corona. A quel punto Robert Devereux conte di Essex intravide la possibilità di utilizzare il «movimento nazionalista» per disfarsi del suo principale rivale, sir Walter Raleigh, che tra l'altro commise l'errore di pronunciare un discorso pubblico pacatamente ostile agli olandesi. Così entrò in scena anche Marlowe, fraterno amico di Raleigh e da sempre ritenuto personaggio scomodo perché spregiudicato, ateo o comunque eterodosso schernitore della religione. Marlowe ammirava Machiavelli, le cui idee, nell'Inghilterra protestante, erano il simbolo della diabolica corruzione italiana e cattolica. L'autore del Doctor Faustus era una sorta di Oscar Wilde ante litteram: la sua sensibilità era accentuata dall'omosessualità, ed era il rappresentante indiscusso degli «University Wits», il gruppo di intellettuali usciti dall'università, formati sui classici, coinvolti attivamente nella vita tumultuosa di Londra e accomunati dal gusto della parola, dal culto della forma, dalla passione per l'acutezza dei concetti. Marlowe divenne lo strumento del conte di Essex, che aveva ottenuto l'incarico di indagare sull'«affare degli olandesi», tre settimane prima di morire. A Londra fu distribuito il documento più virulento contro gli immigrati in cui si facevano continui riferimenti alle sue opere. Nella capitale tutti sapevano che il manifesto non poteva essere stato scritto dal drammaturgo, ma Essex gliene attribuì ugualmente la paternità per di¬ mostrare che Raleigh, suo committente, tirava le fila del tradimento. Secondo Nicholl, era stato lo stesso conte a far stilare il documento e per evitare che il suo imbroglio venisse svelato agli occhi di Elisabetta fece uccidere l'unico uomo in grado di dimostrarlo: Marlowe, appunto. Fu un'operazione di polizia studiata nei minimi particolari, con tanto di resoconto del tribunale che processò e assolse l'assassino per legittima difesa. Secondo l'inchiesta del coroner (il documento fu scoperto da Leslie Hoston), tenuta il 1° giugno 1593, il giorno successivo alla morte, scoppiò una lite su chi dovesse pagare il conto nella taverna di Eleanor Bull a Deptford Strand. Marlowe fu ferito a morte con una pugnalata. Sempre il 10 giugno, sul registro della St. Nicholas Church è data notizia delle esequie. Uccisione, funerali e processo in un solo giorno: tutto troppo in fretta, un episodio che evidentemente qualcuno molto potente voleva venisse immediatamente dimenticato. Le sinistre circostanze della morte riuscirono anche a far precipitare nell'oblio, dopo i primi decenni del XVII secolo, le sue opere, a eccezione del Doctor Faustus e soprattutto di Ero e Leandro. Pier Luigi Vercesi // dramma in una taverna della Londra del '500. Un tribunale «amico» assolse subito il colpevole Il drammaturgo Christopher Marlowe in un'antica incisione di F. Holl

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Raleigh