Bhumibol, il domatore di golpe è l'ultima speranza dei Thai

Bhumibol, il domatore di golpe è l'ultima speranza dei Thai TUTTI I MIRACOLI DI SUA MAESTÀ' Bhumibol, il domatore di golpe è l'ultima speranza dei Thai SUA Maestà Bhumibol è un esperto nelTaddomesticare crisi e colpi di Stato. A Bangkok infatti il golpe è una specie di sport nazionale. All'inizio dell'autunno, ogni anno, tutti si mettono in stato di allerta. E' l'epoca in cui vengono pubblicate le promozioni nell'esercito, e c'è sempre qualche generale o colonnello insoddisfatto che decide di far uscire i tank, magari solo per un giro di «avvertimento» in citta. . Nell'81, per esempio, il Re sventò una rivolta con un piccolo colpo di genio. Convocò cortesemente i ribelli a palazzo perché gli spiegassero le loro ragioni. I generali, affascinati dallo charme reale, uscirono docili come agnellini. Dieci anni dopo il Re ha deciso di ritentare con la stessa tecnica: i due nemici, il giannizzero cattivo, Suchinda, e l'eroe buono della democrazia, Chamlong, si sono inginocchiati davanti al trono per ascoltare i consigli paterni del sovrano che li invita a risolvere la loro «lite». Il tutto in diretta tv. Disinnescare le crisi che scandiscono una autocrazia temperata dalla corruzione, è in fondo il «lavoro» di questa monarchia secolare che nel 1932, proprio per una rivolta di generali, ha perso il potere assoluto e ha dovuto rassegnarsi, come impone la Costituzione, «a dare consigli» invece che ordini. Sembrava una triste fine per chi aveva regnato come un dio sullo splendido regno del Siam. Nel 1682 a Ayutaya, la vecchia capitale della dinastia Rama, giunse I una ambasceria con un mesI saggio per «Sua Altezza, l'ec¬ cellentissimo, il molto potente nostro caro e buon amico re Narai». Firmato: Luigi XTV, il re Sole. Dopo aver difeso strenuamente il Paese contro birmani e cinesi, i Rama hanno resistito anche alle lusinghe e alle minacce degli europei. E così il Siam è stato il solo Paese nel Sud-Est asiatico a non essere colonizzato. Stretti attorno al trono e alle pagode, i thai hanno superato le bufere delia storia, dall'occupazione giappo- nese agli anni folli e ruggenti in cui il loro Paese è stato ridotto a retrovia della guerra del Vietnam. Nonostante questa cospicua eredità, pochi avrebbero scommesso su re Bhumibol, quando nel 1948 fu prelevato in tutta fretta a Zurigo, dove studiava ingegneria, e messo sul trono al posto del fratello maggiore. In Thailandia fino a quel giorno era popolare soprattutto come dongiovanni (fama consolidata dalle nozze con la bellissima Sirikit) e come suonatore di sax. Forse è solo leggenda, ma si narra che perfino Benny Goodman ne avesse apprezzato un'esibizione mori etichetta. Invece Bhumibol ha cominciato a percorrere metro per metro il suo regno, costruendosi una fama di padre della patria che ha resistito a tutte le crisi. Era il garante di un boom economico che, con l'operosità di una formica asiatica, si avviava a scalare le graduatorie dei nuovi dragoni dell'Asia. I suoi «consigli» tessevano anche la regia di una lentissima marcia verso la democrazia, camuffando dietro l'etichetta di «civili» i generali in pensione che monopolizzavano la carica di primo ministro (e relative bustarelle). La Thailandia è Paese superstiziosissimo, dovè astrologia e predizioni hanno forza di legge: un oroscopo, sussurrato negli anni felici del regno, afferma che non ci sarà un decimo Rama. Re Bhumibol è il nono della serie. Chissà se dietro gli alti muri del palazzo circondato dai carri armati, mentre si moltiplicavano le voci secondo cui il sovrano era ostaggio ai militari duri, qualcuno si sarà ricordato del presagio. Ma forse sarà una donna a salvare la dinastia: la colta, affabile principessa Sirindhorn che, non a caso, da Parigi ha lanciato un appello alla pace. Nel Paese è molto più popolare dell'erede designato, ù principe Vajiralongkorn, considerato un playboy maneggione. Bangkok insanguinata ha ancora bisogno che la fiaba secolare dei Rama non finisca. Domenico Onirico La principessa Sirindhorn

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