La mia maglia è ancora rosa

La mia maglia è ancora rosa Le promesse di Chioccioli a cinque giorni dal via del 75° Giro d'Italia La mia maglia è ancora rosa «I tifosi stiano tranquilli, io non dormo sugli allori» Chiappucci e Lelli ipiù temuti, Indurain terzo nemico Prima di vincere il Girò d'Italia numero 74, Franco Chioccioli era per i toscani, tenaci innamorati del ciclismo, «Iccoppino»; per gli altri, semplicemente Coppino. La somiglianza con Fausto induceva all'affettuoso rimando; che Chioccioli, persona paziente e dolce (quando non c'è da essere impazienti e duri) accettava senza rivelare se lo ritenesse un maggiorativo o un diminutivo. Vinto il Giro nel modo che si sa, Franco Chioccioli continua ad essere Iccoppino. Ma non per tutti. Per noi e per molti altri, ad esempio, è diventato esclusivamente Franco Chioccioli, ha acquisito il diritto di essere a pieno se stesso. Che si sia manifestato campione oltre i trentanni, significa poco. Lo sport è pieno di illustri trentenni. Comincia con una precisazione: «I risultati di ieri e dell'altro ieri contano e non contano, fanno parte d'una marcia di avvicinamento. Chi pedala ha le proprie esigenze, c'è chi parte a schioppettata e chi procede per gradi, chi aspetta il caldo e chi festeggia il freddo, chi va a caccia al Nord e chi punta a Sud. La forma è una poltrona di teatro, devi prenotarla. La vuoi subito, non l'avrai a maggio. La vuoi a maggio, non puoi pretendere di averla subito. Conoscersi, sapere di che cosa si ha bisogno, questo è importante. Un anno fa scarseggiavo in Ro- mandia, al Trentino e nel Friuli, non avevo vinto nulla, poi ho smesso di scarseggiare. Vi siete riempiti di dubbi a causa della mia attuale produzione, ho faticato in salita, ho subito distacchi sodi, mi sono ripreso, ho mollato Indurain ma non ho mollato Chiappucci. Com'è il termine? Corrente alternata. Dubbi legittimi, ma l'antipasto del '91 non fu più saporito dell'antipasto che ha preceduto il prossimo Giro. E veniamo alla risposta che desiderate. Sono il Chioccioli dell'anno scorso? Miei cari: l'anno scorso al Giro m'è andata benissimo, benone. Quest'anno non partecipo per cullarmi nei ricordi. Gli allori mi piacciono, ma se devo dormire preferisco il letto a casa mia. Farò il bis? Dunque, vediamo: un Giro dura ventidue giorni, lo corrono in tanti, ne succedono di cotte e di crude. C'è, posso permettermi?, un intreccio di destini. Però se i presentimenti contano, io ho il presentimento di essere in grado di battermi per vincere. E certe sensazioni arrivano se ti senti a posto, se non hai tremori e timori, se hai muscoli, polmoni e coscienza al meglio della condizione. Dire proprio al meglio è forse esagerato: è durante il Giro che, sempre affidandomi alle sensazioni, Chioccioli conoscerà il suo Chioccioli. Il cielo protegga i deboli dall'ultima terribile settimana». Lasciamo i deboli alla clemenza dei cieli e preoccupiamoci dei forti. Chioccioli ne elenca due: «Chiappucci e Leili». Soltanto due? «Andiamo piano, mica c'è fretta. Chiappucci e Lelli hanno spirito di combattenti. Analizziamo il percorso e ci accorgiamo che non è da pistole ad acqua». E il celebrato Indurain? «Il celebrato Indurain è di primissima categoria. Ma come ranger non lo eleggo a numero uno. E' però professore in cronometro e le cronometro avranno un peso rilevante». Più delle salite? «All'insù vedo un certo equilibrio». Gli assenti non dovrebbero contare. Ma sembra che l'assenza di Bugno apra un vuoto strategico. «Infatti lo apre. Non sottovalutiamo la questione delle responsabilità. Aumenta il numero dei protagonisti e diminuisce il carico di responsabilità che ognuno si porta sulle spalle. La responsabilità di indirizzare e guidare la corsa può essere stremante peggio d'una scalata. Avrei preferito che Bugno ci fosse e mi farebbe piacere se mi dicessero che Bernard è guarito dalla sciatalgia». Bernard, sciatalgia a parte, ecco un altro antagonista. «E allora già che ci siamo, mettiamoci anche Giovannetti che ha gareggiato un'ottima Vuelta e Hampsten che, se gli funziona il motore, in montagna ti fa piangere». L'elenco dei nemici si chiude. Chioccioli non approfondisce lo studio degli aspiranti alla maglia rosa. E' un corridore che privilegia i fatti propri. Tra i quali si contempla una squadra rafforzata da Gusmeroli e Vona, sergenti da salita che si aggiungono a Jaskula carrista d'alta quota.. Gelfi, Cesàrini, Poli e Vanzella garantiscono la buona riuscita delle operazioni in pianura. E Cipollini, prodigioso dissodatore di gruppi in volata, regge sicuro nella nuova Mg-Bianchi le insegne di principe dello sprint. Gianni Ranieri Franco Chioccioli, 32 anni, professionista dall'82, ha collezionato finora 24 vittorie: la più bella il Giro '91, venti giorni in maglia rosa Girocriuaiia

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