Il Brasile rovina la festa-scudetto al Milan di G. Gand.

Il Brasile rovina la festa-scudetto al Milan IN SESSANTAMILA A S. SIRO Nella sera dell'addio al calcio di Ancelotti, premiato per i 5 anni di fedeltà ai colori rossoneri Il Brasile rovina la festa-scudetto al Milan La nazionale carioca vince con un gol del napoletano Careca MILANO. La gran festa del Milan, impegnato ieri sera nell'amichevole con il Brasile, è ripresa proprio nel punto in cui domenica si era interrotta a causa dell'invasione dei tifosi: cioè con i rossoneri in passerella davanti ai loro tifosi. C'è stato pure un attimo di commozione quando Galliani ha consegnato ad Ancelotti una targa-ricordo per i suoi 5 prestigiosi anni in rossonero. L'amministratore delegato milanista ha letto al microfono la dedica: «1987-1992: al nostro impareggiabile guerriero. Grazie, Carlo!». Peccato che il palo abbia negato al centrocampista la soddisfazione di portare in vantaggio il Milan quando ha lasciato partire un gran tiro con il pallone che ha superato Taffarel. E al 65', quando Ancelotti ha lasciato il campo, i 60 mila si sono alzati tutti insieme per applaudirlo. La sfida con i brasiliani, che Berlusconi ha definito «impa¬ reggiabili maestri, sempre d'esempio per chi ama il calcio» è stata bella ed avvincente. In effetti, alcuni di loro hanno confermato gran classe e offerto spettacolo, a cominciare da Bebeto, il ventottenne centrocampista del Vasco De Gama. Ha ragione Junior (non utilizzato): è un calciatore che sembra adatto al campionato carioca. Gran visione di gioco e tocco rapidissimo, smarcante, come se ne vede pochi in circolazione. E non è un caso che l'azione del gol vincente di Careca (57') sia partita dal suo piede: un traversone che ha tagliato fuori la difesa rossonera e che ha permesso all'attaccante del Napoli di deviare di testa in porta. Da notare che a 10' dalla fine, a Bebeto è stato negato un rigore quando Antonioli lo ha trattenuto per un piede. Bravi anche Luiz Henrique e Valdeir, dallo scatto bruciante. Molto attento Taffarel che per quattro volte si è trovato davanti agli smarcati Gullit (18'), Simone (24'), Rijkaard (28'), Van Basten ( 44') ma ha sempre avuto la meglio. Berlusconi ha confessato di essersi commosso quando prima della gara ha incontrato Ancelotti e l'ha abbracciato: «In quel momento in campo stava piovendo, a quanto pare anche lassù qualcuno si è commosso. Ieri ad Avellino affissione di poster con croce nera e foto della squadra in odore di retrocessione. E' il secondo atto dell'operazione jettatoria, dopo le croci infisse sul campo con i nomi dei giocatori e la data della fine di campionato? Lo sapremo presto: ai poster l'ardua sentenza. Peccato che se ne vada ma sarà utile a Sacchi perchè è un intenditore di uomini. Il mio ricordo più bello di Carlo è legato al primo gol che fece al Real Madrid, l'inizio della nostra goleada, delle 5 reti che ci aprirono le porte verso la prima finale di Coppa dei campioni». Poi, parlando di Papin, ha lasciato intendere che nel Milan nessuno è indispensabile: «Anche Gullit sembrava insostituibile quando è uscito dal Milan che aveva 6 punti di vantaggio sulla Juventus. Eppure quando è rientrato avevamo lo stesso distacco. Giovanni Galli? Mai trattato, resta al Napoli. Ora il nostro obiettivo è di raggiungere i 75 mila abbonati. Lentini? Stasera parlo soltanto di Ancelotti. Piuttosto mi dispiace che un giornale sportivo abbia voluto farmi apparire un arrogante con un titolo che diceva «Al Milan o con nessuno». Certi titoli tradiscono lo spirito dell'articolo», [g. gand. ]

Luoghi citati: Avellino, Brasile, Madrid, Milano