Il re lo vuole, a Bangkok finisce il grande incubo di Lui. Gra.

Il re lo vuole, a Bangkok finisce il grande incubo Dopo 500 morti e scontri fra militari il sovrano convoca le parti e impone la pace, liberi gli arrestati Il re lo vuole, a Bangkok finisce il grande incubo Accordo fra il dittatore e il leader democratico, alt al massacro BANGKOK. Il generale-dittatore Suchinda e il leader carismatico dell'opposizione, quel Chamlong fatto arrestare dal primo nei giorni del massacro, sono in ginocchio davanti al re. «Vorrei che voi due dialogaste, e non vi affrontaste, per il bene del nostro Paese -, dice il sovrano -. Cercate di risolvere il problema». Poi i due nemici compaiono uno accanto all'altro: Suchinda Kraprayoon annuncia la liberazione di tutti gli arrestati nei giorni della repressione, compreso Chamlong Srimuang, e quest'ultimo chiede ai manifestanti per la democrazia di sospendere la protesta. Queste immagini che da ieri sera tutte le reti tv nazionali trasmettono e ritrasmettono, potrebbero segnare il ritorno alla pace in Thailandia, dopo 4 giorni di massacro che hanno lasciato per le vie di Bangkok forse cinquecento cadaveri (dato non ufficiale ma da fonti ospedaliere attendibili). La notizia della possibile fine dell'incubo è arrivata al termine di una giornata che già aveva visto accendersi una luce di speranza per i manifestanti de-i mocratici. Voci riferivano di scontri alla periferia di Bangkok fra reparti fedeli al premier golpista Suchinda Kraprayoon e truppe venute da fuori, | al comando di generali ostili ai ; primo ministro. Poi, per la prima volta, anche Palazzo reale aveva fatto sentire la sua voce ì per bocca della principessa Si-1 rindhorn, figlia maggiore di re Bhumibol Adulyadej, con un appello alla riconciliazione nazionale via tv. Aveva taciuto invece il sovrano: la sua residenza era stata circondata da 2 mila soldati di Suchinda che forse lo tenevano (e lo tengono) in ostaggio. Nella mattinata, secondo indiscrezioni, il re aveva imposto a Suchinda di dimettersi, come chiede la folla, ma il dittatore aveva ancora rifiutato. A capo dei militari dissidenti che hanno fatto affluire truppe sulla capitale ci sarebbe l'ex premier Prem Tinsulanonda, un generale che gode di vasta popolarità e che è fedelissimo alla monar¬ chia. Il contrasto fra il re e il premier e la spaccatura fra i leader militari sembrano la chiave di lettura per l'improvvisa schiarita a Bangkok. Ma prima di quest'esito ieri ci sono stati ancora scontri e morti. Per reprimere le dimostrazioni degli studenti, che sono continuate a dispetto dello stato di emergenza, il governo aveva imposto un ulteriore giro di vite, il coprifuoco dalle 21 alle quattro del mattino. Le autorità militari hanno denunciato la presenza in città di almeno ventimila saccheggiatori che approfittano del caos per depredare i negozi. Migliaia di persone sono nuovamente scese in piazza sfilando sul viale Rajdamnoen teatro della violenta repressione di domenica. I dimostranti hanno spaccato lamiponi e rovesciato e dato alle fiamme un autobus; quando 500 soldati armati di mitra hanno cominciato a discendere lentamente il viale, i manifestanti sono fuggiti. In fiamme anche l'hotel Royal, da cui i militari avevano tratto con la forza l'altro giorno duemila dimostranti. Altre migliaia di giovani si sono radunate davanti all'università Ramkhamhaeng, dove si sono uniti ai diecimila che già vi si erano asserragliati, erigendo barricate con sacchi di cemento, recinzioni metalliche, autocarri e tronchi d'albero, mentre motociclisti li rifornivano di banane, acqua e mango: «Suchinda vattene» gridavano i giovani, che hanno minacciato di far saltare in aria gli edifici in caso di attacco. Un grande emporio di armi nella zona di One Bufare ha subito l'attacco di migliaia di manifestanti che volevano armarsi, ma la folla è stata dispersa dai militari che sparavano a zero. Testimoni hanno riferito di dieci morti e centinaia di feriti in questo solo episodio. Negli scontri di ieri sono stati feriti anche due francesi; da Parigi il ministero degli Esteri ha però tenuto a far sapere che le ferite sono lievi e che i due sono rimasti coinvolti «per caso». [lui. gra.]

Persone citate: Bhumibol Adulyadej, Prem

Luoghi citati: Bangkok, Parigi, Thailandia