Tacconi: tre anni al mare, e poi dimentico il calcio di Angelo Caroli
Tacconi: tre anni al mare, e poi dimentico il calcio JUVENTUS Nella sua Umbria, ultime parate in bianconero per il portiere che preferisce non confermare ancora l'accordo con il Genoa Tacconi: tre anni al mare, e poi dimentico il calcio «La mia futura squadra diventerà la terza forza» f TERNI DAL NOSTRO INVIATO Su un palcoscenico sereno e festaiolo, con un'atmosfera in cui alcuni bianconeri tendono l'orecchio per sapere se nella Juventus ci saranno ritocchi o se sarà rivoluzione (si dice che Schillaci abbia rifiutato il Genoa), Stefano Tacconi compie l'ultima parata fra i pali bianconeri. E' fra la sua gente, amici e parenti, in mezzo ad un oceano di sorrisi, strette di mano e abbracci. Tra lui e il Genoa ci sarà presto uno scambio di fiori di arancio, ma non può ammetterlo, è ancora legato alla società che attualmente lo stipendia. E intanto saluta, a modo suo, con quei toni scanzonati e ironici, ma sempre sinceri. E, stupenda finzione, quasi irritati. «Parlate di me come se appartenessi alla storia remota del calcio - esordisce - io continuo, anche se andrò in un'altra città. Se ho preso questa decisione è perché ho scelto di giocare a modo mio, cioè da prota- gonista, tre anni almeno, poi si vedrà». Ma perché Genova e il Genoa, e non la Lazio? E' un argomento che preferisce evitare, nonostante si tratti di un segreto nascosto dentro cellophane, del tutto chiaro e decifrabile. E preferisce ricondurre la conversazione dentro il canale scelto in tv, con allusioni alla pesca, al mare... «Dopo tanti anni vissuti sotto una cappa di smog andrò a respirare aria salmastra - prosegue divertito - mi farà bene, e se avrò la sfortuna di nuotare in acque inquinate userò la barca». I giornali si riempiono di voci sensazionali e il mercato sem- bra restringersi ai colpi di machete che si scambiano Milan e Juventus. Pare che nell'immediato futuro non ci sia più spazio per le altre... «E qui vi sbagliate, può esserci una terza forza, la mia futura squadra, ma non fatemi dire che diventerà grande perché il sottoscritto abbasserà la saracinesca. Queste sono parole mentre a me piace stare con i piedi per terra. Però vi garantisco che ho ancora molte forze, fisiche e morali, da dare al calcio. Mi diverto, voi sapete che cosa significhi lavorare divertendosi. Poi, quando questo aspetto felice del calcio sarà scomparso dalla mia vita, dirò basta». Sulla possibilità che una volta abbandonata l'attività ufficiale diventi istruttore di portieri e poi allenatore, Tacconi è categorico e non lascia spiragli all'eventualità. «Lo escludo, intendo vivere libero e nel modo migliore. A una certa età un calciatore ha diritto a curare i propri interessi. Il football non è tutto, e una volta fuori gioco, non vi sarò più interessato. Faccio il presidente alla Modul graniti, Dossena è amministratore delegato, là maturerà la mia vecchiaia». Quando gli ricordiamo che il calcio gli ha dato, ricevendo, moltissimo, Tacconi è attraversato da un'impercettibile ombra, che spiega così: «E' la Juve che mi ha dato tanto, non il calcio. Ed io credo di averla ripagata bene. Il calcio è cambiato, e forse per questo gli uomini sono diversi: giovani troppo viziati che si fanno portare il caffè a letto, al mattino. Anche se sono in ritardo con i tempi, ora tocca a me essere servito». Angelo Caroli f Tacconi, 35 anni, 9 anni nella juve e due scudetti sulla maglia
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